Paolo Mastrolilli, La Stampa 11/1/2015, 11 gennaio 2015
L’EX JIHADISTA CHE FORMAVA I KILLER “DECINE DI CELLULE PRONTE A COLPIRVI”
[Intervista a Morten Storm] –
«Said Kouachi ero io. Anzi, addestravo quelli come lui. E vi avverto: ci sono decine di cellule dormienti tipo la sua, pronte a colpire ovunque l’Occidente». Morten Storm, che abbiamo sentito attraverso una conference call organizzata dalla think tank Clarion Project, parla per conoscenza diretta. Cittadino danese, si era convertito all’Islam radicale. Era diventato così amico di Anwar al Awlaki, capo di al Qaeda nella Penisola Arabica, da procurargli una moglie croata. Poi però gli avevano rifiutato il permesso di andare a combattere in Somalia, e lui era diventato un informatore dei servizi segreti occidentali, al punto di fornire informazioni usate dalla Cia per uccidere Awlaki.
Ci racconti la sua storia.
«Mi sono convertito all’islam radicale nel 1993, e nel 1997 ho fatto il primo viaggio nello Yemen. Il mio compito era addestrare i combattenti stranieri nella lotta corpo a corpo. Nel 2006 ho conosciuto Awlaki».
Cosa le disse?
«Era animato da uno straordinario odio verso l’Occidente. In particolare contro gli Stati Uniti, perché si opponevano alla dominazione del mondo da parte dell’islam. Lui era convinto di far parte dell’esercito di Maometto, incaricato di realizzare la sua visione e il trionfo dello stendardo musulmano».
Al Qaeda nello Yemen è una struttura organizzata?
«Estremamente organizzata, composta da persone capaci e determinate. Hanno tre rami: uno dedicato allo Yemen, uno all’intelligence, e uno alle operazioni all’estero. Avevamo persino contatti nel governo, che ci consentivano di far entrare e uscire dal Paese combattenti tipo Kouachi».
Qual è il loro obiettivo?
«Controllare il mondo, attraverso la sharia. Pensano che Dio sia con loro, e ogni mezzo è giustificato per questo fine».
In Occidente si è discusso se le vignette di Charlie Hebdo sono state una provocazione eccessiva, da evitare.
«Non ha senso, è un pensiero da ignoranti. Se non erano le vignette, era un’altra cosa. Loro credono che l’Occidente ha dichiarato guerra all’islam, con gli interventi in Afghanistan e Iraq, e quindi devono sempre combattere».
Quella dei fratelli Kouachi era una cellula dormiente?
«Credo di sì».
E ora cosa dobbiamo aspettarci?
«Altri attacchi, ce ne sono molte così. I combattenti stranieri vengono addestrati a imbrogliarvi. Tornano a casa, si tagliano la barba, indossano vestiti occidentali, cercano lavoro: l’obiettivo è dimostrare che sono persone normali, non più radicali, per uscire dai radar. Questo processo può durare anche anni, ma è solo l’attesa del momento giusto in cui colpire, senza aspettare ordini dalla base».
I Fratelli Musulmani hanno condannato gli attentati di Parigi: c’è una divisione nella galassia dell’islam radicale?
«No, è falsa. L’obiettivo comune è lo stesso: la dominazione islamica del mondo».
Questi attentati stanno provocando reazioni anche violente contro i musulmani in Europa.
«E qui dovete fare attenzione, perché è esattamente ciò che vogliono. Al Qaeda punta a provocare una spaccatura fra i musulmani moderati e l’Occidente, in modo da poter dire loro: visto? Non vi amano. Smettetela di illudervi con l’integrazione e combattete insieme a noi gli infedeli».
Come può difendersi l’Occidente?
«Molte cellule sono già entrate, ma dovete impedire il ritorno di tutti quelli che vanno all’estero per addestrarsi, togliendo loro la cittadinanza. I programmi di riabilitazione non funzionano: appena possono, vi colpiranno».
Paolo Mastrolilli, La Stampa 11/1/2015