Paolo Odinzov, la Repubblica 26/1/2015, 26 gennaio 2015
COSÌ LA TECNOLOGIA HA CAMBIATO GLI OCCHI DELL’AUTO
BARCELLONA
Cent’anni di luce: organizzando un percorso notturno a tappe lungo i tornanti della collina Tibidabo che domina Barcellona, alla guida di numerose vetture partendo da modelli passati come la Reyrol del 1909 e la Ford Model A del 1930 fino ad arrivare a quelli più attuali come l’Audi A8 e la Mercedes CLS, la Philips ha mostrato l’evoluzione che hanno avuto i fari nel tempo. Nati inizialmente per essere visti e non per guardare, gli occhi delle automobili sono diventati da semplici strumenti per illuminare, dei sofisticati apparati elettronici capaci persino di interagire con la dinamica di guida. Oltre ad avere ormai un’importanza fondamentale nel definire il family feeling di una marca, se non addirittura l’intero stile di un brand: come accade ad esempio per gli inconfondibili “anelli” sulle Bmw, oppure per il classico “sopracciglio” sul frontale delle Audi o delle Mercedes.
«È da un secolo che la Philips si occupa dei sistemi di illuminazione sulle quattro ruote», ha detto Peter Stolk: chief technology officer dell’azienda olandese, fondata nel 1891 da Gerard Philips assieme a suo padre Frederik. Abbandonate le luci a carburo e prima ancora quelle che impiegavano delle candele, le automobili nel 1910 hanno, infatti, iniziato a utilizzare i fari a corrente e proprio la società elettronica di Amsterdam ha presentato nel 1914 la Half-Watt: quella che può essere considerata a tutti gli effetti la prima vera lampadina per auto. Dopo la Half-Watt sempre la Philips ha realizzato nel 1925 la prima lampada a doppio filamento Duplo, seguita nel 1957 dalla Duplo-D con fascio anabbagliante asimmetrico, e nel 1962 ha prodotto la H1: ovvero la lampadina che ha aperto la via alle moderne luci alogene, montata in primis sulla Daimler DS420, sostituita poi dalle più performanti H4 e dalla H7.
Ben 230 sono i brevetti che la società dei Paesi Bassi ha registrato fino ad oggi nel settore dell’illuminazione auto: compreso quello dei fari Hid allo xeno presentati nel 1991 e inaugurati sulla Bmw 750iL arrivata sulle strade l’anno successivo. «I progressi fatti sono veramente tanti — ha ribadito Stolk — e possiamo dire di aver raggiunto dei livelli davvero elevati in questo campo».
Lo sviluppo di molte tecnologie primarie messe a punto dalle diverse aziende del settore operando anche in sinergia ha, del resto, permesso un rapido sviluppo di soluzioni innovative sfociate oggi nella realizzazione dei fari a Led e in ultimo dei gruppi ottici con tecnologia Oled e Laser.
Le lampade alogene, con una percentuale del 91%, sono comunque al momento ancora la fonte di luce più utilizzata nell’industria Automotive. Non è un caso che tra le ultime novità delle Philips vi siano proprio la X-treme Vision e la WhiteVision che rappresentano il massimo della Casa nella categoria. «Soprattutto i fari full led, che contano ora una percentuale dell’1% nel mercato, sono però destinati a crescere — ha precisato sempre il capo sviluppo Philips — e nel 2020 potrebbero raggiungere il 30% del mercato arrivando a equipaggiare pure i modelli di fascia media e non solo premium, mentre quelli allo xeno circa il 10%».
Discorso diverso va fatto per i proiettori Oled e quelli Laser destinati a rimanere per adesso un prodotto di nicchia visto i costo elevato. La Bmw impiega già quest’ultimi sulla i8 e al recente Consumer Electronics Show di Las Vegas ne ha presentato addirittura una versione “intelligente” in grado di garantire una visibilità ancora più ampia rispetto ai normali Laserlight, già capaci di coprire un campo di circa 300 metri, oltre a diverse funzioni innovative. Tra queste la possibilità, come avviene per i Matrix Led dell’Audi, di regolare l’orientamento in base percorso attingendo dati dai radar della vettura e dal navigatore. Oppure quella che attenua l’intensità del raggio luminoso quando viene rilevata un’auto che precede nella marcia o proviene dal senso opposto.
Paolo Odinzov, la Repubblica 26/1/2015