Paolo Siepi, ItaliaOggi 13/1/2015, 13 gennaio 2015
PERISCOPIO
Migliaia di persone hanno reagito alla strage di Parigi esponendo la scritta «Je suis Charlie». E l’indirizzo del vicino. Stefano Disegni. Il Fatto.
La tragedia del mondo di oggi è che milioni di persone saranno in lutto per la morte dei terroristi. Jena. La Stampa.
«Oggi tutti con le matite». «Il problema è se domani sono tutti con Le Pen». Tairo. il Fatto.
Salvini - The animal of the year. la Stampa.
«Ma tu, nel Pd, dove ti collochi?». «Tra la padella e la brace». Vignetta di Sergio Staino. il venerdì.
Il nord della Nigeria invece del nord della Francia. E, al posto di vignettisti e ostaggi, bambini affettati a colpi di machete. L’ultima nefandezza di Boko Haram gronda del sangue di almeno 2 mila innocenti, eppure ci coinvolge meno della strage di Parigi. Come se la distanza da casa la trasformasse in un altro film. Boko Haram è la setta islamica che vuole farsi stato bruciando chiese, meglio se con i fedeli dentro, e rapendo ragazzine col vizio di andare a scuola per darle in sposa ai propri trogloditi e farne della serve o delle kamikaze. Massimo Gramellini. la Stampa.
Sono passati 34 anni da quando Ali Agca (che oggi di anni ne ha 57) attentò al Papa. Uscito dal carcere nel 2010 Ali Agca disse subito che era arrivata la fine del mondo, che lui era «il vero Gesù eterno» che intendeva scrivere il «Vangelo perfetto». Si è poi rivolto a Dan Brown e chiese le dimissioni di Benedetto XVI (azzeccandoci!) è stato in forse per partecipare a Ballando con le stelle nell’edizione turca e all’Isola dei famosi di Mediaset. I suoi fan l’hanno visto pure nel tele-salottino albanese di Sabrini Ferrilli. Adesso minaccia di fare un film. Titolo: L’ultima verità. Filippo Ceccarelli. il venerdì.
Servirebbe un presidente come Napolitano che continui a lavorare per rendersi inutile. Stefano Ceccanti, costituzionalista. Ansa.
L’ex golden boy del centrodestra, Flavio Tosi, leghista potabile e sindaco di Verona, è finito in panchina. Senza più voce, senza più seguito, se non uno sparuto stuolo di fedelissimi, senza più il sostegno della pancia leghista. È troppo fragile, e di scarsissimo appeal, l’asse da lui lanciato con il governatore lombardo Maroni e con l’ex ministro Passera. Andrea Gaiardoni. il venerdì.
Non restava che Soru. Anzi, come strillava il suo slogan elettorale: «Meglio Soru». Sapevamo tutti com’era fatto. Ce lo spiegavano di continuo le tv e i giornali. Era una vera, strepitosa carogna, come devono essere i leader politici. Cattivo. Scostante. Antipiacione. Autoritario. Diffidente. Con la magrezza dell’anticonsumista. La testa per metà calva, forse per risparmiare anche sui capelli. Giampaolo Pansa, Tipi sinistri. Rizzoli, 2012.
Draghi non passa tutto il suo tempo all’Eurotower come faceva il suo predecessore Jean-Claude Trichet che lavorava 15 ore al giorno, compresi i week-end. Draghi non ama le riunioni. Egli infatti delega molto per concentrarsi sull’essenziale: la strategia monetaria. Alexandrine Bouilhet. Le Figaro.
Una vera cloaca è quella delle fondazioni politiche: ogni leader o leaderino ne ha una. Raccolgono soldi da chicchessia e, quando si chiede di conoscere i finanziatori, la risposta è «no, c’è la privacy». La stessa risposta che riceviamo da giorni alla domanda su chi ha partecipato alle cene pro Pd organizzate da Renzi (compresa quella romana con Buzzi & C.) e quanto ha versato. Ogni euro che va a politici o a partiti, direttamente o tramite fondazioni e altri marchingegni, dev’essere tracciabile e cristallino: se davvero la legge sulla privacy lo vieta, la si cambi e si dia trasparenza a questi buchi neri chiamati fondazioni. Può capitare di ricevere soldi da qualcuno che poi si scopre un delinquente: nel qual caso bisogna saperlo e restituire il maltolto. Marco Travaglio. Il Fatto.
Ho voglia di una pizza, ma senza accise. Sconosciuto in treno.
Uta, la mia compagna che è rimasta a Monaco è una donna molto positiva. E poi a lei piace moltissimo l’Italia. Il cibo, il sole e la mia famiglia. Noi siamo almeno una quarantina. Lei ha solo un fratello con il quale fa educatissime telefonate. Qui, i miei parenti le saltano addosso, la baciano e l’abbracciano tutte le volte che arriva. Per lei è incredibile. Basti pensare che a Monaco ho scoperto che una mia collega era morta solo un mese dopo che era scomparsa. Nessuno ne aveva parlato. Sandra Savaglio, astrofisica, rientrata dalla Germania per insegnare all’università di Cosenza. Grazia.
Ora, dopo 49 anni di carcere, due omicidi, due tentati omicidi e una condanna all’ergastolo, Antonino Marano, il detenuto più longevo della storia d’Italia per reati commessi in carcere, ha ottenuto la libertà dal Tribunale di sorveglianza di Torino e si è riaffacciato al mondo. «Un mondo che non conosco» racconta «non ci sono più le botteghe e ai supermercati non trovo l’uscita, le ragazzine di cinque anni ora sono donne di cinquanta, mi sono ritrovato attorno tanti ragazzi che mi chiamano nonno», Laura Anello. La Stampa.
Ma che cosa hanno di più, di noi, i giovani? Un futuro! Luigi Serravalli, critico d’arte e scrittore.
Il personaggio è un cardinale che celebra messa nella sua cappella privata, alla quale lo scrittore assiste. È, scrive Corrado Alvaro, «una mattina giubilante (_) come se il mondo si fosse scordato di tante cose inutili e cattive». Quel cardinale, con il suo linguaggio che sa di italiano e sa di latino insieme, conteneva nello stesso tempo «il vero senso» della porpora e «ricordava il popolo», «quel viso purpureo era un viso di popolano, soltanto che, negli occhi, la vecchia esperienza del popolo era mescolata» a un’altra esperienza più «sottile e maliziosa». Quella stessa voce, prima, parlando in confidenza, ha esclamato spesso «Se’ matto!», poi celebrando il rito, non è più la stessa quando dice: «Questo è il Corpo, questo è il Sangue». Due voci in una. E non si sa qual è più vera. La coesistenza di Dio e mondo resta un mistero. Basta niente, una variazione vocale, e uno dei due sparisce. Alfonso Berardinelli, critico letterario. Il Foglio.
Il centro commerciale è diventato il posto più famigliare di questi tempi, come la chiesa un tempo. Da Caroll, Froggy, Lacoste, le persone cercano qualche cosa che li aiuti a vivere, un soccorso contro il tempo e la morte. Annie Arnaux, La vie extèrieur. Folio.
Cinquant’anni di democrazia non hanno reso gli italiani migliori di venti di dittatura. Roberto Gervaso, il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 13/1/2015