Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 24 Sabato calendario

NAPOLITANO NON È ANDATO NEL MISTO

L’adesione di Giorgio Napolitano (un po’ inattesa, invero) al gruppo senatoriale «Per le autonomie» ne ha fatto salire a quota diciassette i membri. In passato, il gruppo (che ha avuto svariate denominazioni: lo si considera continuare unitariamente da una legislatura all’altra, mercé il riferimento alle autonomie sempre serbato) faticava sovente per restare nel minimo regolamentare di dieci.
Adesso si è rafforzato. Ancora una volta sono stati i senatori a vita a sostenerlo: fu così in passato, con Francesco Cossiga, Giulio Andreotti, Gianni Agnelli, Emilio Colombo e, adesso, con Elena Cattaneo e Carlo Rubbia, oltre che, da qualche giorno, con Napolitano. Degli altri tre senatori a vita, due (Carlo Azeglio Ciampi, di diritto, e Renzo Piano, nominato) stanno nel misto, l’altro (Mario Monti, nominato) è nel gruppetto dei sette rimasti in Scelta civica per l’Italia, che ha dismesso l’originario riferimento «per Monti». Anzi, va detto che, in passato, i senatori a vita erano indispensabili per la nascita o l’esistenza in vita del gruppo, richiedendosi i dieci componenti minimi regolamentari (salvo deroghe).
Si è asserito che a Napolitano avrebbe dato un certo fastidio trovarsi nella destinazione reputata per lui più naturale, ossia il gruppo misto, a causa del predominio in esso di Sel. I senatori dell’estrema sinistra sono appena sette su ventisei (fra gli altri abbondano gli ex grillini), ma detengono tutte le cariche del gruppo. Inoltre, la capogruppo Loredana De Petris è fra i senatori più interventori e usa toni sovente accesi. Può quindi darsi che all’ex presidente della Repubblica abbia dato fastidio l’ipotesi di trovarsi in simile compagnia.
Il gruppo Per le autonomie è, di fatto, anch’esso una specie di gruppo misto, come lo è del resto il gruppo Gal-Grandi autonomie e libertà. Se quest’ultimo è in maggioranza più vicino al centro-destra, il primo è di orientamento tradizionalmente governativo (non a caso ebbe tra i suoi aderenti Agnelli) e oggi collocabile nel centro-sinistra. È prematuro capire quale potrà essere l’impegno parlamentare di Napolitano, pur se viene data per sicura la sua partecipazione alle elezioni per il Colle. Tuttavia agire in un gruppo composito, non sempre omogeneo per espressione di voto, alieno da collocazioni estremistiche e sostanzialmente favorevole all’odierna maggioranza, dovrebbe consentire una certa tranquillità politica all’ex capo dello Stato. Napolitano è verosimilmente desideroso di non apparire troppo schierato, almeno fuori delle riforme da lui sempre predicate (e ancora non approvate).
Marco Bertoncini, ItaliaOggi 24/1/2015