VARIE 11/1/2015, 11 gennaio 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - LA MANIFESTAZIONE DI PARIGI
REPUBBLICA.IT
PARIGI - Parigi, mondo. Una piazza immensa per commemorare una matita spezzata. Sfilano Hollande e Sarkozy (ma non Marine Le Pen), il palestinese Abu Mazen e l’israeliano Benjamin Netanyahu, il presidente ucraino Petro Poroshenko e il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, il re Abdallah II di Giordania con la regina Rania e il premier turco Ahmet Davatoglu, Angela Merkel e Matteo Renzi, David Cameron e Marano Rajoy, e tante, tantissime persone per ricordare le vittime della strage jihadista al giornale satirico Charlie Hebdo e i poliziotti e gli ostaggi rimasti uccisi durantre il raid e nei due giorni successivi.
Almeno milione e mezzo in piazza. La folla è talmente immensa che la Prefettura di Parigi non riesce a fare una stima e annuncia che le cifre saranno diffuse solo in serata. Di certo in piazza e nei viali è presente almeno un milione e mezzo di persone, forse due milioni, mentre in provincia un altro milione si fa sentire. La marcia è partita da Place de la Republique, compatta e stipata entro le transenne, mentre la stessa Prefettura ha chiesto di non marciare verso Place de la Nation, punto di arrivo, dato che i boulevard sono tutti bloccati. Ma la marcia popolare è andata avanti e, all’arrivo della testa del corteo, con i giornalisti di Charlie Hebdo e alcuni familiari delle vittime, Place de la Nation è stata un unico boato.
Impressionante il dispiegamento di forze: cecchini sui tetti, 24 unità della riserva nazionale, 20 squadre della brigata anti crimine della polizia di Parigi, 150 agenti in borghese "incaricati della protezione delle alte personalità e della sicurezza generale". Duemila poliziotti e 1.350 militari schierati a Parigi per proteggere gli oltre 45 tra capi di governo e di Stato e i manifestanti.
Vertice ministri Interno. Prima della marcia i ministri dell’Interno e della Giustizia Ue e Usa si sono riuniti a Parigi per mettere a punto nuove misure di lotta al terrorismo. Il ministro dell’Interno italiano, Angelino Alfano, ha escluso che verranno fatti passi indietro rispetto a Schengen, definito una "grande conquista", contrariamente a Spagna e Francia che stanno valutando modifiche.
Appello ai colossi del Web. Al termine dell’incontro, i ministri hanno concordato sul fatto che sia "indispensabile" la collaborazione con gli operatori Internet per identificare e ritirare rapidamente i "contenuti che incitano all’odio e al terrorismo". "Abbiamo sottolineato con forza il bisogno di una maggiore cooperazione con gli operatori del settore Internet per garantire la segnalazione e il ritiro dei contenuti illeciti e in particolare dei contenuti che fanno apologia del terrorismo o incitano alla violenza o all’odio", ha spiegato il ministro degli interni francese Bernard Cazeneuve, precisando che delle iniziative in tal senso sono già state avviate dalla Commissione europea.
Video Coulibaly su Internet: "Ho agito contro polizia". Un uomo che pare Amedy Coulibaly, in un video postato oggi su Internet, ha rivendicato l’attacco che è costato la vita a una poliziotta giovedì e si dice appartenente all’organizzazione dello Stato islamico. L’uomo, guardando in camera, dice di aver "agito contro la polizia", confermando quanto detto al telefono durante l’attacco al negozio kosher e cioè che lui si occupava della polizia e i fratelli Kouachi dei vignettisti di Charlie Hebdo. Il video è stato subito ritirato dai social network.
La caccia continua. Continuano intanto le ricerche di Hayat Boumeddiene, compagna del terrorista ucciso nel blitz al supermarket kosher, che però pare si sia rifugiata in Siria prima degli attacchi.
Attentato incendiario in Germania. E intanto dalla Germania arriva un allarme per un attentato incendiario al giornale Hamburger Morgenpost. Non è confermata la matrice del terrorismo islamico, ma ci sono due arresti e nei giorni scorsi il giornale aveva pubblicato alcune delle vignette satiriche su Maometto di Charlie Hebdo.
Polemiche e accuse. Sono esplose intanto le polemiche sugli errori e i misteri dell’attacco. Julian Assange non ha usato mezzi termini, accusando di "incompetenza" l’intelligence transalpina. Il fondatore di Wikileaks ha ricordato come gli assalitori fossero dei "ben noti jihadisti" lasciati incontrollati dalla polizia francese, forse perché agivano come "informatori".
Onore ai ’musulmani eroi’. In Francia intanto si celebrano i due ’musulmani eroi’: Ahmed Merabet, è il poliziotto ucciso nella redazione del Charlie Hebdo e Lassana Bathily, il commesso del negozio di prodotti kosher assaltato ieri da Amedy Coulibaly.
MULTIMEDIA
Libera la moglie di Cherif Kouachi, che condanna gli attentati
La moglie di Cherif Kouachi, rimessa in libertà dopo 72 ore di fermo in seguito alla strage compiuta dal marito al settimanale Charlie Hebdo, ha espresso agli inquirenti la sua "indignazione e condanna per le violenze". Lo ha riferito il suo avvocato dopo il rilascio. Izzana Hamyd ha detto che i suoi pensieri sono rivolti alle vittime e ha assicurato che la sua reazione agli attentati "è la stessa dell’intera nazione".
Izzana Hamyd ha dichiarato di non aver mai visto nulla che la facesse pensare alla possibilità che il suo 32enne marito potesse compiere, assieme al fratello Said, simili atti terroristici e si è detta "stupita" della strage a degli altri attacchi jihadisti dei giorni scorsi, conclusisi con il doppio blitz in una tipografia a nord-est di Parigi e in un supermercato kosher nella periferia orientale della capitale francese.
da Paolo Gallori 17.41
Bfm-tv: almeno due milioni le persone in strada a Parigi
Almeno due milioni di manifestanti: questo l’ultimo bilancio della partecipazione alla marcia repubblicana in omaggio alle vittime degli attentati, secondo quanto riferisce BFM-TV.
da Paolo Gallori 17.39
Alfano: "Italia sicura, ma italiani si guardino intorno"
"Schengen è una conquista di libertà, perché la libertà di circolazione è una grande conquista del nostro Paese e dell’Europa. Un uomo e un continente che hanno paura non sono liberi". Lo ha detto al gr1 il ministro dell’Interno Angelino Alfano confermando dopo il vertice di oggi a Parigi che per l’Italia gli accordi di Schenghen non si toccano. E ha aggiunto: "L’Italia è un posto sicuro nel quale vivere, ma che comunque, ospitando il Papa ed essendo parte della comunità occidentale che combatte il terrorismo, non è a rischio zero. Ecco perché gli italiani possono contare sul governo e su un sistema di sicurezza che funziona. Ma è altrettanto vero che gli italiani si devono guardare intorno e se hanno qualche segnale, lo indirizzino subito alle autorità locali".
da Paolo Gallori 17.38
Il tweet di AstroSamantha
Anche l’astronuta italiana dell’Esa, Samantha Cristoforetti, ha voluto inviare dallo spazio "un simbolico abbraccio" a Parigi, dove si sta svolgendo la lunga marcia contro gli attacchi terroristici, inviando con un tweet un’immagine della capitale francese catturata dalla Stazione Spaziale Internazionale.
