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 2015  gennaio 13 Martedì calendario

L’AUTO CINESE VA COL FRENO TIRATO

Il mercato cinese dell’auto avanza, ma lo fa con il freno a mano tirato rispetto alla corsa degli anni passati. Nel 2014 nel Paese di Mezzo sono stati venduti 19,7 milioni di auto, in aumento del 9,9% rispetto all’anno precedente. Ma, complice la maggiore attenzione del governo alla tutela ambientale, con l’obiettivo di ridurre le emissioni e l’inquinamento dell’aria nelle città, le percentuali si sono quasi dimezzate rispetto al 16% fatto registrare dalle vendite nel 2013. E all’orizzonte, stando alle previsioni della China Association of Automobile Manufacturers (Caam), si profila il secondo anno di fila di crescita a rilento, se confrontata con i numeri cui la Repubblica Popolare aveva abituato gli osservatori e se paragonato con il mercato europeo. Nel 2015 si stima saranno vendute 21,2 milioni di auto (+8%), mentre l’intero mercato a quattro ruote, che comprende auto e veicoli commerciali, dovrebbe attestarsi attorno ai 25,1 milioni di unità vendute, per una crescita del 7%.
Le vendite frenano soprattutto per le restrizioni all’acquisto di vetture imposte in diverse delle principali città del Paese a causa dei livelli di inquinamento e di concentrazione di polveri sottili nell’aria, anche se le auto sono solo parte del problema. L’ultima metropoli in ordine di tempo, lo scorso 29 dicembre, è stata Shenzhen. L’hub finanziario va così ad allungare l’elenco delle città che hanno fissato quote al numero di auto in circolazione. La lista include Pechino, Shanghai, Guangzhou, Tianjin, Guiyang e Hangzhou. E l’elenco potrebbe non finire qui. Secondo quanto riporta la stampa di Hong Kong, misure simili sono allo studio a Chengdu, capoluogo della provincia del Sichuan, a Suzhou e a Chongqing, megalopoli da 32 milioni di abitanti, nonché una delle quattro municipalità della Cina continentale.
Nel caso dell’hub finanziario cinese, secondo quanto annunciato dall’Ufficio per la sicurezza pubblica, la quota fissata è di 100 mila veicoli l’anno per i prossimi cinque anni. Di questi, 60 mila targhe saranno assegnate tramite lotteria, di cui 20 mila per auto a basse emissioni. Le restanti 40 mila saranno messe all’asta. La decisione dell’amministrazione non è legata solo a fattori ambientali. Nell’ultimo anno il numero delle auto private in città è cresciuto del 16%, toccando i 3,1 milioni di veicoli, con poco più di 1 milione di parcheggi disponibili. Le restrizioni hanno tuttavia provocato un’impennata delle immatricolazioni nel mese di dicembre. L’agenzia ufficiale Xinhua parla di «panico da restrizioni», quando ancora la decisione definitiva dell’amministrazione era poco più di un rumor che circolava in città, tale però da scatenare la corsa alla registrazione delle auto. Secondo le statistiche ufficiali, nei primi 20 giorni di dicembre sono state 42 mila, con un incremento del 132% rispetto al mese precedente. In dicembre si sono comunque visti picchi di vendite in tutto il Paese. Anno su anno, l’incremento delle vendite è stato del 12,9%. Un risultato tale da rivitalizzare e compensare il magro +2,3% di novembre e un anno di crescita a ritmi meno serrati.
«La frenata del mercato è dovuta al generale rallentamento dell’economia», ha spiegato il segretario generale della Caam, Dong Yang. A fare la parte del leone sono i marchi esteri, con le case locali che coprono circa il 38,4%, in calo di 2,1 punti percentuali rispetto a un anno fa. «I marchi cinesi hanno migliorato i prodotti e ridotto i prezzi, ma i cinesi guardano ancora al brand. La tendenza dovrebbe continuare anche nel 2015», ammette Dong.
Sia General Motors che Volkswagen hanno visto le vendite in Cina salire del 12%, con gli statunitensi a quota 3,5 milioni di veicoli e i tedeschi a 3,6 milioni, includendo le quote di Hong Kong. Continuano invece a stentare le case nipponiche. Nessuno dei tre principali produttori del Sol Levante ha raggiunto gli obiettivi fissati. La Toyota si è fermata a 1,03 milioni di unità rispetto al target di 1,1 milioni. Lo stesso vale per Nissan. Il marchio è sì cresciuto dello 0,5% con vendite per 1,22 milioni di veicoli. L’obiettivo era tuttavia di 1,27 milioni di esemplari, già rivisto al ribasso rispetto al precedente target di 1,4 milioni. Di contro va registrato il record di Jaguar Land Rover. Proprio ieri la società britannica a pubblicato i dati che mostrano una crescita del 28% nella Repubblica Popolare. Più di tre volte la crescita del 9% a livello complessivo.

Andrea Pira, MilanoFinanza 13/1/2015