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 2015  gennaio 20 Martedì calendario

DIABOLICO

«Faccio parte delle istituzioni e quindi non posso lamentarmi, dico solo che errare è umano, perseverare diabolico... Detto questo, ribadisco che confido nella terzietà degli arbitri, che li ho sempre difesi e che continuerò a farlo» (Claudio Lotito e gli errori arbitrali che avrebbero penalizzato la sua Lazio).

MAGO «Nessuno è un mago. Bisogna lavorare e a volte non basta ancora. Ci manca qualcosa e proprio per questo ci vuole tempo, ma io credo che in Champions possiamo arrivarci: o arrivando terzi, il campionato è lungo, o attraverso altre strade» (Roberto Mancini).

TALENTO «Senza il talento? Sono uno sportivo, avrei tentato con un’altra disciplina. Non amo il calcio, però l’ho praticato. Forse avrei tentato quella strada. Non avrei fatto il musicista, perché mio padre non me lo ha permesso» (Lewis Hamilton).

PALYSTATION «Non è facile allenare i tuoi ex compagni. Io e Ciro stavamo in camera insieme, passavamo ore a capire come marcare gli avversari. Bangsbo, il danese che lavorava con Lippi, ci passava i dvd e noi li guardavamo. Ora i ragazzi stanno al cellulare e giocano alla PlayStation. Io alla Juve in ritiro la staccavo: volevo parlare di calcio» (Paolo Montero).

CHAT «Non provo rabbia, non ho cicatrici. Il giorno della grazia Ale Gentile e Nik Melli sono stati i primi a invitarmi nella chat di Whatsup del gruppo azzurro dive tutti mi hanno accolto bene. Certo, dovremo parlare a quattr’occhi, ma è un buon inizio» (Daniel Hackett).

DISCOTECA «Una volta ti conoscevano sotto tutti i punti di vista, sapevano chi eri, che vita facevi, se andavi in discoteca, che gente frequentavi. Aveste visto tutte le informazioni che raccolse su di me Ariedo Braida, un grandissimo dirigente, prima di portarmi al Milan.Per fortuna a 19 anni mi comportavo già da professionista» (Christian Panucci).

NORMALE «Io vado avanti col mio stile. Quello di una persona tranquilla, a volte anche troppo. So che in certe situazioni dovrei essere più cattivo. Il calcio è un mondo spietato, se resti sempre buono al tuo posto ci sarà ogni volta quello più furbo che se ne approfitta. Ma sono contento di quello che sono, perché resto me stesso. Un tipo normale, prodotto di una famiglia normale» (Jack Bonaventura).