"Un simbolico abbraccio a #Parigi, che sa essere luminosa, con questa bella foto del collega @Astro_andre" scrive Cristoforetti su Twitter.
da Paolo Gallori 17.36
17.35
TwitterSam Cristoforetti @AstroSamantha
. @fabfazio Un simbolico abbraccio a #Parigi, che sa essere luminosa, con questa bella foto del collega @astro_andre http://pbs.twimg.com/media/B7A6xRwCYAAT-nx.jpg
LA LISTA DEI CAPI DI STATO
PARIGI - Tutti insieme, per dire no al terrorismo. I leader di oltre 50 Paesi si radunano oggi a Parigi per la grande marcia che, da Place de la Republique arriverà, lungo due itinerari, a Place de la Nation. Da Angela Merkel a Matteo Renzi, da Benjamin Netanyahu a Abu Mazen, è lunga la lista delle personalità che hanno voluto essere presenti dopo gli attacchi degli ultimi giorni.
Più di 50 i capi di Stato e di governo. Questa, al momento, la lista dei leader attesi:
Unione europea - Il presidente Francois Hollande, il cancelliere tedesco Angela Merkel, il primo ministro britannico David Cameron, il primo ministro italiano Matteo Renzi, il presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy, il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz del Parlamento europeo, il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, il presidente romeno Klaus Johannis, il capo di governo danese Helle Thorning-Schmidt e poi i primi ministri Charles Michel (Belgio), Mark Rutt (Olanda), Antonis Samaras (Grecia), Pedro Passos Coelho (Portogallo), Enda Kenny (Irlanda), Bohuslav Sobotka (Repubblica Ceca), Robert Fico (Slovacchia), Laimdota Straujuma (Lettonia), Boyko Borisov (Bulgaria), Viktor Orban (Ungheria), Ewa Kopacz (Polonia) e Zoran Milanovic (Croazia).
Al di fuori della UE, sono attesi il primo ministro Benjamin Netanyahu con il suo capo della diplomazia Avigdor Lieberman, il presidente palestinese Mahmoud Abbas, il re di Giordania Abdullah II e la Regina Rania, il presidente della Confederazione svizzera Simonetta Sommaruga, il ministro russo degli Esteri Sergei Lavrov, il presidente del Kosovo Atifete Jahjaga, i primi ministri di Albania, Edi Rama e Turchia, Ahmet Davutoglu, quello della Georgia, Irakli Garibashvili e ancora il presidente dell’Ucraina, Petro Poroshenko e il primo ministro tunisino Mehdi Jomaa e quello olandese Mark Rutte.
L’Africa sarà rappresentata dai presidenti del Mali Ibrahim Boubacar Keita, del Gabon Ali Bongo, del Niger Mahamadou Issoufou, del Benin Thomas Boni Yayi. Per l’Egitto il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry. Il Nord America è rappresentato dal ministro della giustizia statunitense Eric Holder e dal ministro canadese della Pubblica Sicurezza Steven Blaney.
Molti altri paesi hanno in programma di inviare i propri rappresentati, come il Marocco, con il suo ministro degli Esteri Salaheddine Mezouar. A Parigi sarà presente il segretario generale della NATO Jens Stoltenberg e i leader delle altre istituzioni internazionali (Organizzazione Internazionale della Francofonia, International Labour Office, Lega Araba). Saranno presenti anche i sindaci di grandi città europee come Milano, Barcellona, Torino, Firenze.
Per la Francia, oltre a Hollande, ci sarà il primo ministro Manuel Valls e diversi ministri. Prevista la partecipazione dell’ex presidente Nicolas Sarkozy e degli ex primi ministri Alain Juppé Francois Fillon e Jean-Pierre Raffarin. Ci saranno anche il sindaco socialista di Parigi, Anne Hidalgo, e il suo predecessore, Bertrand Delanoë. Il partito di estrema destra Front National di Marine Le Pen si sente escluso dalla "marcia repubblicana" a Parigi, ma molti dei suoi funzionari hanno dichiarato che sfileranno nelle province o nei dipartimenti delle città in cui sono eletti.
LIMITARE SCHENGEN
PARIGI - Accelerare l’utilizzo del codice di prenotazione - il Pnr - delle compagnie aeree in chiave antiterrorismo. Alimentare una strategia di "controretorica" on line per contrastare le dinamiche di reclutamento. Incrementare lo scambio d’informazione tra paesi. Modificare il trattato di Schengen, con il governo francese che, per bocca del ministro Bernard Cazeneuve, si è detto pronto a mettere mano ai contenuti della convenzione. Sono queste le linee guida emerse questa mattina a Parigi durante l’incontro dei ministri dell’Interno convocato in via straordinaria dal francese Manuel Valls dopo le stragi degli ultimi giorni. Al vertice ha partecipato per l’Italia, Angelino Alfano. Che però, sulla questione di Schengen, ha espresso un parere del tutto negativo.
Nelle sale di place Beauvau, è stato particolarmente dibattuto il tema del Pnr. Si tratta del codice (Passenger name record) utilizzato dalle compagnie aeree per identificare nome del passeggero, indirizzo, numero di telefono, rotta di volo, numero del posto e altre informazioni come il mezzo di pagamento, la scelta del pasto (importante perché può rivelare la religione del passeggero) e altre informazioni sulla salute.
Utilizzare tutte queste informazioni a fini di sicurezza, ovviamente, sarebbe molto utile. E però le implicazioni sul diritto alla privacy dei passeggeri - che ne risulterebbe di molto compresso - hanno sempre frenato le autorità. Nell’aprile del 2013 un progetto di direttiva europea in proposito era stato respinto per pochi voti dalla commissione Liberta Civili del Parlamento europeo, perché secondo i deputati avrebbe violato i diritti fondamentali dei cittadini. Il 30 agosto del 2014 il Consiglio europeo - di fronte all’aggravarsi della minaccia terroristica portata ai Paesi membri dal fenomeno dei foreign fighters - ha invitato il Parlamento a discutere nuovamente della materia.
