Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 25 Domenica calendario

MANCANO LE STANZE UN GIP HA STUDIATO I FASCICOLI IN BAGNO»

Un giudice di Phnom Penh, Vietnam, ma anche un suo collega ucraino, brasiliano o coreano, fatica a rintracciare negli uffici giudiziari romani quei tratti perlomeno dignitosi che un tribunale dovrebbe possedere. La confessione del presidente del Tribunale, Mario Bresciano, in equilibrio fra stupore e «frustrazione» come lui stesso dice, conquista (amaramente) la platea di addetti ai lavori: «Le delegazioni straniere mi descrivono le loro condizioni di lavoro estremamente dignitose e si meravigliano delle nostre, esprimendo la loro ammirazione per il nostro impegno». Impegno che il procuratore generale, Antonio Marini, valuta assai maggiore in Italia che nel resto d’Europa: «Nel 2010 la magistratura italiana ha definito 2milioni e 834 mila cause civili mentre la Francia 1 milione e 700 e la Germania 1 milione 586 mila».
All’esterno le palazzine A e B sono ancora imprigionate dai ponteggi per la caduta degli intonaci: «Non posso tacere - dice Bresciano - le condizioni logistiche in cui operano sia i magistrati sia il personale di cancelleria, con fascicoli accumulati a terra per mancanza di spazi, tanto che un giudice è stato costretto a studiare un fascicolo in un bagno del tribunale civile».
Più tardi, in una conferenza stampa, il gip Costantino De Robbio e il pm Eugenio Albamonte presenteranno il libro bianco dell’Anm sullo stato di giustizia nel distretto di Roma. Dati quasi surreali come quello di Latina dove un unico magistrato è costretto a lavorare tutte le procedure immobiliari (ne ha chiuse ben 452 delle 655 arrivate in procura).
La carenza di personale, soprattutto amministrativo, al tribunale di Roma, incide sulla ragionevole durata dei processi, denuncia Bresciano: «Dovrò confermare la sospensione delle liquidazioni dei compensi ai difensori (d’ufficio, ndr) e ovviamente ciò comporterà un aumento delle condanne per irragionevole durata dei processi». Il presidente del Tribunale chiede «la copertura stabile dell’intera pianta organica, ossia di 1.198 persone, eliminando i distacchi» (fuori dall’aula il Comitato lavoratori di giustizia che chiede, fra l’altro, «il riconoscimento alle progressioni di carriera e che le nuove assunzioni per gli uffici giudiziari passino attraverso concorso pubblico»). Anche il procuratore capo Giuseppe Pignatone, a cui preme sottolineare la somma che nel 2014 è stata sottratta alla criminalità organizzata (1, 4 milioni di euro), affronta però la questione risorse: «Abbiamo previsto criteri di priorità per assicurare la trattazione tempestiva di processi di maggior rilievo sociale ma è chiaro che la diminuzione delle risorse non può continuare all’infinito». Pochi giudici e sempre meno motivati, dice il gip Giacomo Ebner: «L’assenza di concorsi ha portato con sé anche il veleno dell’invecchiamento mentale dell’apparato».