Paolo Siepi, ItaliaOggi 14/1/2015, 14 gennaio 2015
PERISCOPIO
Ho studiato a lungo la storia tedesca per capire cosa è andato in modo sbagliato per gli ebrei in questo paese. Com’è che il popolo di Goethe e Schiller, quel popolo tedesco che si paragonava agli ebrei nel loro amore per la letteratura e la filosofia, è diventato il mostro del Ventesimo secolo? Non ho trovato risposte. Fania Oz, figlia dello scrittore Amos. La Stampa.
(mfimage) Renzi è a un bivio: se lancia una personalità forte si accredita come leader, ma si mette sopra la testa una figura ingombrante. Se propone un peso leggero, rimane l’unica star, ma avvalora la tesi di chi sostiene che il suo principale difetto consista nel circondarsi di mediocri. Massimo Gramellini. La Stampa.
«È imminente la conclusione del mio mandato...». Ma va? È quasi un peccato che se ne vada, Re Giorgio II di Borbone: proprio sui titoli di coda, sta cominciando a diventare simpatico. Mentre il solito esercito di aruspici, indovini, esegeti, giorgiologi e aspiranti eredi al trono consulta i fondi di caffè, le viscere animali, le congiunzioni astrali, la curvatura della schiena e le virgole di ogni monito per azzeccare la data esatta dell’abdicazione, lui continua imperterrito a non farvi il minimo cenno. È imminente, ancora un po’ di pazienza, ci siamo quasi, fuoco, fuocherello, fuochino... Li sta facendo impazzire. Marco Travaglio. Il Fatto.
L’articolo 18 è roba sua, Cavaliere, come di Matteo. La critica del conservatorismo delle corporazioni e dei sindacati, la diffidenza verso le burocrazie, tutto questo è il meglio del berlusconismo iniettato nelle vene del patto del Nazareno, l’atto che ha reso possibile e credibile questa nuova fase. Lei non può ragionevolmente intitolarsi tutto questo e disconoscerlo a giorni alterni. Non può tenere i suoi a far niente, dunque ad aspettare di prendere qualche voto sulla scia dell’opposizione antagonista della Camusso, di Grillo e delle consorterie della vecchia sinistra protestataria, illusione delle illusioni. Giuliano Ferrara. Il Foglio.
«Avreste bisogno di nuovi modelli di relazioni industriali, il conflitto non porta a niente mentre dovreste creare situazioni win win con i dipendenti». In mezzo alle due esperienze italiane di Petersson come a.d. di Ikea Italia, è stato numero uno Ikea in Giappone e avendo chiare anche le caratteristiche di quel Paese auspica, scherzando, una fusione in laboratorio tra carattere italiano e nipponico, «loro sono bravissimi a pianificare ma davanti a un intoppo si fermano, voi invece siete più anarchici ma estremamente capaci nel problem solving proprio quando c’è un intoppo». Dario Di Vico. Corsera.
Nell’Ukip, di Nigel Forage, il partito anti Unione europea, c’è anche Natasha Bolster che è insegnante dell’Est londinese. «Ero una militante dei labour, dei socialisti, adesso sono attivista dello Ukip. I socialisti non rappresentano più i lavoratori, la working-class, stanno dalla parte dei manager e della City». Fabio Cavalera. Corsera.
Consola pensare che oggi, se Greganti parla, distrugge il centro. Edelman. Il Fatto.
È proprio il caso di ripetere (con Garboli): «Se c’è un luogo in cui non vorrei entrare per tutto l’oro del mondo quello è la loro mente», la loro memoria, quella dei politici. Ma ci risiamo, si chiude il giorno, e riecco Alfano, riecco Renzi, riecco Grillo sempre più arzillo e Berlusconi, Berlusconi, Berlusconi, seguono interviste forzose, inseguimenti col microfono puntato come un’arma sul politico reticente, disperanti reportages di corruzioni, tumulti, rivoluzioni, rivelazioni, dimostrazioni, tutti contro tutti e buona notte. Raffaele La Capria. Corsera.
Previdi che Berlusconi avrebbe compiuto sfracelli, sfasciando il centrodestra. Gli dissi in anticipo che il conflitto di interessi avrebbe bloccato la rivoluzione liberale. Non si può costruire lo Stato di diritto se si è costretti a fare le leggi ad personam. Mariotto Segni, ex deputato Pdl. Libero. (Giancarlo Perna).
Gli unici che vogliono cambiare lo status quo al Monte del Tempio sono i leader palestinesi. Il presidente dell’Anp Abu Mazen dice alla sua gente che gli ebrei stanno contaminando il Monte del Tempio. Ha fatto appello per giornate della rabbia e ha chiesto ai palestinesi di evitare che gli ebrei vadano al Monte del Tempio usando, e cito, «tutti i mezzi necessari». Sono parole irresponsabili e inaccettabili. Non dovete essere cattolici per visitare il Vaticano, non dovete essere ebrei per visitare il Muro, ma alcuni palestinesi vorrebbero che un giorno soltanto i musulmani possano visitare il Monte del Tempio. Voi, la Comunità internazionale, state tendendo una mano agli estremisti e ai fanatici. Voi, che predicate tolleranza e libertà religiosa, dovreste vergognarvi. Israele non lascerà mai che ciò accada. Faremo in modo che i luoghi sacri restino aperti sempre per tutti i popoli e tutte le religioni. Ron Prosor, ambasciatore israeliano alle Nazione Unite, discorso all’Onu.
Qualche volta l’aggressività devo tirarla fuori perché questa società ti costringe a difenderti, specie nel mio ambiente in cui le persone a modo sono una minoranza. Ma poi neanche esiste più un ambiente musicale: ogni dieci anni cambia tutto radicalmente e tu devi attaccarti alle cose che non ti fanno deragliare. Rinunciare è più facile che stare in gioco. Se sono arrivato fino a qua forse è perché non mi sono mai considerato un cantautore ma un musicista che suona, e i musicisti che suonano non hanno età. La musica ti tiene in vita fino all’ultimo giorno. Pino Daniele, musicista. la Repubblica (Emilio Marrese).
Il Duodenale era lunghissimo e accurato nel suo lavoro di barbiere, in particolare con le bambine, che tratteneva magari un’ora sul seggiolone, dove qualche volta si addormentavano all’ombra del locale, mentre lui con le forbici e col pettine indugiava attorno alle collottole chine, facendo un tic tic simile al pigolio degli uccelli. Un rumore che conciliava il loro sonno e svegliava in lui un’ansiosa allegria, tale da spingerlo a gesti definiti poi dalla legge, almeno in un caso, atti di libidine. Piero Chiara, Il balordo. Mondadori, 1987.
Cerco sempre di mettermi nei panni di quelli che non la pensano come me. Il personaggio che ha le battute più brillanti in questo libro è un conservatore, e io non lo sono. Se si è di parte non viene mai un buon libro. Ken Follett, romanziere. La Stampa.
Rinunciare alle mie passioni sarebbe come tagliare le unghie di un gatto. Gabriel Matzneff, Galop d’enfer. La table ronde, 1985.
Dell’infanzia ricordo soprattutto la tonsillite e i gianduiotti. Roberto Gervaso. Il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 14/1/2015