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 2015  ottobre 26 Lunedì calendario

Sono arrivato preparato alla conferenza stampa di Draghi sul Quantative Easing (QE), avevo: a) letto tutto il leggibile, in realtà mi sarebbe stato sufficiente leggere solo uno dei tanti articoli di Paul Krugman (un genio, ha trasferito l’idea del “multiplo”, da Andy Warhol al giornalismo d’élite); b) ascoltato il tifo da stadio, sia dei liberal, sia della Sinistra estrema, sia di quelli di Davos: “finalmente è arrivato l’arrotino”

Sono arrivato preparato alla conferenza stampa di Draghi sul Quantative Easing (QE), avevo: a) letto tutto il leggibile, in realtà mi sarebbe stato sufficiente leggere solo uno dei tanti articoli di Paul Krugman (un genio, ha trasferito l’idea del “multiplo”, da Andy Warhol al giornalismo d’élite); b) ascoltato il tifo da stadio, sia dei liberal, sia della Sinistra estrema, sia di quelli di Davos: “finalmente è arrivato l’arrotino”. Geniale l’americano che ha chiamato il “QE”, “Helicopter Ben” , dove Ben sta per Ben Bernanke, l’inventore del “buttare quattrini a pioggia dall’elicottero”. Dopo aver buttato 3.500 miliardi di $, di strutturale c’è poco, se non aver creato molti posti di lavoro (seppur di infima qualità), permettendo però a Obama di dire: “la crisi è finita” (ricordate Bush, vestito da aviere sulla portaerei, che dice “la guerra in Irak è finita?”). Anche Mario Draghi ci prova, sarà “Helicopter Drake” ? Ho ascoltato in religioso silenzio le parole di Draghi, condivisibili i concetti (essendo ovvi), imbarazzante il suo periodare quando è costretto a passare dagli obiettivi all’execution. Per dirla tutta, gli allegati (500 pagine) mi hanno ricordato i manuali di uso e di manutenzione dei robot industriali. Così ho preferito seguire un dibattito al top su SKY (un ex Premier, un celebre professore, un giornalista economico). Pur essendo passate solo 4 ore avevano già letto il documento monstre, ma su certi passaggi chiave davano interpretazioni bine o trine. Ho dedotto: o era scritto male o non l’avevano letto. Il problema. Un certo numero di Stati del centro-sud Europa, incapaci di gestire con un minimo di dignità la Grande Crisi, dopo aver piagnucolato anni per far pagare i loro debiti agli Stati del centro-nord (Germania in primis), accortasi di essere in default chiedono quattrini alla BCE, ed ecco la “manovra monetaria”. Ragionando in termini “aziendali” le “manovre monetarie” sono utili, spesso indispensabili, solo quando: # si è già fatto un feroce “downsizing” interno (peccato che l’uomo giusto l’abbiamo mandato via, sostituendolo con un famiglio); # la macchina produttiva gira già bene, quindi ha bisogno di più credito e più investimenti, per girare ancora meglio, e potersi così espandere. Senza questi presupposti (per ora non li abbiamo), sono quattrini buttati, che potrebbero produrre effetti negativi. Permettetemi un parallelo con l’acquedotto che porta acqua nelle nostre case. Sappiamo che l’orrenda gestione “pubblica” di questo “bene comune” (ricordate il referendum?) comporta, durante il tragitto, perdite di ogni tipo (buchi, furti, inquinamenti, etc.), solo un terzo-metà dell’acqua arriva a destinazione. Così, più acqua immetti dall’alto, più ne sprechi. Questo è il pericolo della mossa di Draghi, se i Governi (il nostro in particolare) non riparano l’acquedotto è acqua buttata. Ha ragione Merkel a non fidarsi, lei è l’unica persona seria, purtroppo circondata da una banda di “teppistelli politici”. Con la mossa di Draghi, non ci sono più alibi. E le cose da fare sono note da sempre: produttività, efficienza del “pubblico” (se possibile un suo “ritiro”), feroci spending review, meno tasse, riduzione del debito pubblico, incremento del PIL, meno diritti gratuiti e più doveri. Se pensiamo di rispondere solo con l’entusiasmo giovanilista siamo spacciati. Non è automatico quindi, come ho letto su alcuni giornali, che questa manovra porti alla crescita, anzi può tranquillamente portare a un innalzamento del debito nel medio termine. Oggi ci sarebbero delle concomitanze favorevoli per fare le cose di cui sopra: euro basso, petrolio ai minimi, maggior consapevolezza che anche un lavoro da 600 euro è pur sempre un lavoro, manca la volontà politica. Draghi ha fatto il suo mestiere, ha convinto i tedeschi ad accollarsi il 20% di rischio in caso di default, che va a sommarsi al rischio di avere in pancia titoli greci, italiani, irlandesi; i “birbanti” non potevano pretendere di più. Cosa c’è da attendersi? Per lo Stato e i grandi Gruppi industriali e bancari molto in termini di “respiro” sul debito (vedrete i supermanager monetizzeranno subito con super bonus, e i politici con più voti). Sono loro i veri beneficiari di “Helicopter Drake”. Per quelli della classe media e della classe povera, nulla: i primi continueranno a diventare più poveri, i secondi avranno un beneficio di qualche punto in meno di disoccupazione giovanile (lavori di bassa qualità, tipo i 7 milioni di tedeschi a 400 €/mese), in modo da meglio sedarli. Speriamo che cessi questa incapacità di guardare in faccia la realtà, il Governo la smetta di sognare e di chiacchierare. In questi ultimi anni siamo stati trascinati al fondo da analisi velleitarie e consolatorie, da beceri talk show, da sindacati ignoranti, da sette di potere intoccabili, da politici ridicoli. La combinazione del tutto è stata veramente esplosiva, la manovra di Draghi può bloccare questo degrado, oppure il rimedio può essere peggiore del male. Rispetto a noi i Greci sono un passo avanti, eleggendo Tsipras hanno trovato la persona giusta per andare a chiedere, in modo leggermente meno educato, l’elemosina a Bruxelles, ovvero fare la fine di Santorini. editore@grantorinolibri.it @editoreruggeri