Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 23 Venerdì calendario

IL PARTITO PUNTA SUL LOGO. E VINCE

Il successo di Podemos alle scorse elezioni europee è stato grande e promette di esserlo ancora di più a fine anno, quando si terranno quelle politiche (un sondaggio condotto ai primi di gennaio da Metroscopia per El Paìs li dà al 28,2 per cento). Ma le spese aumentano. E allora, si sono chiesti i leader del partito, Pablo Iglesias in testa, come finanziare la crescita? La nuova formazione spagnola, che rischia di far saltare il tradizionale bipolarismo tra socialisti e popolari, ha deciso perciò di puntare sul marchio, prendendo spunto, tra l’altro, dalla campagna di Barack Obama alle presidenziali del 2008. «Il presidente americano», ha spiegato a El Paìs Sarah Bianzobas, responsabile marketing di Podemos, «ha raccolto quasi 30 milioni di euro con il merchandising, quattro volte di più dei suoi rivali». I primi risultati stanno dandole ragione: con la vendita di t-shirt, tazze, penne, borse il partito ha già incassato circa 73 mila euro, il 6,9 per cento del totale dei fondi raccolti. Una strategia alla quale forse saranno costrette a far ricorso anche le altre formazioni politiche, dato che in Spagna, secondo un recente sondaggio condotto dal Centro di ricerche sociologiche (Cis), i cittadini sono sempre meno propensi a finanziare in modo diretto i partiti. Alcuni loro rappresentanti sono stati recentemente protagonisti di scandali e indagini e hanno provocato negli elettori una reazione di rifiuto dell’intera classe politica tradizionale, individuata come responsabile di tanti guai del Paese. Finora con il merchandising solo gli indipendentisti catalani dell’Anc hanno fatto meglio di Podemos, avendo raggiunto i 100 mila euro di fondi raccolti dalle vendite di prodotti con il logo del partito. I socialisti affermano di vendere migliaia di oggetti, ma non quantificano gli incassi; i popolari hanno chiuso già nel 2007 il poco redditizio sito web sul quale proponevano l’acquisto di magliette e altro; la coalizione Sinistra Unita applica il merchandising solo alle singole campagne, raccogliendo non più di 6 mila euro l’anno. Anche su questo fronte, dunque, i vecchi partiti rischiano di sfigurare davanti ai giovani anti austerity di Podemos.