Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 13/1/2015, 13 gennaio 2015
LE MEGA INDENNITÀ DELLE REGIONI
La casta? Manteniamo un esercito di ex-parlamentari ed ex-consiglieri regionali, politici ma anche quelli che vengono definiti «esponenti della società civile», che poi quando lasciano la politica si comportano come i politici. La parola magica è: vitalizio. Cioè la pensione pagata, in gran parte, coi soldi pubblici. Sul groppone dei contribuenti vi sono ben 5496 (!) persone che dopo avere trascorso un breve o lungo periodo a far politica oggi ricevono un assegno mensile, spesso assai cospicuo. Si tratta di 3200 ex consiglieri regionali, 1419 ex onorevoli e 877 ex senatori. Un’allegra brigata verso cui si incanala un fiume di denaro: 406 milioni di sono stati pagati nel 2014 a favore della casta in disarmo, 170 milioni da parte delle Regioni e 236 milioni dal parlamento.
Lo scandalo dei vitalizi ha già avuto l’onore della cronaca e sono avvenuti, sull’onda dell’indignazione, calmieramenti e modifiche procedurali. Ma non c’è stato il colpo di spugna, pur promesso, e lo strumento del vitalizio è ancora in vigore nei due rami del parlamento mentre nelle Regioni c’è chi le ha tolte e chi continua (quasi) come prima. Poi ci sono i diritti acquisiti, ovvero chi percepisce l’assegno in base alle vecchie regole: intoccabili, hanno urlato i percettori, ma non si capisce perché si possano tosare i pensionati Inps e non i politici.
Tra le Regioni che ha abrogato i vitalizi vi è l’Emilia-Romagna, andata al voto (per le dimissioni del presidente Vasco Errani) qualche settimana fa. Ma i vecchi consiglieri li hanno cancellati per i loro successori, mentre li hanno tenuti per sé. Perciò il neo-presidente, Stefano Bonaccini, alle prese col bilancio ha trovato la sorpresa di un esborso di 5 milioni di per i 160 già a libro paga a cui se ne aggiungeranno una quarantina che hanno appena concluso la legislatura, tra i quali Vasco Errani che percepirà oltre 5 mila al mese.
Anche la Toscana ha in bilancio, nel 2014, una cifra cospicua per i suoi ex: 4,6 milioni. Un importo che addirittura si avvicina a quanto la Regione spende per pagare gli emolumenti per i consiglieri in carica: 6,7 milioni. In base a una disposizione approvata negli ultimi anni è stato deciso di pagare i vitalizi anche oltre la morte dei consiglieri: con la reversibilità l’assegno passa agli eredi. Commenta la sindacalista Marvi Maggio, della Rsu della Regione: «con tanti precari e disoccupati è una grave offesa per chi ha fame di lavoro e di reddito».
Nella lista toscana compaiono pure nomi eccellenti come l’ex-parlamentare peo di Forza Italia, Paolo Bertolozzi, che nella veste di ex-consigliere percepisce un vitalizio di quasi 4 mila al mese, un gradino sotto vi è l’ex-ministro alla Pubblica Istruzione, Luigi Berlinguer, anch’egli ex-consigliere della Regione Toscana. Marvi Maggio è indignata anche perché la Regione prevede che i consiglieri possano farsi anticipare l’indennità di fine mandato: «Mentre per i dipendenti pubblici, con gli stipendi bloccati dal 2009, si sposta l’età della pensione a 70 anni, la Regione, che non ha mai fondi per nulla, trova i soldi per l’anticipo della liquidazione a consiglieri che percepiscono indennità da oltre 100mila l’anno». Sono una ventina i consiglieri toscani che si sono fatti versare in anticipo il Trf.
Inoltre chi percepisce il vitalizio può tranquillamente aggiungerlo ad altri introitito dal comma 2 della legge regionale, Ogni regione va per suo conto. Così il Piemonte prevede una decurtazione del 40% del vitalizio nel caso di cumulo. Inoltre il mese scorso il consiglio regionale piemontese ha invocato la solidarietà e deciso di limare i vitalizi, ma alla fine la montagna ha partorito il topolino: nel 2015 i 199 ex-consiglieri percepiranno 8 milioni di con un risparmio, per la Regione, di appena 740 mila.
I grillini gridano allo scandalo: «Considerando la situazione di dissesto della Regione- dicono i consiglieri regionali Davide Bono e Giorgio Bertola- la decisione è ridicola se non offensiva verso i piemontesi che presto dovranno affrontare un nuovo aumento delle tasse regionali». In Sardegna si è verificato un tiraemolla tra la Regione che non voleva pubblicare le generalità dei percettori dei vitalizi e l’iniziativa su stampa e web #dateciinomi. Alla fine ha ceduto e si scopre così che i fortunati sono 317 e a loro lo scorso anno sono andati 15,8 milioni.