Usa e Australia e Canada obbligano attualmente le compagnie aeree dell’Unione europea a rendere disponibili i dati Pnr di tutti i passeggeri che volano in quei paesi. La posizione dell’Italia sul punto è nota da tempo. Alfano, titolare del Viminale, ritiene "il Pnr uno strumento di notevole efficacia". Anche riguardo alla privacy, la posizione di Roma è nota: la disputa dei due valori - sicurezza e privacy - è un conflitto tipico di questo tempo. In passato c’è stata una tutela molto accentuata della privacy. In questo momento occorre valutare molto bene il tema della sicurezza.
All’estero: da Washington a Ulan Bator in Mongolia, nella Nuova Caledonia, a Ginevra in Svizzera, a Le Mans = l’Islam est contee le terroriste, Nizza, Tel Aviv, Venezia
HUFFINGTON POST
Una mobilitazione senza precedenti. Così i giornali francesi parlano della manifestazione in programma oggi a Parigi, a pochi giorni dagli attacchi terroristici che hanno sconvolto la Francia, con l’assalto alla rivista satirica Charlie Hebdo, l’uccisione di una poliziotta e l’assedio a un supermercato ebraico della capitale. Diciassette vittime in tutto, oltre a tre attentatori, e un Paese sconvolto.
Alla manifestazione, che prenderà il via alle 15, è atteso circa un milione di persone, dopo che ieri oltre 700mila francesi hanno popolato le strade di molte città, con marce silenziose a ricordo delle vittime e a favore della libertà di stampa ed espressione. A Tolosa erano almeno 80mila, a Pau 40mila. Quindi Nizza, Orleans, Nantes, Lille, Besançon, Marsiglia e molte altre località. Oggi in piazza ci saranno non solo i cittadini e i vertici del governo, ma anche molti leader internazionali. Presenti tra gli altri il presidente del Consiglio Matteo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il primo ministro britannico David Cameron, quello spagnolo Mariano Rajoy, il presidente ucraino Petro Poroshenko, il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov. Prima della marcia, in mattinata, si terrà anche un vertice internazionale sulla sicurezza a cui parteciperanno i ministri degli Interni di diversi Paesi, tra cui anche Angelino Alfano.
Non mancano però le polemiche, vista la diserzione annunciata del Front National. Sul suo sito, l’ex leader del partito di estrema destra Jean-Marie Le Pen aveva lanciato una provocazione affermando: "Je ne suis pas Charlie", ossia "Io non sono Charlie". E la figlia Marine, attuale numero uno del Front, ha annunciato che oggi non sarà a Parigi ma a Beaucaire, nel sud della Francia, dove manifesterà, ma non al fianco del governo. "Marceremo a fianco del popolo francese, con il popolo francese, unico e indivisibile, in tutti i luoghi, meno che al corteo parigino". Le Pen ha definito la manifestazione di Parigi "settaria" e "sequestrata dai partiti".
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La marcia di Parigi contro il terrorismo
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REUTERS
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Oggi 17:26 CET
La prefettura di Parigi ha rinunciato ufficialmente a contare i partecipanti alla marcia
La prefettura di Parigi alza ufficialmente bandiera bianca e davanti ai fiume di persone che percorre i tre cortei paralleli che da Place de la Republique portano a Place de la Nation, rinuncia per la prima volta a stimare il numero dei partecipanti alla manifestazione dopo gli attacchi terroristici dei giorni scorsi. Secondo le stime approssimative pubblicate dagli organi di stampa francesi, i manifestanti sarebbero "almeno 2 milioni".
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Oggi 16:56 CET
La notizia della marcia di Parigi su Al Jazeera
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Oggi 16:55 CET
Oltre 2 milioni in piazza in tutta la Francia
Sono fino a 1 milione e cinquecentomila le persone che stanno marciando da circa un’ora per le strade di Parigi in segno di solidarietà con le vittime della strage del 7 gennaio a Charlie Hebdo e quella al negozio kosher di Vincennes, due giorni dopo. Marcia contro il terrorismo di qualsiasi matrice. Lo hanno riferito gli organizzatori. Oltre 600.000 persone sono scese in strada in tuta la Francia.
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Oggi 16:50 CET
L’abbraccio tra Hollande e Patrick Pelloux, giornalista sopravvissuto di Charlie Hebdo
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Oggi 16:46 CET
Una foto del corteo dall’alto, adesso
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Oggi 16:27 CET
Allarme bomba a Le Soir, principale quotidiano belga, evacuata la redazione
E’ stata evacuata la redazione del principale quotidiano belga francofono ’Le Soir’, dopo una telefonata anonima che minacciava una bomba per la copertura svolta dalla redazione degli attentati terroristici a Parigi. La polizia ha fatto un perimetro di sicurezza attorno alla sede.
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Oggi 16:20 CET
Marine Le Pen diserta a Parigi e arriva, acclamata, a Beaucaire
Marine Le Pen, leader di successo dell’estrema destra francese, il Front National, come previsto non ha partecipato alla marcia di Parigi, cui non era stata invitata, ma è stata acclamata a Beaucaire, cittadina nel sud della Francia, vicina a Montpelier.
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Oggi 16:07 CET
La foto di Hollande con i sopravvissuti di Charlie Hebdo
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Oggi 16:05 CET
Hollande incontra i sopravvissuti di Charlie Hebdo
Il presidente francese Francois Hollande si è fermato a lungo a parlare con i superstiti di Chlarlie Hebdo, sfuggiti al massacro del 7 gennaio scorso, in prima fila al corteo di oggi insieme con i parenti delle vittime cadute nella redazione del giornale satirico e poi nel supermercato kosher di Port de Vincennes.
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Oggi 15:35 CET
"Nessuna conferma sulla rivendicazione di Al Qaeda", dicono gli Usa
Gli Usa non hanno "alcun credibile riscontro" alla rivendicazione secondo la quale dietro la strage al settimanale satirico francese Charlie Hebdo ci sia al Qaeda nella Penisola Arabica (Yemen), come affermato dai due killer franco algerini Kouachi e dalla stessa Aqap. Lo ha dichiarato il ministro degli Giustizia americano, Erico Holder, da cui dipende l’Fbi, da Parigi.
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Oggi 15:29 CET
Intanto, nel derby Roma-Lazio, i biancocelesti stanno giocando con questa maglietta
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Oggi 15:24 CET
Hollande, Merkel, Juncker e Cameron alla testa del corteo
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Oggi 15:18 CET
Le quattro vittime di Coulibaly saranno sepolte in Israele
I quattro ebrei francesi uccisi da Amedy Coulibaly nella presa di ostaggi di venerdì scorso a Parigi saranno sepolti in Israele martedì prossimo. Lo ha riferito alla france presse un portavoce della comunità. "Le quattro famiglie hanno deciso di seppellire i loro cari in Israele. I riti funebri si terranno martedì alle 10 al cimitero del monte degli ulivi", ha detto la fonte.
