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 2015  gennaio 18 Domenica calendario

Gli appartamenti sono freschissimi di ristrutturazione, dotati di videocitofono, porta blindata, doppi vetri alle finestre e sensori per prevenire fughe di gas, oltre alle termo-valvole per il riscaldamento

Gli appartamenti sono freschissimi di ristrutturazione, dotati di videocitofono, porta blindata, doppi vetri alle finestre e sensori per prevenire fughe di gas, oltre alle termo-valvole per il riscaldamento. Eppure non li vuole quasi nessuno, nonostante la crisi della casa morda forte anche a Bologna, fra occupazioni e liste d’attesa infinite per l’edilizia pubblica: perché, e qui la vicenda si tinge di assurdo, queste case non hanno i balconi, oppure si trovano a piani troppo alti, o ancora perché il quartiere non piace ai potenziali inquilini. Non piace la zona Sono i 55 alloggi popolari appena rimessi a nuovo dal Comune di Bologna nella prima periferia della città, in via Rimesse. L’amministrazione ci ha speso 5,5 milioni di euro e poi, a lavori quasi ultimati, ha chiamato gli aventi diritto, cioè le famiglie in cima alla lunghissima graduatoria delle case popolari, che ne raccoglie 6.500. A questo punto però sono cominciate le sorprese: «Su 130 famiglie convocate per l’offerta hanno accettato solo in dieci, altre 10 ci stanno pensando mentre tutte le altre hanno rifiutato», spiega l’assessore alle politiche abitative, Riccardo Malagoli. Sono le ragioni addotte dagli assegnatari a indignarlo: «Non le hanno volute per motivi banali; in sei casi perché gli appartamenti sono senza balconi, poi ci sono quelli a cui non piace la zona, nonostante sia servita bene dai mezzi e sia non lontana dal centro, e poi quelli che vorrebbero l’alloggio al pian terreno. E’ vero che hanno potuto vederli solo sulle planimetrie, perché i lavori non erano ancora finiti, ma noi ci siamo imposti di fare il più presto possibile proprio perché l’emergenza casa è grave». Si tratta di palazzine di 5 piani costruite negli Anni Trenta dove gli assegnatari pagheranno in media 120 euro al mese, dai 50 per gli alloggi più piccoli fino ai 300 per quelli da 80 metri quadri. «A Bologna c’è una grande necessità di abitazioni pubbliche e i prezzi che abbiamo stabilito sono assolutamente sopportabili – aggiunge Malagoli -. I requisiti per accedere agli alloggi sono un reddito familiare inferiore ai 36 mila euro, e un punteggio basato su malattie, handicap o altre difficoltà. La procedura prevede che a ogni assegnatario siano mostrate tre soluzioni ma anche alla luce di questi episodi proporremo di cambiare il regolamento, ammettendo il rifiuto solo per motivi seri e non perché “non mi piace la zona”…». «Non le hanno viste» Secondo il sindacato inquilini le cose non stanno così: «Temo che aver fatto scegliere gli appartamenti solo sulle planimetrie sia un boomerang – dice Mauro Colombarini, segretario Sunia –. Ho parlato con alcuni assegnatari che non hanno accettato: si tratta di due famiglie con disabili in carrozzina. Non avendo potuto prendere visione degli alloggi, la gente nel dubbio si è rifiutata. C’è anche il tema della zona: magari c’è chi ha il bambino iscritto a scuola in tutt’altra parte della città. E poi c’è il fatto della scelta, che normalmente è su tre appartamenti».