Sebastiano Vernazza, SportWeek 17/1/2015, 17 gennaio 2015
DAL CALCIO AL CALCETTO E VICEVERSA
C’è chi comincia la carriera col calcetto e chi col calcetto la chiude. Chi si ricorda di Gilberto, meteora dell’Inter nel 1998-99? Era brasiliano e fino a 18-19 anni aveva giocato nel futsal. Verso i vent’anni il grande salto nel calcio a 11. Quando arrivò a Milano, Ronaldo disse: «È il più forte terzino sinistro dopo Roberto Carlos». Come no: 3 presenze e ritorno a casa. Attenzione, però, a deridere Gilberto: non era così scarso come sembrava, mise assieme 35 gettoni nella Seleção, partecipò a 2 Mondiali. Tant’è, gli è rimasto il marchio: “Gilberto sì, quello del calcetto”. Vi ricordate di Mourad Meghni? Franco-algerino di talento, in stagioni recenti ha giocato in Serie A nel Bologna e nella Lazio. Aveva piede e nei suoi momenti migliori si guadagnò generosi accostamenti a Zinedine Zidane. Meghni compirà 31 anni ad aprile, età ancora abbastanza verde per un professionista, eppure dopo un’esperienza in Qatar si è ritrovato ai margini. Così è ritornato a vivere in Francia e ha accettato la proposta della Champs Futsal, squadra di calcio a cinque della località di Champs-sur-Marne, nei pressi di Parigi. Non si parla nemmeno di Serie A, ma di campionati regionali. Di sicuro sarà una parentesi, auguriamo a Meghni di riemergere ad alto livello, ma la sua storia dovrebbe essere di monito a quelli che pensano di avercela fatta e si appisolano su qualche bella prestazione. I vent’anni passano in fretta e a 30, se non si ha la testa giusta, c’è il rischio di ritrovarsi col sedere a terra, aggrappati al calcetto del giovedì sera con gli amici.