20 gennaio 2015
Pasquale Castaldo, 51 anni. Di Afragola (Napoli), sposato, padre di due figli, Ciro, 17 anni e Rachele, 23, operaio, nei giorni lavorativi viveva a Roma con sei compaesani in un appartamento in via Galati 42, zona Colli Aniene
Pasquale Castaldo, 51 anni. Di Afragola (Napoli), sposato, padre di due figli, Ciro, 17 anni e Rachele, 23, operaio, nei giorni lavorativi viveva a Roma con sei compaesani in un appartamento in via Galati 42, zona Colli Aniene. Lì viveva pure Giovannina Serra, 83 anni, «un po’ strana, schiva, silenziosa», proprietaria di quattro case tra il Lazio e la Sardegna e tuttavia solita rovistare tra i rifiuti. Il 3 gennaio uno dei condomini aveva chiamato i vigili del fuoco: c’era puzza di gas e la donna era stata vista bruciare una vecchia poltrona sul balcone. I tubi le erano stati sigillati. L’altra sera la Serra, sfrattata dopo quattro ingiunzioni, prima di andarsene in un altro appartamento scrisse su alcuni biglietti «il Signore questa casa non ve la farà godere perché siete ladri» e lasciò una bombola del gas aperta. Ne seguì un esplosione che uccise il Castaldo, morto soffocato in bagno, la testa rannicchiata tra le gambe. Ventuno i feriti: un collega dell’operaio si è salvato saltando dal balcone e ha le gambe fratturate. Altri due sono saliti ai piani più alti, dove li ha raccolti la gru dei vigili del fuoco. Una mamma con i figli piccoli ha scavalcato il divisorio tra il suo balcone al terzo piano e quello della scala confinante. La Serra, rinchiusa a Rebibbia per omicidio e strage, nega di aver provocato l’esplosione nonostante al momento dell’arresto avesse abiti e capelli bruciacchiati. Notte di lunedì 19 gennaio in via Galati 42, zona Colli Aniene, a Roma.