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 2015  gennaio 20 Martedì calendario

GENOA E I GIOCHI PREZIOSI NEL BILANCIO

Enrico Preziosi, proprietario della più antica squadra di calcio d’Italia, il Genoa Cricket and Football club, è un imprenditore nel settore dei giochi. E nel bilancio al 31 dicembre 2013 Preziosi ha mostrato molta creatività.
I giochi nel bilancio del Genoa sono di tipo contabile. Secondo la situazione semestrale al 30 giugno 2013 approvata dal consiglio di amministrazione il Genoa aveva un patrimonio netto negativo di 27,7 milioni di euro. In questi casi gli azionisti devono versare denaro nella società, altrimenti l’azienda fallisce. Preziosi non ha fatto una ricapitalizzazione, eppure a fine 2013 il Genoa aveva un piccolo utile e un patrimonio netto positivo di 2,28 milioni, nonostante il giro d’affari fosse diminuito a 57,2 milioni, 16 milioni in meno del 2012.
Come ha fatto Preziosi a ribaltare la situazione? Il 30 dicembre 2013 il Genoa ha scorporato il ramo d’azienda dell’area commerciale, con sponsorizzazioni, merchandising, marketing e pubblicità. Questo ramo è stato conferito in una nuova società, la Genoa Image Srl, con atto del notaio Federico Cattanei. Un perito, Antonio Rosina, ha valutato il ramo d’azienda 27,46 milioni e il Genoa Cfc ha iscritto nei conti una plusvalenza di 27,46 milioni, che ha permesso di chiudere il buco nel bilancio.
Di chi è il Genoa Image? Appartiene al 100% alla stessa squadra di calcio, cioè a Preziosi. La plusvalenza quindi c’è solo sulla carta. È come se Preziosi avesse passato il ramo d’azienda dalla mano destra alla sinistra e avesse dichiarato di aver così “guadagnato” 27,46 milioni.
Quest’acrobazia contabile viene segnalata dalla società di revisione Mazars, nella relazione di certificazione del bilancio firmata da Paolo Maloberti, con un richiamo d’informativa. E non è la sola nel bilancio.
La squadra di Preziosi ha anche iscritto tra le entrate 15,39 milioni di proventi relativi alla «valorizzazione della perdita fiscale del 2013» e degli anni precedenti trasferite «nell’ambito del consolidato fiscale» alla sua controllante, la Fingiochi Spa. Le perdite accumulate dal Genoa dovrebbero servire a Fingiochi per pagare meno tasse. Ma l’eventuale risparmio fiscale potrà esserci solo in futuro, mentre i proventi per le perdite fiscali sono stati iscritti subito nel bilancio 2013 perché l’accordo tra le due società (cioè tra Preziosi e se stesso) «prevede la remunerazione delle perdite fiscali al momento del loro trasferimento indipendentemente dall’effettivo utilizzo».
Anche la relazione del collegio sindacale menziona le due operazioni, senza le quali nei conti del Genoa ci sarebbe stato un buco di quasi 43 milioni.
Per arrivare all’equilibrio di bilancio, chiuso con un utile netto di 381.602 euro, ci sono anche plusvalenze nette dalla vendita di calciatori per 23 milioni. Le principali derivano dalle cessioni di Stefan Simic al Milan per 10 milioni (plusvalenza di 9,57 milioni), Dejan Lazarevic al Chievo per 7 milioni (5,47 di plusvalenza), Michael Ventre all’Inter per 3,64 milioni (3,637 di plusvalenza).
Il Genoa a fine 2013 aveva 236,5 milioni di debiti, più del doppio rispetto ai crediti (108,7 milioni).