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Oggi 15:14 CET
Hollande e i capi di stato verso il corteo trasportati da autobus
Il presidente francese Francois Hollande e i suoi ospiti, capi di Stato e di governo di oltre 40 Paesi, vengono condotti a bordo di autobus alla marcia repubblicana contro il terrorismo. Lo riferisce il sito di Le Figaro. In precedenza Hollande li aveva tutti accolti nella sua residenza dell’Eliseo.
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Oggi 15:13 CET
I fiori nel luogo dove è stata uccisa la poliziotta
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Oggi 14:44 CET
Le immagini della redazione tedesca distrutta per aver pubblicato le vignette di Charlie Hebdo
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Oggi 14:42 CET
Netanyahu esce dall’Eliseo
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Oggi 14:39 CET
Piazza della Repubblica, Parigi, adesso
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Oggi 14:33 CET
Le foto della Bbc di alcuni dei capi di stato arrivati a Parigi
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Oggi 14:26 CET
Bandiere francesi e israeliane in piazza
Ci sono molte bandiere francesi nelle mani dei manifestanti radunati per la grande marcia di Parigi, ma anche qualche vessillo israeliano. Su cartelli e striscioni sono numerosi i riferimenti alla religione. Due signore scrivono "io sono musulmana", altri mostrano stelle di Davide, mentre un adesivo molto diffuso recita "tutti uniti atei, cristiani, ebrei e musulmani contro il fanatismo".
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Oggi 14:22 CET
La rivista dei gesuiti Etudes ripubblica vignette di Charlie Hebdo sul Papa
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Oggi 13:47 CET
Il prossimo 18 febbraio vertice antiterrorismo a Washington
Gli Stati Uniti ospiteranno il prossimo 18 febbraio un summit internazionale dedicato alla lotta contro "l’estremismo violento nel mondo". Lo ha annunciato oggi il segretario alla Giustizia statunitense, Eric Holder, a margine della riunione ministeriale di Parigi contro il terrorismo. Il vertice si terrà a Washington e punterà a "unire le nostre risorse", ha precisato Holder.
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Oggi 13:43 CET
In Germania il ministro della Giustizia chiede a Pegida di annullare una manifestazione
Il ministro della Giustizia tedesco Heiko Maas ha esortato il movimento islamofobo Pegida di rinunciare a tenere domani la marcia che ormai da oltre 10 settimane organizza a Dresda, per non "sfruttare" la strage di Parigi. Dresda dove ieri in 35.000 hanno marciato contro l’islamofobia di Pegida.
Maas ha detto in un’intervista alla Bild am Somntag ha definito i membri del gruppo "Patriotic Europeans Against the Islamisation of the Occident" (PEGIDA), di esere "ipocriti": "Se avessero un minimo di decenza cancellerebbero semplicemente queste dimostrazioni. Le vittime (della strage di Parigi) non meritando di essere di essere sfruttate da rimestatori di immondizia come questi".
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Oggi 13:38 CET
L’itineriario del corteo a Parigi
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Oggi 13:30 CET
La procura francese: Coulibaly ha sparato anche prima del supermarket, uomo in fin di vita
Secondo la procura francese ci sarebbe un ulteriore persona vittima del fuoco di Amed Coulibaly. Sarebbe un cittadino francese intento a fare jogging, raggiunto da alcuni colpi di arma da fuoco poco prima dell’irruzione nel supermarket kosher. L’episodio inizialmente non era stato ricollegato agli episodi terroristici. Ma l’analisi balistica e sui bossoli rinvenuti determinerebbe un collegamento con le armi usate dal militante dell’Is. L’uomo, viene spiegato, versa attualmente in gravi condizioni.
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Oggi 13:25 CET
Al corteo di Parigi in prima fila parenti delle vittime, solo dopo i capi di stato
Al primo posto del corteo che sfilerà a Parigi ci saranno i parenti e gli amici delle vittime. Seguiranno i capi di stato e di governo
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Oggi 13:09 CET
Il ministro dell’Interno francese: "La Francia è pronta a modificare Schengen"
Il governo francese è pronto a modifiche al trattato di Schengen. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Barnard Cazeneuve
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Oggi 12:48 CET
Hollande alla grande Sinagoga dopo la marcia di Parigi
Il presidente francese Francoise Hollande si recherà alla grande Sinagoga di Parigi al termine della marcia che attraverserà la città. Lo ha reso noto l’Eliseo, secondo quanto riporta Le Figaro.
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Oggi 12:30 CET
L’emiro dei Kouachi lavora nell’ospedale di Parigi dove hanno accolto le vittime di Charlie Hebdo
Sorprendente "riconversione" di Farid Beneyettou, l’emiro autoproclamato della filiera delle Buttes-Chaumont, nel diciannovesimo arrondissement di Parigi, che indottrinò i fratelli Kouachi, autori della strage a Charlie Hebdo, all’ideologia radicale. Secondo Le Parisien, Beneyettou occupa dal mese di dicembre un posto da infermiere stagista nel pronto soccorso dell’ospedale parigino della Pitiè-Salpêtrière, uno degli ospedali più importanti di Parigi. Lo stesso che ha ricoverato i feriti della strage a Charlie Hebdo.
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Oggi 12:27 CET
Le parole di Cabu nel suo ultimo libro che sarà pubblicato postumo
"Si può ridere di tutto? E domani, potremo ancora ridere di tutto? Queste domande meritano di essere poste. E’ l’intento di questo libro. Nessun limite alla satira, che è al servizio della libertà d’espressione, perché laddove la satira si ferma, spesso lascia il posto alla censura o all’autocensura. Nè le religioni e i loro integralisti, nè le ideologie e i loro militanti, ne i benpensanti e i loro pregiudizi, devono poter fermare il diritto alla satira, sia essa eccessiva": questa la premessa del libro di Cabu - uno dei vignettisti uccisi nella strage a Charlie Hebdo - che verrà pubblicato postumo nelle prossime settimane.
LA MINACCIA DI OSAMA TRE ANNI FA
HUFFINGTON POST
La profezia di Osama. Il lascito dello “Sceicco del terrore. Una indicazione operativa avveratasi tre anni dopo. Ventuno gennaio 2011. Quel giorno, il fondatore di al Qaeda, lancia il suo ultimo messaggio audio. Nel mirino non c’è il Grande Stana americano. Ma la Francia. Nella registrazione, il terrorista saudita si rivolge al presidente Nicolas Sarkozy e al popolo francese, affermando: “Pagherete cara la vostra presenza in Afghanistan”. Poi minacciava: “La liberazione dei vostri ostaggi dalle mani dei nostri è condizionata dall’uscita dei vostri soldati dai nostri Paesi”.
