Roberto Casati e Achille Varzi, Domenicale – Il Sole 24 Ore 11/1/2015, 11 gennaio 2015
SVISTE D’ARTISTA
La mosaicista si scusò amaramente con il pubblico presente, lo sguardo fisso dinanzi a lei. «È stata davvero una brutta svista. La tessera rosso magenta che ho messo nell’angolo in basso a sinistra sarebbe dovuta andare nell’angolo in alto a destra, e la tessera rosso magenta che si trova nel l’angolo in alto a destra doveva andare nell’angolo in basso a sinistra. Sono desolata».
Il pubblico guardò con attenzione le due tessere. Erano perfettamente indistinguibili, nel colore come nella forma.
«Immagino che cosa stiate pensando», aggiunse la mosaicista. «Ma credetemi: questo è realmente un mosaico diverso da quello che avrei voluto fare. Devo assolutamente invertire le due tessere».
Pochi metri più in là, la pianista jazz aveva iniziato a suonare. Il pubblico si voltò verso di lei. Anche la mosaicista si voltò, togliendo per un attimo lo sguardo dalla sua opera. Bellissima esecuzione. Applauso. Sollevando gli occhi dalla tastiera, la pianista non riuscì a nascondere l’imbarazzo. «È stata davvero una brutta svista, scusatemi. L’accordo di Do che ho suonato all’inizio doveva andare alla fine, al posto dell’accordo di Do con cui ho chiuso il pezzo, che invece avrei dovuto suonare all’inizio.
Mi sono confusa, scusatemi. Non so come sia potuto succedere». Il pubblico tornò col pensiero all’esecuzione. Non aveva notato alcuna differenza. Non avrebbe potuto notarla: i due accordi di Do erano indistinguibili.
«Immagino che cosa stiate pensando», disse la pianista jazz. «Ma davvero quella che avete ascoltato non è stata l’esecuzione che intendevo suonare. Quei due accordi dovevano essere posizionati doversamente. Andavano invertiti». Il gallerista, giunto in ritardo, si avvicinò al mosaico e si indignò. «Quest’opera non doveva essere su questa parete! Doveva essere sulla parete di fronte! Come ha potuto commettere un errore del genere?».
La mosaicista rispose senza scomporsi. «Che differenza fa? L’ubicazione spaziale dell’intero mosaico non è essenziale alla sua identità. Non penserà che la Battaglia di Isso che possiamo ammirare al museo archeologico di Napoli sia un’opera diversa dal mosaico rinvenuto a Pompei? È la posizione spaziale delle singole parti che conta, non quella del tutto». «E il concerto? Perché la pianista non sta suonando?», disse il gallerista stizzito.
«Ci eravamo accordati per le ore 16 – rispose la pianista jazz – e alle 16 io ho suonato. Adesso solo le 16 e trenta. Se suonassi adesso si tratterebbe di un’altra esecuzione rispetto a quella concordata. Non penserà che la Seconda Sinfonia di Mahler che stasera ascolteremo alla Filarmonica sia lo stesso evento musicale che ieri non ha avuto luogo per indisposizione del direttore d’orchestra? In un’esecuzione musicale, la sede temporale del tutto conta quanto quella delle singole parti». Il gallerista balbettò qualche parola di protesta. La mosaicista andò a sedersi al pianoforte. La pianista si avvicinò al mosaico e cominciò ad esaminarlo attentamente. Il pubblico taceva.
Roberto Casati e Achille Varzi, Domenicale – Il Sole 24 Ore 11/1/2015