24 gennaio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - OGGI SI VOTA IN GRECIA
INTERVISTA VIDEO DI LIVINI
Alba Dorata ha condotto una campagna elettorale in sordina. Il segretario Nikos Michaloliakos e altri sei dei massimi dirigenti del partito nazionalista sono in carcere con l’accusa di associazione a delinquere per aggressioni a militanti di sinistra e immigrati e per l’omicidio del rapper Pavlos Fyssas. Il Parlamento ha chiuso il rubinetto dei fondi pubblici. I sondaggi dicono però che la formazione dell’ultradestra potrebbe arrivare terza alle elezioni cavalcando - come Marine LePen - la lotta contro l’austerity, la finanza e gli immigrati oltre a un riavvicinamento alla Russia. Lo racconta in esclusiva a Repubblica Theodoros Koudounas, uno deifondatori del partito, in una delle rare interviste concesse da esponenti di Alba Dorata
ALTRA INTERVISTA VIDEO A SAMARAS
Samaras: ’’Ancora 14% di indecisi, sono fiducioso’’
Il premier uscente, Antonis Samaras, passeggiando per le vie di Atene dove ha stretto le mani di alcuni sostenitori ha detto ai giornalisti di avere fuducia che i greci domani "decideranno per l’Europa, per la Grecia, per la crescita, la stabilità. Per questo sono molto fiducioso" ha detto. "C’è ancora un 14% di indecisi" ha detto.
VIDEO INTERVISTA A TSIPRAS
Queste le parole che Alexis Tsipras, il favorito alle elezioni politiche, leader del partito di sinistra radicale, Syriza, ha detto ai giornalisti oggi alla vigilia del voto, entrando in un locale della capitale greca
E’ il momento della verità: Syriza verso il successo La profezia di Alba Dorata: "Vincerà Syriza, fallirà e arriveremo noi"
Dentro al sede di Alba Dorata: tra croci celtiche e tatuaggi
Samaras: ’’Ancora 14% di indecisi, sono fiducioso’’
Tsipras: ’’Sono ottimista, nostra vittoria sarà vittoria di tutti europei’’
SAMARAS ALTRO VIDEO
Il premier greco uscente, Antonis Samaras, leader della formazione di centro destra Nuova Democrazia, ha tenuto nel palazzetto olimpico di Atene quello che potrebbe essere il suo ultimo comizio da capo del governo. Non a caso ha ferocemente attaccato il leader di Syriza, Alexis Tsipras, grande favorito alle elezioni di domenica. "Con Tsipras ci sarà solo ingovernabilità e il Paese sarà in balia della Troika"
REPUBBLICA.IT
COME FUNZIONA LA LEGGE ELETTORALE GRECA? Il voto del 25 gennaio eleggerà 300 deputati al Parlamento. Entrano in Parlamento solo i partiti che superano la soglia del 3%. Il partito che ottiene più voti (anche solo uno) vince un premio di maggioranza di 50 seggi. Gli altri vengono distribuiti proporzionalmente tra le formazioni che vanno oltre la soglia di sbarramento del 3%.
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COSA SUCCEDE IL GIORNO DOPO LE ELEZIONI? Se il primo partito ha più di 150 seggi (la maggioranza assoluta) il presidente affida al leader l’incarico di formare il governo che viene insediato nell’arco di tre giorni. Se il vincitore ha meno di 150 seggi, il presidente affida al suo segretario l’incarico di formare un governo di coalizione. L’incarico dura tre giorni. Se il tentativo non riesce, l’incarico passa per tre giorni al segretario del partito arrivato al secondo posto. Quindi, in caso di altra fumata nera, al terzo arrivato. Se nessuno riesce a formare un governo la Grecia torna alle urne entro un mese. E’ successo, per dire, a maggio 2012.
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CHI VINCERÀ LE ELEZIONI? Gli ultimi sondaggi dicono la sinistra di Syriza con il 33-38% seguita a 4-7 punti da Nea Demokratia, il centrodestra del premier Antonis Samaras. Per ottenere la maggioranza assoluta dei seggi - sostengono gli osservatori - Tsipras dovrà passare la soglia del 37%. Altrimenti dovrà cercare di formare un governo di coalizione. I partner più probabili sono To Potami (il nuovo partito del giornalista Stavros Theodorakis), i socialisti del Pasok e la formazione di George Papandreou.
