Carlo Panella, Libero 11/1/2015, 11 gennaio 2015
UCCIDERE CHI DERIDE MAOMETTO? NEL MONDO ARABO È LEGGE
Tutto il mondo ha ascoltato ieri le parole di Sayed Kouachi al telefono con un giornalista. Kouachi ha spiegato quel che tutto il mondo si rifiuta per caparbia ignavia di comprendere: non è affatto un terrorista. È un islamista, un jihadista. Il suo scopo nel maciullare la redazione di Charlie Hebdo non era affatto quello di seminare il terrore in Occidente. Quello era l’obbiettivo degli attentati islamisti sino a ieri, dalle Twin Towers in poi. No, l’obbiettivo dei Kouachi era ben altro: applicare la sharia contro una redazione di blasfemi. Questo avevano chiesto centinaia di migliaia di musulmani scesi nelle piazze di tutte le città musulmane dal 2006 in poi, per protestare contro le vignette satiriche su Maometto pubblicate da un quotidiano danese e subito ripubblicate da Charlie Hebdo. Questo, l’esecuzione del blasfemo, è quanto per l’appunto prevede la sharia in vigore in una decina di Paesi islamici, in quanto tale e in quanto, avendo insultato il Profeta, è anche apostata. Non terrorismo. Jihadismo, Guerra Santa per imporre la sharia in Europa. Il ragionamento di Kouachi è lineare quanto agghiacciante: «Non siamo assassini. Noi difendiamo il Profeta. Non uccidiamo le donne, non uccidiamo nessuno. Difendiamo il profeta. Se qualcuno offende il profeta, non c’è problema, lo possiamo uccidere. Ma non uccidiamo le donne. Non siamo come voi. Voi siete quelli che uccidete i bambini musulmani in Iraq, in Siria, in Afghanistan. Noi no. Abbiamo un codice d’onore, nell’Islam». Dunque, questo è uno degli islam possibili e praticati da questa enorme minoranza: se offendi il profeta non sei più un essere umano, sei una cosa impura (Haram) e devi essere eliminato. Questo “codice d’onore dell’Islam” non è la farneticazione di un esagitato perché è in vigore come codice penale in tanti Paesi musulmani. Con orribile coincidenza, mentre Kouachi parlava, sulla piazza della moschea Jafali di Gedda in Arabia Saudita il giovane Raif Bedawi ha ricevuto la sua prima dose di 50 frustate, sulle 1.000 a cui è condannato (oltre a 10 anni di carcere duro), per avere scritto parole giudicate irriverenti contro il Profeta sul suo blog. Ed è indecente, quanto meno, che tutto il mondo sia perfettamente al corrente del contesto islamico che ha motivato i fratelli Kouachi, ma lo ignori, definendoli, banalmente, terroristi. Mistificando quel l’obbiettivo shariatico che lui pure rivendica con parole inequivocabili. Tutto il mondo sa che Asia Bibi giace in una cella malsana a Nankana, in Pakistan perché alcune comari l’hanno accusata di avere offeso il Profeta durante una lite al pozzo dell’acqua del villaggio. Tutto il mondo sa che Asia Bibi é condannata a morte per blasfemia. Tutto il mondo sa che Khomeini nel 1988 condannò a morte lo scrittore Salman Rushdir per blasfemia, che il suo traduttore giapponese fu ucciso e che quello italiano della Mondadori fu gravemente ferito. Tutto il mondo sa che i redattori di Charlie Hebdo erano parimenti accusati di blasfemia è che è stata chiesta la loro morte da centinaia di migliaia di musulmani nelle piazze, in applicazione della sharia. Ma non c’è un commentatore che sia uno nell’immensa sfera del politically correct che colleghi, come è evidente, palese, queste condanne a morte shariatiche tra di loro. Non terrorismo, ma imposizione jihadista della sharia in terra d’Europa, questo lo scopo rivendicato dei fratelli Kouachi Dunque, la strage di Charlie Hebdo, così come quella dei 4 ebrei di Hyper Khoser, presi in ostaggio e poi uccisi solo perché ebrei, segna una svolta negli attentati jihadisti. Punta alla ricerca del consenso di massa nella grande platea musulmana. Il dramma è che ottiene, parzialmente, come è ovvio, questo risultato. Tanto quanto -va riconosciuto- le istituzioni musulmane hanno condannato questo eccidio, altrettanto, quantomeno tra le centinaia di migliaia di manifestanti che chiedevano la testa dei “blasfemi” redattori di Charlie Hebdo, quel macello é piaciuto, è stato condiviso. E non solo nella bloggo sfera jihadista. Dunque, al dramma si aggiunge un problema. L’Occidente, non solo non sa difendersi dagli jihadisti, non solo non vuole rendersi conto che hanno dichiarato la loro Guerra di Civiltà unilaterale, ma sbaglia addirittura nell’interpretare le loro azioni. Non vuol capire che i trailers orrendi con le decapitazioni degli ostaggi puntano a ottenere, come ottengono, nuovi proseliti. Non vuole capire che dentro l’Islam si è radicato e sta crescendo esponenzialmente un nuovo scisma che giustamente il progressista Umberto Eco ha definito “nuovo nazismo”.