L’ultimo videomessaggio di Bin Laden (continua a leggere dopo il video)
Un riferimento ai cinque francesi catturati in Niger a settembre del 2010. Altri due francesi sono stati rapiti e uccisi, sempre in Niger, all’inizio del 2011. A ottobre (2010), in un altro audio, aveva commentato proprio la cattura dei francesi: “Il loro rapimento è una risposta alla tirannia della Francia nei confronti dei musulmani”. Il messaggio conteneva anche un riferimento all’attualità francese: “Se ritenete che sia vostro diritto vietare alle nostre donne di usare il velo, non pensate che sia nostro diritto cacciare i vostri invasori dai nostri Paesi”. Rilette alla luce dell’”11 Settembre francese”, le parole di bin Laden risuonano agghiaccianti.
Continua a leggere dopo il messaggio di Bin Laden conro la Francia del 2011
Perché il senso del duplice attacco terroristico di Parigi, rivendicato da al Qaeda della penisola araba (Aqap), è lo stesso evocato, nel suo lascito “testamentario”, dall’uomo che ideò l’”11 Settembre” americano. E ciò si evince anche dal contenuto delle rivendicazioni di Aqap: la Francia "smetta di attaccare l’Islam, i suoi simboli e i musulmani o ci saranno nuove operazioni" terroristiche, ha avvertito uno dei responsabili dell’Aqap Harith bin Ghazi al-Nadhari, in un video postato su Youtube. Il video, poi rimosso, di 5 minuti e 37 secondi, è stato pubblicato poco dopo la morte dei tre terroristi in Francia ed è intitolato "The Faces succeeded”.
"Alcuni dei figli di Francia - afferma il responsabile dell’Aqap - sono stati irrispettosi con i profeti di Allah, e quindi un gruppo tra i soldati di Allah ha marciato contro di loro, a cui hanno insegnato il rispetto e i limiti della libertà di espressione. I soldati che amano Allah e i suoi messaggeri sono arrivati a voi, e loro non hanno paura della morte ma adorano il martirio per la causa di Allah". Harith al-Nadhari è lo stesso che, lo scorso novembre, ha duramente attaccato l’Isis. Il responsabile ha accusato al Baghdadi di "tracciare un solco" tra i gruppi jihadisti con il suo progetto di costituire uno Stato islamico. L’Isis, ha aggiunto, ha "costretto tutta la nazione (islamica) a giurare fedeltà", senza "consultare" gli altri leader jihadisti.
Prima della diffusione del filmato, un esponente di Al Qaeda in Yemen aveva già rivendicato l’attacco, messo in atto con l’obiettivo di "vendicare l’onore" di Maometto. In un messaggio anonimo recapitato all’”Associated Press” al Cairo, si legge che "la leadership di Aqap ha diretto le operazioni scegliendo con cura l’obiettivo". D’altro canto, Al Qaeda nella peni¬sola ara¬bica ha da tempo messo al centro dei suoi minacciosi proclami la Francia, colpevole, agli occhi degli epigoni di Osama bin Laden di portare avanti una politica interventista, con l’obiettivo di voler “ricolonizzare” terre islamiche imponendo i propri valori. Al Qaeda ha riconquistato il centro della scena mondiale. Offuscando il suo competitore nella guerra per la leadership dell’Islam radicale armato: il “Califfo” dello Stato Islamico (IS): Abu Bakr al-Baghdadi. Il campo di battaglia di questo scontro è il mondo. In particolare, l’Occidente. E in esso, l’Europa multietnica, dove è sempre più crescente la presenza dei musulmani, di seconda e terza generazione.
Al Qaeda e l’Isis pescano nello stesso “mare”, e per tirare la rete dalla loro parte, devono alzare il livello dello scontro, spettacolarizzarlo: da qui le video decapitazioni, da qui l’attacco alla città dei Lumi e a un settimanale diventato il simbolo di una libertà di espressione che i “guerrieri di Allah” concepiscono come una minaccia mortale, non alla memoria del Profeta, ma alla loro idea di società, fondata sulla ferrea dittatura della sharia. Da qui la contesa della paternità dell’attentato che corre su Twitter, Facebook e i mille site legati alla galassia jihadista.
Dopo l’attentato al “Charlie Hebdo” su Twitter i simpatizzanti della jihad globale- i seguaci di al Qaeda e quelli dello Stato Islamico- si sono praticamente contesi una versione aggiornata della lista nera (pubblicata dalla rivista “Inspire”, vicina ad al Qaeda) , nella quale sul direttore di “Charlie Hebdo”, Stéphane Charbonnier compare una croce rossa e di fianco un messaggio di vittoria: “Saluti e ringraziamenti dalla comunità islamica a coloro che hanno vendicato il profeta Maometto”. E sempre in quel numero di “Inspire”, Aqap esorta i "lupi solitari" del terrorismo islamico a colpire l’economia americana e i suoi tycoon e prendere di mira diverse compagnie aeree, tra cui Delta, Air France, Easyjet e altre, e fornisce un manuale aggiornato su come costruire una bomba. Il primo leader dell’Aqap è stato Nasir Wuhaishi, uno stretto collaboratore di Osama bin Laden. Ma ben presto un cittadino americano di origini yemenite, Anwar al-Awlaki , è emerso come figura chiave dell’organizzazione. Ed è stato proprio al-Awlaki - prima di essere ucciso in un raid eseguito da un drone Usa in Yemen nel 2011 ad utilizzare a lungo Inspire, per lanciare i suoi proclami ideologici e indicazioni operative ai seguaci di tutto il mondo e per reclutare nuovi jihadisti. All’epoca, la sicurezza yemenita affermò che anche Wuhaishi era stato ucciso in un raid nel sud dello Yemen, ma nel 2014 il leader terrorista è apparso in un video diffuso a marzo. Una guerra nella guerra è in atto per l’egemonia nel jihadismo globalizzato.