PERCHÉ LA TROIKA TEME LA VITTORIA DI TSIPRAS? Perché il leader di Syriza ha già detto che non riconoscerà il memorandum firmato dai precedenti governi con Bce, Ue e Fondo Monetario (una serie di misure d’austerity e riforme pari al 20% del pil nazionale) in cambio dei 240 miliardi di prestiti che hanno tenuto la Grecia nell’euro quando tra il 2010 e il 2012 non aveva più soldi per onorare i suoi debiti. Tsipras ha promesso che appena eletto rialzerà salari e pensioni più basse, bloccherà le privatizzazioni e taglierà le tasse. Misure indigeste ai creditori. Syriza poi chiede un taglio del debito che la Troika non vuole concedere per evitare che un giorno dopo anche Spagna, Italia, Portogallo e Irlanda lo pretendano anche loro.
CI SONO MARGINI DI COMPROMESSO TRA TSIPRAS E I CREDITORI? Sì. L’Europa ha già ammorbidito le sue posizioni sul debito, aprendo a un allungamento delle scadenze e a una revisione dei tassi da pagare. Non un taglio vero e proprio ma qualcosa che ci assomiglia molto. E potrebbe anche abbassare l’obiettivo imposto al bilancio pubblico greco (un attivo pari al 4,5% del pil) per liberare soldi per gli investimenti. Pure Tsipras ha teso qualche ramoscello d’ulivo promettendo che onorerà i suoi impegni con Bruxelles e che si impegna a tenere il bilancio in equilibrio.
COSA SUCCEDE SE LA TROIKA ROMPE CON ATENE? Il vero problema a quel punto è la liquidità delle banche. Molti temono una corsa agli sportelli di risparmiatori spaventati per ritirare i loro soldi. In teoria la Grecia non ha molti debiti in scadenza fino a giugno e visto che oggi il bilancio dello Stato (al netto degli interessi) è in attivo di 3 miliardi potrebbe resistere per qualche tempo. Se la Bce però - in assenza di accordi - smettesse di garantire prestiti agevolati agli istituti ellenici, la situazione rischierebbe di avvitarsi in tempi brevi portando il Paese al rischio di crac. Anche perché il livello di soldi contanti nelle casse dello Stato è molto basso.
MA LA GRECIA È USCITA DALLA CRISI? Dal punto di vista contabile sì: il Pil, dopo aver perso il 25% dal 2009, salirà quest’anno del 2,9%. I conti dello Stato al netto degli interessi (Bce, Ue e Fmi ne hanno congelato il pagamento degli interessi fino al 2020 e hanno garantito tassi favorevolissimi dell’1,5% con scadenza a 32 anni) sono in attivo di 3,5 miliardi a dicembre. I tassi sui decennali sono scesi dal 42% dei giorni più neri fino al 4,5% di maggio prima di risalire ora all’11%. La ripresa però fatica a concretizzarsi nella vita di tutti i giorni della gente: il tasso di disoccupazione resta al 26% e le famiglie hanno perso il 40% del potere d’acquisto negli ultimi cinque anni. Non solo: il rapporto tra debito e pil resta altissimo, vicino al 170%. E molti ritengono inevitabile, con buona pace del falchi dell’euro, che alla fine i creditori, per sperare di rivedere i loro soldi, saranno costretti a concedere un altro taglio all’esposizione di Atene.
È POSSIBILE CHE LA GRECIA ESCA DAVVERO DALL’EURO? Le regole dell’Europa non prevedono l’uscita dalla moneta unica. E a dar fede alle dichiarazioni dei protagonisti, non c’è nessun rischio. Bruxelles ha ribadito nei giorni scorsi che l’adesione all’Europa è "irrevocabile". Alexis Tsipras ha detto che Atene vuole rimanere nella moneta unica e non farà mosse unilaterali rispetto agli accordi con la Troika.