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 2015  gennaio 26 Lunedì calendario

FACEBOOK GLI AMICI VALGONO 5 MILIARDI

Circa 227 miliardi di dollari (come dire 196 miliardi di euro) e 4 milioni e mezzo di posti di lavoro in tutto il mondo. Si traducono così, in termini d’impatto economico, i traguardi raggiunti da Facebook in dieci anni, con un miliardo e 350 milioni di utenti globali. Sono i ricavi prodotti dalle imprese, attraverso il social network, nei settori del marketing, delle app collegate, delle infrastrutture e della telefonia mobile. Lo dice lo studio «Facebook’s global economic impact», diffuso la scorsa settimana, commissionato da Fb e condotto da Deloitte sui dati dei 12 mesi tra ottobre 2013 e lo stesso mese del 2014.
Con 70 mila posti di lavoro generati e ricavi prodotti per sei miliardi di dollari (circa 5,1 miliardi di euro), l’Italia è fra i Paesi più avvantaggiati, quarta in Europa dopo Gran Bretagna, Germania e Francia. «Avete aziende di diversa grandezza — dice Nicola Mendelsohn, vicepresidente di Facebook per l’area Emea (Europa, Medio Oriente e Africa) — ma grazie al social network tutte, dalle multinazionali alle Pmi, hanno la possibilità di raggiungere clienti in tutto il mondo. Con Facebook, poi, le imprese possono darsi un’immagine nuova e rilanciarsi sul mercato».
Il caso pugliese
La manager cita due casi di successo: bellavitainpuglia.it, fondata un anno e mezzo fa dal 29enne Sergio Di Bitetto, grazie a Facebook ha aumentato i ricavi del 20%; Fiorin Arredamenti, azienda familiare di terza generazione, ha visto le vendite salire del 37% con le offerte pubblicate sul social. Il prossimo passo sarà diffondere «Facebook at Work», strumento dedicato alle imprese lanciato dal social a inizio anno. Per ora è in fase di test ma, dice Mendelsohn, «tra i punti positivi dell’applicazione c’è la sua semplicità: è facile da usare e perciò adatta ad aziende di ogni dimensione, come le italiane».
L’impatto economico mondiale di Fb è rilevante e la fetta più grossa, 148 miliardi di dollari, arriva dal marketing. Ma più di un terzo delle ricadute economiche del social deriva da app collegate (29 miliardi di dollari), infrastrutture e telefonia mobile (50 miliardi). Numeri destinati a crescere: «Al centro delle nostre strategie future c’è soprattutto l’area della connectivity , infrastrutture e mobile», dice Mendelsohn.
Il nuovo motto
Che Facebook si stia muovendo in questa direzione non è una novità e lo rivela anche il recente cambio del motto aziendale: sino a fine aprile era «Move fast and break things» (che si potrebbe tradurre con «agisci in fretta e innova»), poi l’amministratore delegato e fondatore Mark Zuckerberg ha annunciato alla conferenza degli sviluppatori il nuovo «Move fast with stable infra». Le «infrastrutture stabili» sono una metafora per indicare delle basi solide, ma chissà che non vadano anche intese in modo letterale, viste le campagne del social per portare Internet in tutto il mondo. Il progetto si chiama Internet.org, il braccio operativo è la divisione Connectivity Lab.
L’obiettivo è portare la Rete alla popolazione che ancora non ha accesso al web. Lo strumento può essere un esercito di droni sospesi nel cielo, attraverso i quali diffondere il wi-fi. I primi test potrebbero partire già nel 2015. «La nostra missione è rendere il mondo sempre più connesso: lo scopo ora è raggiungere quelle persone che non hanno la possibilità di accedere a Internet», sottolinea infatti Mendelsohn. Anche se, dice la manager, marketing e applicazioni dedicate restano importanti per l’azienda: «Facebook è una piattaforma che può essere usata per il business e questo, in tempo di crisi, è molto importante per le aziende. Come è vitale per le startup dedicate a sviluppare software che si appoggiano al social. Perciò ci aspettiamo che la tendenza continui in tutte le aree».
A livello mondiale, dice Deloitte, l’America del Nord ed Emea si contendono il primato dei risultati prodotti da Facebook sull’economia. La prima vince per impatto economico (104 miliardi di dollari), la seconda per numero di posti di lavoro generati (quasi un milione e mezzo).
Questo sfata il mito degli Usa sempre al primo posto e Mendelsohn conferma: «L’area Emea ha un impatto economico pari a 67 miliardi di dollari: per noi è molto importante ed è ricca di opportunità interessanti per la tecnologia. Soprattutto in città come Berlino e Londra, teste di ponte per le startup». Nella top five europea (che complessivamente vale 51 miliardi e 738 mila posti di lavoro) Gran Bretagna e Germania occupano infatti i primi due posti.