Precisa il presidente del consiglio regionale sardo, Gianfranco Ganau: «In media si tratta di 50 mila all’anno per ogni vitalizio. C’è da dire che questa Regione ha avviato nelle ultime due legislature un taglio dei costi della politica, con una riduzione di 32 milioni, con scure pesanti alle indennità dei consiglieri ed eliminando i vitalizi da questo mandato».
In attesa che le buone intenzioni si trasformino in fatti l’ex-presidente del consiglio regionale, Claudia Lombardo, riceve, a 41 anni, un vitalizio di 5.129 netti al mese. Non male. Quanto a esborso, a battere tutti è il Lazio che in questo 2015 devolverà, ai suoi ex, 16 milioni di , dopo una sforbiciata di 3 milioni che non muta il quadro complessivo dello sperpero. Così come per la Lombardia che ha deciso un taglio del 10% dei vitalizi ma nel bilancio figura una cospicua uscita di 7,1 milioni, destinatari ai vecchi inquilini del Pirellone, capeggiati da Luciano Valaguzza, ciellino, ex Dc e Forza Italia, che dal 2005 incassa 6.319 lordi ogni mese, ma fanno parte della compagnia (con assegni minori) pure l’ex leader del Movimento studentesco Mario Capanna e il leghista Alessandro Patelli, che nel 1993 fu arrestato per una mazzetta da 200 milioni di lire del gruppo Ferruzzi e divenne famoso perché si diede pubblicamente del «pirla».
Alla faccia della spending review e della levata di scudi delle Regioni allorché il governo ha chiesto di sforbiciare 4 miliardi di . Chi fa politica è giusto venga remunerato ma i privilegi sono un’altra cosa. Anche il cumulo dei vitalizi fa venire la pelle d’oca. Un caso eclatante è quello di Oreste Tofani, classe ’46, di Alatri, provincia di Frosinone, ex sindacalista della Cisnal: è stato in Regione fra gli anni’80 e ’90 e poi deputato di An e Pdl. Una carriera che gli vale una pensione dorata da 11.554 netti al mese. Percepiscono due vitalizi pure il fustigatore di costumi, ex deputato del Pci e Pd ed ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari, il verde un tempo arrabbiato e oggi vitaliziato Michele Boato e il leghista Franco Rocchetta, a cui Alberto da Giussano ha portato davvero fortuna.
Qualcosa si muove per cambiare, ma per decenni gli ex continueranno a vedere rimpinguato il loro conto in banca. I presidenti delle Regioni si sono incontrati qualche tempo fa e hanno approvato un ordine del giorno (per altro non vincolante) che prevede «l’allineamento dell’età pensionabile di tutti consiglieri regionali a 65 anni per chi ha un solo mandato. Coloro che hanno più mandati lo otterranno a 60 anni ma con una serie di detrazioni. Inoltre un prelievo a chi percepisce già il vitalizio (dal 6 % al 15 % per i vitalizi che superano i 6 mila ). Il prelievo salirà al 40 % per i consiglieri regionali che percepiscono il doppio vitalizio, essendo stati anche parlamentari». Un argine. Che dovrebbe evitare il ripetersi di casi come quello di Mafalda Amente, che compirà 35 anni tra qualche mese e si è già assicurata (dal raggiungimento dei 60 anni) un vitalizio da 2.500 al mese, cinque volte più ricco rispetto ai contributi versati: le sono bastati cinque anni di attività come consigliere regionale della Campania.
Ma i beneficiati del vitalizio si agitano, annunciano ricorsi contro i tagli e lanciano un j’accuse verso i colleghi parlamentari: privilegiati noi? Ma andate a vedere a Roma: Armando Cossutta ha un vitalizio di 6.939 , Fausto Bertinotti di 4.987, Claudio Martelli di 4,992, Romano Prodi di 3.022, Antonio Di Pietro di 3.992. L’elenco comprende anche i convertiti alla politica, magari per una sola estate: Santo Versace percepisce 1.589 al mese, Luciano Benetton 2.381, Franco Zeffirelli 3.408, Vittorio Sgarbi 5.007, Eugenio Scalfari 2.270 e, dulcis in fundo, la pornostar Ilona Staller, ex-onorevole del partito radicale, circa 2 mila al mese.
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 13/1/2015