G.D.D., Il Sole 24 Ore 13/1/2015, 13 gennaio 2015
RAJAN - È
Raghuram Rajan il banchiere centrale del 2014: a proclamarlo è il panel di economisti ed ex governatori centrali di Central Banking, casa editrice specializzata nella finanza e nelle politiche monetarie. Era l’estate del 2013: la rupia sprofondava in piena crisi valutaria (-15% in tre mesi), il sistema finanziario vedeva miliardi di dollari in fuga, l’inflazione correva al 10%. Con i tassi al 7,25% e la crescita del Pil ai minimi da una decina d’anni, alzare il costo del denaro non sembrava un’opzione. Tanto più che l’establishment politico ed economico invocava un taglio. E la Banca centrale, con interventi contraddittori (prima la difesa della moneta, poi iniezioni di liquidità), si stava trasformando da parte della soluzione, in parte del problema. Si agitavano i fantasmi del 1991, quando l’India arrivò a un passo dal default. Poi si arriva al 4 settembre del 2013, l’allora consulente capo del ministero delle Finanze, Rajan, sale al timone della Reserve Bank of India. E alza i tassi, due volte in due mesi. Spiazza il governo, le lobby industriali e i mercati e ridisegna l’immagine della Banca centrale dandole un obiettivo chiaro, la lotta all’inflazione. Aiutato anche dal mutato clima internazionale, tanto basta a Rajan per restituire credibilità all’Authority monetaria e riportare rupia e prezzi sotto controllo.
G.D.D.