www.cinquantamila.it/fiordafiore 13/1/2015, 13 gennaio 2015
Per gli attentatori in Francia potrebbero esserci sei complici ancora in libertà • Ogni mese 45 persone partono dalla Francia per andare a combattere insieme ai terroristi • L’ultimo giorno di Napolitano presidente della Repubblica • Condanne per gli imprenditori cinesi di Prato • Per la morte di Cucchi bisogna indagare sui carabinieri che lo arrestarono • La Fiat assume 1
Per gli attentatori in Francia potrebbero esserci sei complici ancora in libertà • Ogni mese 45 persone partono dalla Francia per andare a combattere insieme ai terroristi • L’ultimo giorno di Napolitano presidente della Repubblica • Condanne per gli imprenditori cinesi di Prato • Per la morte di Cucchi bisogna indagare sui carabinieri che lo arrestarono • La Fiat assume 1.500 persone a Melfi • Emma Bonino annuncia di avere un tumore • Le italiane pazze per lo smalto Complici Ieri il governo turco ha confermato che Hayat Boumeddiene, moglie dell’attentatore Amedy Coulibaly, insieme a un accompagnatore ha varcato la frontiera siriana a mezzogiorno dell’8 gennaio. Il biglietto di ritorno, per il giorno seguente, non è mai stato utilizzato. Era uscita dal territorio francese il 2 gennaio: quel giorno era salita su un volo da Madrid a Istanbul in compagnia di un uomo il cui fratello in passato aveva fatto parte di una filiera jihadista con base a Parigi. Oltre all’accompagnatore, la polizia dice che potrebbero esserci altri sei presunti complici in libertà, uno dei quali sarebbe la persona che ha portato Coulibaly davanti alla drogheria kosher guidando la Mini Cooper intestata a Hayat. Combattenti Il premier francese Manuel Valls dice che «sono 1.400 i cittadini francesi o residenti in Francia impegnati in Medio Oriente o in procinto di andarci. Un numero risultato di un grosso aumento in un tempo molto breve». Questo l’andamento: «A metà dicembre 2014 i combattenti erano 1.200 tra quelli già operativi e quelli che si preparavano a diventarlo. Oggi sono 1.400. Quando sono diventato ministro dell’Interno nella metà del 2012 erano solo una trentina di casi». In due anni e mezzo dalle città francesi sono partiti per Siria e Iraq 1.370 nuovi jihadisti, 45 al mese. Sono quasi 70 quelli morti combattendo per i i terroristi (Berizzi, Rep). Napolitano Sono le ultime ventiquattr’ore da presidente della Repubblica di Giorgio Napolitano. Oggi ci sarà il saluto ai corazzieri della caserma Negri SanFront e ai dipendenti del palazzo, e poi scatterà la cerimonia dell’addio. Semplice e senza discorsi ufficiali, come volle invece fare Francesco Cossiga quando abbandonò la carica pretendendo che la banda intonasse per lui l’inno sardo. Domani tra le nove e le dieci il capo dello Stato andrà nello studio alla Vetrata, quello delle consultazioni politiche, e firmerà quattro documenti. Il primo, di appena un paio di righe, saranno le dimissioni vere e proprie. Il secondo e il terzo, indirizzati ai presidenti di Senato e Camera assieme a copia autentica di quell’atto, daranno informazione del passaggio che si compie. Il quarto sarà rivolto al presidente del Consiglio, con la medesima comunicazione. A quel punto il segretario generale del Quirinale, Donato Marra, salirà in macchina e provvederà a recapitare personalmente le missive. Solo dopo un «atto ricognitivo» preliminare, l’esecutivo farà pubblicare la comunicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Tutto, comunque, durerà al massimo un paio d’ore. Al termine delle quali, verso mezzogiorno, Napolitano accompagnato dalla moglie scenderà per l’ultima volta nel cortile d’onore del Quirinale. Qui troverà schierato un reparto interforze, che gli renderà gli onori militari e suonerà l’Inno di Mameli. In quel momento scatterà la supplenza del presidente