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 2015  gennaio 22 Giovedì calendario

IL LUSSO DI VIVERE SU MISURA


Il lusso vero può costare 34 euro e 90 centesimi. L’importante è che sia ricolmo di cultura, amor di sé, adorazione per il bello: «È importantissimo che le maniche ruotino in avanti, che i bottoni si chiudano morbidamente e la fibra del tessuto rimanga perfettamente distesa» decanta Federica Toscanini, che nell’omonima azienda di Borgosesia produce grucce appendiabiti che lasciano al gentiluomo libera scelta sul colore del gancio, sull’essenza del legno, la finitura del noce e del wengé, l’apertura delle spalle, e persino se incidere o meno le proprie iniziali al centro, in corsivo o stampatello: «Come dicono i sarti di Napoli: la giacca si spazzola, non si stira mai». Si allarga ad ambiti sempre più pop il mondo del «su misura», declinazione personale e non necessariamente proibitiva dell’unico e dell’esclusivo.
Un universo di personalizzazioni pensate per l’uomo che si dice colto in ogni branca, ma non per forza con un lauto conto in banca. Una ex nicchia che lentamente esce dall’ambito d’elezione della moda per allargarsi a tecnologia, auto, yacht, biciclette, orologi e profumi. Emblematico il «su misura» anatomico di Nrml per esempio, startup newyorkese che grazie a una app per smartphone è in grado di fotografare il padiglione auricolare dell’audiofilo e recapitargli a casa, in 48 ore e per 200 dollari, un paio di cuffie stampate in 3D e perfettamente aderenti alla pelle. O l’avveneristico solipsismo di Individuai sound zone, sistema di microcasse stereo da inserire nel poggiatesta dell’auto che permettono a ciascun passeggero di ascoltare un genere di musica diverso. Oppure, l’«a modo mio» da risveglio perfetto di Smarter, una sofisticata caffettiera wi-fi realizzata a Londra e che, se correttamente programmata da chi lo considera un rito e non un tic mattutino, serve all’ora prefissata un caffè più o meno tostato, più o meno macinato, dosato a piacimento e alla temperatura richiesta. Per non parlare della moda dilagante del car wrapping, sistema di customizzazine automobilistica che grazie a pellicole adesive e multicolore (ormai di culto il camouflage militare) permette di personalizzare completamente la carrozzeria di un’automobile senza passare sotto le forche caudine del preventivo di un carrozziere.
«Negli ultimi anni però le aziende hanno giocato parecchio sull’ambiguità dei termini» avverte Alex Pietrogiacomi, 37 anni e autore della guida al lusso personalizzato Semplice, elegante: piccolo prontuario a uso del moderno gentleman: «Parole come “bespoke”, o “made to measure” spesso nascondono prodotti in larga parte preconfezionati e poi adattati al cliente in finti atelier. Il sartoriale vero, invece, non ammette compromessi». E pedalano lungo questo solco gli artigiani milanesi di Sartoria Cicli, che per 5 mila euro sono in grado di confezionare pezzi unici utilizzando componentistiche originali degli anni Settanta: «Chi viene da noi cerca l’incarnazione di un sentimento, non un oggetto da esibire» racconta Luca Lanzani, che ha da poco consegnato una bici rivestita di tessuto verde-loden a un cliente innamorato di Cortina d’Ampezzo. «Noi lo chiamiamo “sartoriale emotivo”: un cliente racconta la sua storia, e noi gli assembliamo una favola meccanica».
Ed emotiva deve essere stata anche la scelta del gioielliere di Dubai che ha fatto intingere nell’oro il telaio della sua Duu, motocicletta da 50 mila euro realizzata in esemplare unico dal produttore italiano CR&S. Un’internazionalizzazione degli sfizi che fa emergere anche interessanti dinamiche del tailor-made antropologico: «I nostri clienti cinesi comprano yacht che non vedono mai il mare» racconta un venditore del gruppo Ferretti, «di fatto sono sedi di rappresentanza attraccate in porto per cene d’affari e riunioni: quindi niente cabine, ma unicamente sale meeting, saune, piccoli casinò, stanze per il karaoke e locali interi dedicati al mahjong».
Esempi contemporanei di personalizzazioni rivolte a una clientela abituata a nuotare in un mare vastissimo di denaro: si calcola che solo nel 2014 ben 1,1 bilioni di euro sono stati spesi per acquistare beni di lusso. Di questi, secondo i calcoli di Bain e Altagamma, oltre 400 miliardi sono andati per auto e moto, mentre circa 270 per l’acquisto di gioielli, abiti e accessori. È per intercettare questi connoisseur che Santoni ha lanciato «Fatto a mano su misura», forse il più accurato e filologico servizio di costruzione artigianale di una scarpa proposto da un brand internazionale: per ogni cliente, c’è un artigiano sempre pronto a partire da Corridonia, nelle Marche, per recarsi in qualsiasi angolo del mondo a prendere le misure. Strategia inversa da quella utilizzata da Fukaya Hidetaka, tra gli inamovibili «ciabattini» di Firenze: «Un cliente giapponese mi ha appena ordinato delle scarpe in coccodrillo con diamante incastonato nella fibbia: la cosa curiosa, è che ne ha volute 30 paia, tutte uguali». È il paradosso dei millionaire sartoriali: così unici, da potersi annoiare soltanto di se stessi.