Varie, 20 gennaio 2015
Influenza per Sette - Si attende il picco di influenza stagionale, in ritardo rispetto al solito e un po’ più aggressiva soprattutto per chi ha meno di cinquant’anni
Influenza per Sette - Si attende il picco di influenza stagionale, in ritardo rispetto al solito e un po’ più aggressiva soprattutto per chi ha meno di cinquant’anni. Sarà più diffusa anche per via dell’allarme sui decessi attribuiti al vaccino Fluad (nell’ultimo anno ci sono state circa 2 milioni di persone che hanno rinunciato a immunizzarsi). Il significato della parola «influenza» risale al XVI secolo e indica che febbre, tosse e raffreddore derivano da congiunzioni astrali sfavorevoli. I Romani nella seconda metà di gennaio celebravano la dea Februa. Per la purificazione della città le donne giravano per le strade portando fiaccole accese. La dea riceveva offerte da suoi fedeli, nella speranza di evitare la malattia ma soprattutto di ottenerne la guarigione. Recentemente si è ipotizzato che la peste di Atene, verificatasi tra il 430 e il 427 a.C. e descritta da Tucidide, fosse in realtà un’epidemia influenzale aggravata da complicazioni. Un’influenza è pandemica quando si diffonde in tutto il mondo, epidemica quando si diffonde solo in certe zone. Nell’VIII secolo d.C., una «febbre italica» colpì le truppe di Carlomanno, fratello di Carlo Magno, in marcia contro l’imperatore Carlo il Calvo. La prima epidemia di influenza viene fatta risalire al 1173. La prima pandemia attribuibile all’influenza è datata 1580. Da allora sono state descritte 31 pandemie. Nel 1781 una pandemia di influenza colpì due abitanti su tre a Roma. «Mi pareva aver la testa/ come un mazzo da stellare / mi doleva si la schiena/ch’io pareva bastonato» (canzone popolare scritta da un fabbro bolognese nel 1580). In passato era chiamata «mal gentile» da medici e funzionari di salute pubblica che dovevano fronteggiare ben più terrificanti epidemie. Rappresenta la terza causa di morte in Italia per patologia infettiva. Per le mancate vaccinazioni ogni anno l’influenza miete in Italia ottomila vittime. Nel mondo l’influenza invernale uccide ogni anno tra 250.000 e 500.000 persone e l’Oms calcola che la vaccinazione riduca del 60% la morbosità e dell’80% circa la mortalità. Ogni anno si ammala di influenza circa l’8% della popolazione. Nella fascia 0–14 anni, che è quella più colpita, l’incidenza è pari a circa il 22%. Tipi di virus influenzali: A, B e C. I primi due sono responsabili della classica forma di influenza, mentre il tipo C, spesso asintomatico, provoca un’infezione simile al raffreddore. I virus di tipo A circolano nell’uomo e in altre specie animali (uccelli, maiali, cavalli). Di solito il virus dell’influenza si trasmette dagli uccelli ai maiali e da questo all’uomo. I virus di tipo B sono presenti solo nell’uomo. I virus dell’influenza A sanno modificarsi, per gradi o improvvisamente, e dare luogo a un ceppo tutto nuovo. In questo caso si verifica una pandemia perché buona parte della popolazione mondiale è priva dell’azione protettiva degli anticorpi. Influenze famose: la Spagnola nel 1918, l’Asiatica nel 1957, la Hong Kong 1968. L’ultima pandemia, la suina A-H1N1 del 2009-2010, si è diffusa veloce come mai prima, infettando 74 Paesi diversi entro cinque settimane dalla comparsa del primo focolaio in Messico. La Hong Kong per diffondersi dalla Cina in tutto il mondo impiegò un anno. La Spagnola, secondo il Bullettin of Medical History, uccise fra 50 e 100 milioni di malati, il grosso tra settembre e dicembre 1918. Più vittime di quante ne fece la Peste nera in quattro anni, alla metà del ’300. L’unico posto al mondo in cui non furono registrati casi di Spagnola è l’isola di Marajò, alle foci del Rio delle Amazzoni, in Brasile. Gran parte delle vittime della Spagnola furono giovani sani tra i 18 e i 29 anni di età. Per curare la Spagnola un farmacista francese inventò il metodo “dei due berretti”: s’appende un berretto alla maniglia della porta e si beve vino rosso finché non se ne cominciano a vedere due. A questo punto: a letto per una bella sudata, sperando che sia sufficiente a guarire. Tra i morti di influenza Spagnola il sociologo Max Weber, il poeta Apollinaire, l’autore Edmond Rostand, il pittore Egon Schiele. La Spagnola fu chiamata così anche se ebbe origine in un campo militare statunitense nello stato del Kansas. Secondo uno studio condotto su 200 studenti dalla Lancaster University, privilegiare la vaccinazione di persone con molti amici sui social network aiuterebbe la diffusione dell’immunoprofilassi. Una ricerca della Ajou University School of Medicine, in Corea del Sud, condotta su 1.200 operai di 40 fabbriche conferma che i maschi quando hanno l’influenza si lamentano ed enfatizzano i sintomi più delle femmine. Morirono di febbre: Edoardo V d’Inghilterra, Lord Byron, Alberto di Sassonia marito della regina Vittoria d’Inghilterra, Caravaggio, Nino Bixio, François Cliquot produttore di spumante, Giovanna Seymour terza moglie di Enrico VIII, papa Giulio II, Mozart ecc. Nel 1945 Joan Crawford non partecipò alla cerimonia di assegnazione dei premi Oscar perché era a letto con l’influenza e la febbre alta. Quando dalla radio apprese di aver vinto la temperatura le salì ancora, ma quando Michael Curtiz le portò a casa la statuetta riuscì comunque a brindare con lo champagne. L’influenza si trasmette attraverso le goccioline di saliva e le secrezioni respiratorie, con tosse, starnuti, colloqui a distanza ravvicinata. Oppure anche toccando le secrezioni su oggetti e superfici e poi portandosi le mani alla bocca. Meglio evitare luoghi affollati. Lavare spesso le mani con acqua e sapone, oppure strofinarle con soluzioni a base di alcol. Nel 2010 gli italiani, per salvarsi dalla suina, si lavarono così tanto le mani da far aumentare i casi di dermatite: dal 20 al 25%.