varie, 13 gennaio 2015
CHILOMETRI
«Toscana, Inghilterra o Cina per me è uguale. Perché do sempre tutto a prescindere, e questo mi ha portato fino alla Nazionale. Comunque da 12mila chilometri adesso giocherò a 12 chilometri da casa, un record» (Alessandro Diamanti, pratese di nascita).
IMPREVEDIBILE «Non so se prima o poi giocherò nel Newell’s, non so nemmeno dove sarò il prossimo anno... Ho sempre detto che mi piacerebbe finire la carriera al Barça e poi andare al Newell’s ma, come ha detto anche Cristiano Ronaldo, il calcio è imprevedibile, può succedere qualsiasi cosa» (Leo Messi).
DOLORE «Ai miei tempi pur di andare in campo nascondevi una zoppia o un dolore; oggi vedo che se un giocatore finisce in panchina si nasconde e non lotta. Bah» (Roberto Mancini).
GRAZIE «I tifosi del Parma mi hanno fatto sentire importante, ma poi mi hanno abbandonato. Io ho preso la società all’asta, l’ho rilanciata e venduta a un gruppo importante. Devono ringraziarmi, al Parma ho fatto solo del bene» (l’ex presidente del Parma Tommaso Ghirardi).
IDOLO «Degli amici di famiglia andarono da papà Mediour che era presidente del Meissa, una società di pallone di Dakar, e gli dissero: “Guarda che tuo figlio non è male a calcio”. Venne a vedermi, scoprì che ero bravo e iniziò la mia carriera da attaccante. Però ancora oggi il mio idolo è rimasto un giocatore di basket: LeBron James» (l’attaccante della Fiorentina Khouma Babacar).
SPICCHI «Da ragazzino volevo essere come mio fratello Erick, che giocava a basket. Per questo ho preso in mano la palla a spicchi per la prima volta a 5 anni e non l’ho più mollata. Oggi dell’Nba tengo d’occhio i giocatori che mi piacciono come LeBron, Westbrook o Rondo, che d’estate gioca al campetto con me a Louisville» (Edgar Sosa, playmaker della Dinamo Sassari).
RAPIDITA’ «Ho lavorato molto sulla rapidità del gesto. Ma non basta, ho dovuto adattarmi anche agli slalom di oggi. Prima erano più veloci e li preferivo, ora sono più lenti e chiusi, ci vuole un altro gesto tecnico» (Giuliano Razzoli, tornato su buoni livelli dopo il quarto posto nello slalom di Adelboden).
REGOLA «Sciare oggi è diventato più facile. In Coppa del Mondo i materiali fanno molto, ma vince sempre e soltanto il più bravo, o quello che va più veloce. Lì la regola è rimasta quella» (Gustav Thoeni).