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Ed è anche una guerra “personalizzata”: l’erede di bin Laden, Ayman al Zawahiri contro il “Califfo” al-Baghdadi. Ed è stato proprio al Zawahiri, l’anno scorso, ad affidare l’incarico di organizzare le grandi operazioni internazionali ad al Qaeda nello Yemen, che è un gruppo in media più giovane e forte, più libero nei movimenti e più rispettato. Ha già rivendicato altri tentativi di colpire in Occidente, come quello a Detroit del Natale 2010. Lo scontro tra Aqap e Isis è in atto da tempo. Un altro episodio lo conferma. Nove Dicembre 2014: un alto comandante di al Qaeda nello Yemen condannato apertamente le decapitazioni degli ostaggi da parte dei jihadisti dell’Isis. In un video di 43 minuti, Nasr bin Ali al-Ansi, figura di spicco del ramo yemenita di al Qaeda, ha sottolineato come l’organizzazione fondata da Osama Bin Laden non abbia mai approvato tale pratica. "Senza dubbio, alcuni dei nostri fratelli sono rimasti colpiti nel vedere le scene di decapitazioni diffuse di recente - ha dichiarato al-Ansi, stando alla trascrizione fornita dal sito di intelligence Site al New York Times - noi non le accettiamo e le respingiamo con forza". "Registrare tali azioni e diffonderle tra la gente nel nome dell’islam e della jihad è un grave errore. Non è accettabile, qualsiasi sia la giustificazione", ha aggiunto.
E, passaggio cruciale, Al-Ansi ha tenuto a precisare che non si tratta di una sua posizione personale, nè tantomeno dell’organizzazione yemenita di al Qaeda, quanto piuttosto di quella dello stesso Osama bin Laden: "Io affermo che chiunque sia responsabile di tali azioni, viola le direttive di Osama bin Laden". Un ritorno alle origini di al Qaeda. Una direttrice cara ad Ayman al Zawahiri. Colpire nel cuore dell’Europa multietnica, scegliendo un Paese, la Francia, impegnata, con risultati alterni, nel tentativo di trovare una quadra tra i principi laici che ispirano lo Stato e la presenza di una sempre più estesa comunità islamica portatrici di valori e modelli che non possono essere cancellati o negati forzosamente: “La linea di al-Zawahiri – annota Nabil el Fattah, il massimo esperto di Islam radicale armato nel mondo arabo, già direttore del Centro di studi strategici di Al Ahram del Cairo – è sempre la stessa: impedire una saldatura tra l’Islam moderato e l’Occidente democratico”.
Ancor più del Medio Oriente, è l’Africa, soprattutto quella subsahariana e del Maghreb, il campo di battaglia fra la nebulosa qaedista e potenze occidentali, come per l’appunto la Francia, che, come dimostra l’intervento militare in Mali - ex colonia francese, indipendente dal 1960 - si oppone, anche per ragioni di interesse economico, alla penetrazione qaedista. D’altro canto, tutte le zone dove opera al Qaeda in Africa sono accomunate da una fortissima instabilità politica e ingiustizia sociale che quasi sempre si accompagna a conflitti armati o ribellioni. Al Qaeda reperisce in queste zone i fondi necessari per combattere la sua jihad contro l’Occidente. Rapimenti, traffico di droga, finanziamenti dai governi regionali interessati a colpire nazioni nemiche, ma anche gestione di industrie e aziende che svolgono attività formalmente legali, sono tra le maggiori fonti di introiti economici dell’organizzazione che finiscono inevitabilmente a finanziare le campagne terroristiche contro gli Stati occidentali. Tra questi, la Francia.
Ma la “battaglia di Parigi” e la rivendicazione di Aqap, danno conto di un salto di qualità nel modus operandi del gruppo: al Qaeda avrebbe un ragione d’azione che arriva fino alla Francia, mentre gli analisti di quell’universo variegato, ritenevano che la sua influenza fosse limitata al Maghreb. Ma la “battaglia di Parigi” narra un’altra storia, svela un’altra realtà: i giovani delle banlieu, musulmani di seconda o terza generazione, così come i convertiti all’Islam, non agiscono solo mossi da una ribellione sociale, ma spinti da un bisogno identitario forte, quello che Aqap o l’Isis offrono loro: la realizzazione di un “Califfato” che dal Grande Medio Oriente si estende al cuore dell’Europa. Un “sogno” per cui vale la pena di combattere. E di morire. E’ questo lo spettro che si aggira per l’Europa: quello di una Jihad globale.
DAGOSPIA
Da “il Fatto quotidiano”
Mercoledì 14 gennaio il nuovo numero di "Charlie Hebdo" sarà in tutte le
edicole italiane in allegato a "il Fatto quotidiano". E’ il nostro modo di essere vicini e di esprimere solidarietà alla redazione del settimanale francese sanguinosamente colpito dalla strage di Parigi e di testimoniare tutto il nostro amore per la libertà di espressione e dunque di satira.
vignettisti per charlie hebdo 18 vignettisti per charlie hebdo 18
Ringraziamo gli amici di "Charlie Hebdo", e quelli di "LIbération" che li ospitano nella loro sede, per avere subito accolto con gioia la nostra proposta, così come quelle del New York Times per gli Stati Uniti e di alcuni altri quotidiani europei. Dal ricavato dell’iniziativa "il Fatto quotidiano - Charlie Hebdo" (in edicola al prezzo di 2 euro) trarremo una donazione per le famiglie dei colleghi giornalisti e vignettisti uccisi
MESSAGGI FOLLI IN RETE
11 gen 2015 15:00
COGLIONAZZI FILO-JIHAD - UN OPERAIO MAROCCHINO DI ROVIGO INNEGGIA SU FACEBOOK ALLA STRAGE: “12 SONO POCHI, L’11 SETTEMBRE ERA PIÙ BELLO” - IN FRANCIA SUI SOCIAL SI DIFFONDONO MESSAGGI DI SOSTEGNO PER I TERRORISTI CON L’HASHTAG #JESUISKOUACHI: “SONO FIERO DI VOI” - - -
È tutto un congratularsi. Su Twitter, su Facebook. Persino su Instagram. In francese ma anche in inglese, olandese e arabo - “Tutti sostengono i nostri fratelli Kouachi: coraggio e che Allah vi protegga dagli infedeli”, “Sono musulmano e #JeSuisKouachi mi rappresenta”, “I tre mujaheddin francesi hanno portato felicità nei nostri cuori. Che Allah vi ricompensi”…
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1 - IL CALCIATORE MAROCCHINO: «L’11 SETTEMBRE? ERA PIÙ BELLO» E LO CACCIANO DALLA SQUADRA
Da “il Giornale”
Educazione alla jihad Educazione alla jihad
Poi si è scusato, ha detto di essere stato «frainteso», ma non è bastato per giustificare le parole choc di un operaio di origini marocchine e (ormai ex) calciatore in una squadra di prima categoria a Rovigo, la Stientese. Un dilettante, nel calcio e nelle dichiarazioni su Facebook dove però la carica di insulti e di odio è stata così pesante da costargli il posto in campo: «Dodici sono pochi» ha scritto, riferendosi al massacro di Charlie Hebdo, lamentandosi che «neanche una foto con il sangue, forse muoiono di paura», e poi ancora: «Non mi piace perché è durato poco. Quello dell’11 settembre era più bello».