del Senato, Pietro Grasso. Che si sarà nel frattempo trasferito in uno studio allestito apposta per questa parentesi a Palazzo Giustiniani. Il presidente della Camera potrebbe convocare i 1.009 grandi elettori già il 29 o il 30 gennaio (Breda, Cds). Prato Ieri è stata emessa la sentenza di primo grado che condanna Lin Youlan e altri due imprenditori cinesi di Prato per il rogo del 1 dicembre 2013, quando persero la vita sette operai asiatici che lavoravano e dormivano nel capannone andato a fuoco. Il tribunale ha comminato 8 anni e 8 mesi di reclusione alla principale imputata della ditta di «Teresa moda» con il riconoscimento dell’omicidio colposo plurimo. Bisognerà aspettare invece per la conclusione del dibattimento nel quale sono imputati anche i proprietari (italiani) del capannone, i fratelli Pellegrini. La Procura ha chiesto anche per loro l’incriminazione per omicidio colposo plurimo. Qualche perplessità la desta, nel dispositivo della sentenza, la decisione del giudice di condannare gli imputati a risarcire per una somma complessiva di 400mila euro Cgil,Cisl, Uil e Filctem che hanno avuto il merito di costituirsi parte civile nel processo ma che in tutti questi anni hanno gravemente sottovalutato il tema delle condizioni di lavoro proibitive degli operai cinesi in città. Il risarcimento al Comune di Prato è di soli 50mila euro, mentre a uno dei sopravvissuti dell’incendio è stato riconosciuto ancora meno: 25mila euro. Cucchi La I Corte d’Assise d’Appello ieri ha depositato le motivazioni con cui, il 31 ottobre scorso, ha assolto tutti e 12 gli imputati accusati della morte di Stefano Cucchi perché nessuno di loro ne ha causato la morte. Nelle motivazioni i giudici scrivono che Cucchi subì senza dubbio percosse, ma non in carcere o in ospedale. Per la I Corte d’Assise d’Appello bisogna cercare e indagare altrove, tra i carabinieri che arrestarono Stefano il 15 ottobre 2009, lo tennero quella notte e lo portarono in tribunale la mattina successiva. Parole che stravolgono l’intero impianto accusatorio: nessun carabiniere fu mai iscritto nel registro degli indagati. Proprio per questo il collegio ha ritenuto «opportuno» trasmettere «copia della sentenza al Procuratore della Repubblica di Roma perché valuti la possibilità di svolgere ulteriori indagini al fine di accertare eventuali responsabilità di persone diverse dagli agenti di polizia penitenziaria giudicati da questa Corte». Fiat La Fiat ha annunciato mille assunzioni nel Sud, nello stabilimento di Melfi che produce le Jeep Renegade e la nuova 500X. Se aggiungiamo i 500 addetti trasferiti qui da altri centri produttivi, lo stabilimento lucano diventa, con 7.000 dipendenti, il più grosso del gruppo in Italia. Marchionne ha spiegato che quei mille addetti in più il gruppo Fiat-Chrysler li avrebbe assunti comunque, con la formula dei contratti interinali, anche se non ci fosse stata la nuova legge del Jobs Act: «Ne abbiamo bisogno, la domanda delle Renegade è molto superiore alle previsioni». Bonino Ieri pomeriggio parlando a Radio Radicale, Emma Bonino ha confessato: «Recentemente mi sono sottoposta a dei controlli medici di routine che però hanno evidenziato la presenza di un tumore al polmone sinistro. Si tratta di una forma localizzata e ancora asintomatica, ma ciononostante richiederà un trattamento lungo e complesso di chemioterapia che è già iniziato e che durerà almeno sei mesi. Non sono intenzionata a interrompere le mie attività perché da una passione politica non ci si può dimettere, però è chiaro che le mie attività dovranno essere organizzate in base alle esigenze mediche cui è necessario dare in questo momento una priorità assoluta». Milioni Nel 2013 le italiane hanno speso 130 milioni di euro per comprare smalti per unghie (Bortolato, Rep).