David Carretta, il Messaggero 17/1/2015, 17 gennaio 2015
BCE SCOPRE LE CARTE E PREPARA UN MASSICCIO ACQUISTO DI TITOLI
BRUXELLES La Banca Centrale Europea potrebbe essere a cinque giorni da unQuantitative Easing «massiccio», dopo che il suo presidente, Mario Draghi, ha cercato copertura politica a Berlino per un programma di acquisto di titoli pubblici destinato a evitare la deflazione e risollevare la sorti della zona euro. Mercoledì, Draghi ha incontrato la cancelliera tedesca, Angela Merkel, e il ministro delle Finanze tedesco, Wolfang Schaeuble. Al centro del colloquio, le misure straordinarie che il Consiglio dei governatori discuterà il 22 gennaio. Draghi, secondo quanto rivelato dal settimanale Spiegel, avrebbe spiegato a Merkel e Schaeuble i contorni del piano che sarà presentato nei prossimi giorni agli altri banchieri centrali della zona euro. Per evitare un trasferimento dei rischi tra Stati membri, le banche centrali nazionali sarebbero chiamate a comprare debito del proprio paese. Gli acquisti avverrebbero sulla base della chiave di ripartizione del capitale della Bce, con un limite del 20-25% del debito di ciascun paese. La Grecia, che domenica 25 gennaio andrà a elezioni che potrebbero portare al potere l’estrema sinistra di Syriza, verrebbe esclusa dal programma, perché i suoi titoli sovrani non rispettano i criteri di qualità richiesti. Lo Spiegel non ha citato le sue fonti, ma in un’intervista allo stesso settimanale, il presidente della banca centrale olandese, Klaas Knot, ha detto di essere a favore del piano che Draghi avrebbe svelato ai leader tedeschi. «Se ciascuna banca centrale compra solo il debito del suo paese, il pericolo di una ridistribuzione non voluta dei rischi finanziari sarebbe più basso», ha spiegato Knot.
LA POSTA IN GIOCO
La conferma che la riunione di giovedì potrebbe essere decisiva è arrivata anche da Benoit Coueré, uno dei sei membri del Board Bce. Il 22 a Francoforte i governatori «si riuniranno per decidere», ha detto Coueré al quotidiano francese Liberation: «Prenderemo in conto le esperienze americane e britannica al fine di determinare l’ammontare delle obbligazioni di acquistare al fine di ristabilire la fiducia nel fatto che l’inflazione ritornerà a un livello vicino e inferiore al 2%». Secondo Coeuré, «per essere efficace il Quantitative Easing deve essere massiccio». Alcuni analisti scommettono su 500 miliardi. Altre fonti parlano di 750 miliardi. Ma non è escluso che si arrivi alla cifra simbolica di 1.000 miliardi. Di certo, i mercati scommettono su una grossa cifra, anticipando le prossime mosse della Bce. Le Borse europee ieri hanno chiuso in positivo, con Milano che ha guadagnato il 2,18%. Lo spread tra i Btp e i Bund tedeschi è sceso a 126 punti base, con un rendimento sul titolo decennale che ha toccato il minimo storico attestandosi a quota 1,67%. Anche l’euro prosegue la sua caduta sul dollaro: in serata era a 1,15, ai minimi dal 2003.
Draghi rischia però di incontrare la resistenza dei cosiddetti falchi della Bce. L’opposizione del presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, è conosciuta. All’inizio della settimana, anche Sabine Lautenschläger, membro tedesco del Board, ha detto di non essere convinta «da un ampio programma di acquisto di titoli di Stato». Anche se in minoranza, alcuni governatori potrebbero chiedere a Draghi di aspettare. Gli analisti di Deutsche Bank ritengono che «per evitare la delusione dei mercati», il presidente della Bce invierà chiari segnali il 22 gennaio ma il voto formale o tutti i dettagli del programma arriveranno solo a marzo.