I suoi deliri non sono stati apprezzati. Lui forse si sarà anche divertito a scrivere certe frasi («Democratici del c... dove eravate quando Israele ha ammazzato in 25 giorni più di 600 bambini, siete voi i veri terroristi, siete voi che avete creato la prima guerra mondiale per soldi, la seconda guerra per soldi e adesso in Iraq, Libia, Egitto, Siria»), ma il risultato è che è stato allontanato dalla squadra.
jihadisti isis jihadisti isis
Ora lui ridimensiona. «Sono distante dalle posizioni dei terroristi. Mia moglie non porta il velo e mia figlia frequenta un asilo gestito dalle suore». Spiega: «Mi riferivo alla risonanza mediatica che ha avuto la vicenda di Parigi». Il presidente della Stientese però è stato chiaro: «Non è più un nostro giocatore. Non voglio più vederlo».
2 - «SONO ORGOGLIOSO DI VOI» IN RETE I MESSAGGI CHOC DI SOSTEGNO AGLI ASSASSINI
Leonard Berberi per il “Corriere della Sera”
cherif kouachi 1 cherif kouachi 1
Rischia fino a cinque anni di galera. E 75 mila euro di multa. Perché quell’insieme di parole attaccate con il cancelletto all’inizio — #JeSuisKouachi, «sono Kouachi» — sono un’apologia di terrorismo. Anche se per via digitale. E così domani un trentenne di Strasburgo dovrà spiegare ai giudici perché si è congratulato su Facebook con i fratelli che hanno ammazzato dodici persone, decimato la redazione di Charlie Hebdo e tolto il fiato per molte ore a un intero Paese.
#JeSuisKouachi. #JeSuisCoulibaly. Gli hashtag della vergogna. E di sostegno per le «schegge impazzite». Iniziano a circolare non appena si scopre che i Kouachi sono braccati in una tipografia fuori Parigi. E quando Amedy Coulibaly irrompe in un supermercato kosher.
Cherif Kouachi Cherif Kouachi
È tutto un congratularsi. Su Twitter, su Facebook. Persino su Instagram. In francese, soprattutto. Ma anche in inglese. In olandese. In arabo. «Tutti sostengono i nostri fratelli Kouachi: coraggio e che Allah vi protegga dagli infedeli», cinguetta @bint_AlDawla. «Sono musulmano e #JeSuisKouachi mi rappresenta», aggiungono altri.
Said Kouachi Said Kouachi
Invocazioni religiose. Richiami al passato coloniale della Francia con tanto di foto in bianco e nero. Minacce a suon di «questo è soltanto l’inizio per l’Europa». Avvertimenti al Jyllands-Posten , il quotidiano danese che nel 2005 ha pubblicato alcune caricature su Maometto. E al politico olandese Geert Wilders. «Spero che la stessa sorte tocchi ai vignettisti danesi e al cane biondo olandese», scrive Abou Shaheed.
In poche ore #JeSuisKouachi spopola. «I tre mujaheddin francesi hanno portato felicità nei nostri cuori. Che Allah vi ricompensi». «Vi ricorderemo per sempre. L’Islam è orgoglioso di voi». «Venerdì è un grande giorno per morire». «Chi gioisce per la morte dei Kouachi sappia che noi amiamo la morte. Il martirio è immortale», aggiunge @khilafalgeria3. «In Francia migliaia di Kouachi aspettano soltanto che arrivi il loro momento», twitta @jadwtawhid. «Questo è un messaggio per quei cani della Francia», digita @andalus444.
amedy coulibaly con la balestra amedy coulibaly con la balestr
C’è chi dedica un pensiero alla donna in fuga, Hayat Boumeddiene. Destinataria, pure lei, di messaggi di appoggio. Di preghiere.
Lo sdegno è quasi istantaneo. «Ma che aspetta Twitter a bloccare #JeSuisKouachi?», chiedono @Emilie_Gul e @SoGirlyBlog. «Si tratta di incitamento all’odio e al terrorismo». La piattaforma non interviene. Gli utenti sì. Al sito governativo francese internet-signalement.gouv.fr arrivano centinaia di segnalazioni. Bernard Cazeneuve, ministro dell’Interno, chiede all’autorità giudiziaria di valutare tutti i casi. C’è pure chi invoca l’aiuto di Anonymous, il gruppo di hacker che ha dichiarato guerra agli estremisti dopo l’assalto al settimanale satirico.
hayat boumeddiene hayat boumeddiene
Ma in questo caso sono i numeri a riportare un briciolo di civiltà digitale. Secondo Topsy, motore di ricerca dei tweet, l’hashtag #JeSuisCharlie è stato usato più di quattro milioni di volte, #JeSuisKouachi circa 25 mila, #JeSuisCoulibaly poco meno di 500.
Anche in Italia qualcuno viene segnalato per frasi eccessive. Come A.M.H., operaio di origini marocchine da dodici anni nella provincia di Rovigo. «Dodici (morti, ndr ) sono pochi, poi neanche una foto con il sangue, forse muoiono di paura», commenta su Facebook. «Dove eravate quando Israele ha ammazzato in 25 giorni più di 600 bambini? Siete voi i veri terroristi». «Sono stato frainteso — chiarisce l’uomo —. Chi mi conosce sa come la penso. Mia moglie non porta il velo e mia figlia frequenta un asilo gestito dalle suore».
amedy coulibaly amedy coulibaly
Eugenio Zanella, presidente della società di calcio Stientese dove gioca l’operaio, non vuole sentire ragioni e lo caccia. «Non voglio più vederlo — taglia corto —. Per me non esiste più. Lo pensavo diverso».
COULIBALY RIVENDICA
1 - STRAGI PARIGI, UN VIDEO DI COULIBALY SU INTERNET: "HO UCCISO IO QUELLA POLIZIOTTA"
Da www.repubblica.it
AMEDY COULIBALY AMEDY COULIBALY
Il video è stato postato oggi su internet, poche ore prima della grande marcia di Parigi contro il terrorismo: il primo spezzone mostra un uomo vestito di nero e con accanto un kalashnikov, che con ogni probabilità è Amedy Coulibaly e che rivendica l’agguato di Montrouge in cui giovedì mattina è stata uccisa la poliziotta Clarissa Jean-Philippe.
Il presunto Coulibaly ripete quando riferito al telefono a una tv dal sequestratore asserragliato nel supermercato kosher di Porte de Vincennes, dove si è consumata la strage di venerdì: "Ci siamo sincronizzati. Io mi sono occupato della polizia, mentre i fratelli Kouachi si occupavano della redazione" di Charlie Hebdo. L’uomo dichiara anche di aver versato denaro ai Kouachi per l’acquisto del materiale necessario al loro attacco.
