Andrea Montanari, MilanoFinanza 24/1/2015, 24 gennaio 2015
CHE CALCIO AL TELEFONO
Hutchison Whampoa pur di conquistare O2 è pronta a fare follie. Il colosso asiatico del magnate Li Ka-Shing sta per mettere sul piatto 10,25 miliardi di sterline per comprare l’operatore tlc mobile appartenente alla spagnola Telefonica per integrarlo con Three e creare il numero uno del settore con 31 milioni di abbonati. O2, tra l’altro, era finita nel mirino della Sky Europe di Rupert Murdoch, che punta a integrarsi con un player telefonico per garantire la massima copertura territoriale partendo dalla posizione di leadership (oltre 10 milioni di clienti) nel business della pay tv. Nel frattempo, British Telecom sta accelerando le trattative con Deutsche Telekom e Orange per rilevare EE, operatore mobile e internet provider, valutato 12,5 miliardi di sterline. Tutto ciò senza dimenticare che il gigante Vodafone, che tra l’altro non ha una presenza consolidata nel settore delle telefonia fissa, vuole aggiudicarsi Virgin Media (secondo broadcaster satellitare con 3,4 milioni di abbonati) e per questo sta trattando con l’americana Liberty Media. Anche se nelle settimane scorse era circolata anche un’ipotesi di fanta-finanza: l’integrazione tra il colosso guidato da Vittorio Colao e Sky. Un’operazione di dimensioni e rilevanza tali che gli osservatori del settore per il momento giudicano impossibile o quasi.
Questo fermento che si sta registrando nel Regno Unito è il segnale della tendenza alla progressiva convergenza tra operatori televisivi e telefonici. Si tratta d’altronde di un trend già in atto negli Usa, dove per esempio l’operatore via cavo Comcast ha speso 45 miliardi di dollari per Time Warner Cable e At&t ha investito 48 miliardi per comprare Direct Tv. La concentrazione nel settore tmt (telecom, media, technology) è fondamentale perché consente di spalmare l’offerta di contenuti sul maggior numero possibile di piattaforme. E il passaggio degli operatori tlc da triple a quadruple player (internet, telefonia fissa, mobile e tv), appare sempre più inevitabile.
Intanto in Inghilterra è in atto la corsa all’aggiudicazione dei diritti tv della Premier League, il più ricco campionato di calcio d’Europa. L’asta, organizzata in due tranche, prenderà il via a inizio febbraio. Il piatto vale 4 miliardi di sterline per il periodo 2016-2019 e certifica il successo sportivo e di business di club come Manchester United (seconda squadra in Europa per ricavi dietro al Real Madrid), Manchester City, Chelsea, Arsenal e Liverpool. In gara per i diritti ci saranno Sky Europe e British Telecom, ma anche l’americana Discovery, proprietaria del network Eurosport, vuole partecipare. Mentre per la parte online a scendere in campo potrebbero essere due pezzi da 90 come Apple e Google.
Ciò che accadrà Oltremanica produrrà un effetto-domino nel resto d’Europa e non solo. Basti pensare al fatto che la spagnola Telefonica sta abbandonando il Regno Unito per concentrarsi sulla crescita in Brasile e rilevare Gvt dalla francese Vivendi. Ma al contempo, dopo aver comprato tutta la piattaforma tv a pagamento iberica Digital+ (rilevando il 22% venduto da Mediaset), è entrata con l’11% nel capitale dell’italiana Mediaset Premium, che, guarda caso, è studiata con attenzione anche della società transalpina, partecipata con il 5% e presieduta da Vincent Bolloré, proprietario anche dell’agenzia media-pubblicitaria Havas, che potrebbe essere fusa con Vivendi. Ancora, la stessa Vivendi in primavera subentrerà a Telefonica nel capitale di Telecom Italia: l’intenzione è poi di salire dall’8,3 al 15% e trovare un’intesa con Marco Fossati, titolare del 5% del capitale dell’ex monopolista telefonico italiano.
Allo stesso tempo il gruppo tlc guidato da Marco Patuano sta valutando l’opportunità di consolidare la propria presenza in Sudamerica tramite la controllata Tim Brasil, puntando a un matrimonio con Oi. Quest’ultima però è a sua volta interessata all’acquisizione della succursale brasiliana di Telecom. Nel frattempo Portugal Telecom ha dato il via libera per la cessione delle attività portoghesi di Oi al gruppo Altice. E questo potrebbe accelerare il merger nel più grande e popoloso e ricco mercato dell’America Latina. È per questa ragione che venerdì 23 il titolo Telecom Italia a Piazza Affari ha guadagnato il 4,57% tra scambi record (è passato di mano il 2,3% del capitale, il triplo della media giornaliera dell’ultimo mese).
Le scommesse, insomma, sono partite. E nel valzer è coinvolto anche il titolo Mediaset, che sempre nella stessa seduta di venerdì, sulla spinta del risiko emerso in Inghilterra, ha guadagnato il 2,78% scambiando l’1,81% del capitale.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 24/1/2015