AMEDY COULIBALY AMEDY COULIBALY
Nel secondo spezzone, girato con uno sfondo diverso, davanti a una piccola bandiera nera dello Stato islamico, l’uomo, che stavolta è vestito di bianco e porta una kefiah, rivendica la sua vicinanza all’Is e si lancia in proclami contro l’Occidente. In tutto, il video dura poco più di 7 minuti ed è stato subito ritirato dai social network. La sua autenticità al momento non è ancora stata accertata ufficialmente, ma l’avvocato di Coulibaly, Damien Brossier, intervistato dal sito di Le Monde, conferma l’identità di colui che appare nel video. Se il video è stato postato dopo gli attentati, sottolinea quindi il giornale, allora deve esserci almeno un complice.
AMEDY COULIBALY AMEDY COULIBALY
"Mi rivolgo al califfo dei musulmani Abu Bakr al-Baghdadi, califfo Ibrahim", esordisce Coulibaly che poi giustifica gli attentati come "rappresaglia" per gli attacchi contro il califfato. Gli inquirenti stanno verificando l’identità del soggetto e le circostanze di pubblicazione del video.
La famiglia di Coulibaly, intanto, condanna gli attentati e porge le proprie "sincere condoglianze" alle famiglie delle vittime di Porte de Vincennes, della poliziotta uccisa a Montrouge e della redazione di Charlie Hebdo. Lo scrivono i media francesi. "Non condividiamo queste idee estremiste. Speriamo che non ci sia associazione tra questi atti odiosi e la religione musulmana", scrivono la madre e le sorelle di Amedy, auspicando "che tutti i cittadini siano, come noi, uniti e solidali con le famiglie".
Sempre oggi la procura di Parigi ha annunciato di aver stabilito un legame fra Coulibaly e l’attentato contro un uomo che faceva jogging a Fontenay-aux-Roses, la zona dove abitava Coulibaly in banlieue. La vittima, 32 anni, era rimasta ferita da colpi di arma da fuoco. Sul posto sono stati ritrovati cinque bossoli e l’esame balistico ha dimostrato che erano della stessa pistola automatica scoperta nel supermercato kosher.
AMEDY COULIBALY UCCISO DALLA POLIZIA AMEDY COULIBALY UCCISO DALLA POLIZIA
2 - ASSANGE: "INTELLIGENCE FRANCESE INCOMPETENTE"
Raffaello Binelliper “il Giornale”
Il fondatore di Wikileaks, Julian Assange, prende di mira i servizi segreti francesi e li accusa di incapacità. "Il fallimento (dei servizi segreti, ndr) nella strage di Charlie Hebdo - dice Assange dall’ambasciata ecuadoriana di Londra in cui è rifugiato - è così evidente che bisogna porsi delle domande serie".
hayat boumedienne e amedy coulibaly 2 hayat boumedienne e amedy coulibaly 2
Poi ricorda come gli assalitori fossero dei "ben noti jihadisti" lasciati incontrollati dalla polizia francese". E con malizia si pone un interrogativo: forse non erano controllati perché agivano come "informatori" o per "poterli arrestare pochi secondi dopo l’attacco" per ottenere visibilità sui media e maggiori finanziamenti agli apparati di sicurezza?
Assange rigetta con sdegno le accuse di chi lo ritiene, insieme a Edward Snowden (talpa del Datagate), responsabile delle stragi francesi, per aver danneggiato gli apparati di sorveglianza e spionaggio elettronici occidentali. "La tragedia di Parigi - afferma in un articolo ritwittato dall’account di WikiLeaks - è un altro esempio di come sia necessaria la sorveglianza mirata e competente e non quella di massa". Sarebbe invece la segretezza, secondo Assange, a "provocare corruzione e incompetenza, e i servizi segreti francesi non fanno eccezione a questa regola". Ma gli 007 possono non essere segreti e non lavorare nell’ombra?
ASSANGE PRIMA E DOPO LA DETENZIONE ASSANGE PRIMA E DOPO LA DETENZIONE
"I francesi - prosegue l’australiano - cercano di presentare i killer come super-cattivi per nascondere la propria incompetenza. La realtà è che gli assassini di Charlie Hebdo erano dei principianti senza speranza, che hanno fatto un incidente con l’auto, lasciato le loro carte d’identità, si sono coordinati via telefono e alla fine sono morti. Perdere una dozzina di persone per mano loro è imperdonabile".
JULIAN ASSANGE E LADY GAGA JULIAN ASSANGE E LADY GAGA
Uccidere più di dieci persone non è da "superpoteri". Assange lo spiega così: "Qualsiasi idiota è in grado di farlo. L’autore del massacro di Port Arthur, in Australia, un uomo con un quoziente d’intelligenza di 66 (quindi letteralmente un idiota) ha sparato a 58 persone durante diverse ore, semplicemente perché lui era armato e le sue vittime no". E la tragedia a Parigi è il segno di come sia necessaria "una sorveglianza mirata e competente, non una sorveglianza di massa".
E ancora: "Cherif Kouachi era già stato incriminato per terrorismo e condannato a 18 mesi di prigione. Entrambi i fratelli erano sulle liste dei terroristi. E ben lontani dall’idea di criptare i loro messaggi, hanno comunicato per centinaia di volte, prima e durante l’attacco, su normali linee telefoniche. La redazione di Charlie Hebdo aveva già ricevuto minacce, ed era stata oggetto nel 2011 di un attentato dinamitardo dopo aver pubblicato vignette su Maometto". Nonostante tutto questo c’è stato l’attentato.
attacco terroristico a parigi charlie hebdo 23 attacco terroristico a parigi charlie hebdo 23
Un fallimento, per i servizi segreti, talmente grande che bisogna seriamente porsi qualche domanda. Questi sono i quesiti che si pone Assange: "I due fratelli erano protetti dai Servizi francesi in quanto facenti parte della strategia francese in Siria, Libia e ovunque altro si possano convogliare soldi, armi e militanti in Africa e Medio Oriente? I due fratelli sono stati protetti perché le autorità volevano eseguire uno spettacolare arresto prima dell’assalto a Charlie Hebdo in modo da ottenere più fondi per l’antiterrorismo, ma la situazione è sfuggita di mano?
Come mai Charlie Hebdo era protetto in modo così scarso? Come hanno fatto quelle armi semiautomatiche a entrare in Francia e a finire in mano agli jihadisti? E soprattutto, perché è stata tollerata la strategia francese in Siria, Libi e in altre aree dell’Africa nonostante l’inevitabile destabilizzazione, radicalizzazione e le possibili reazioni?".