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 2015  gennaio 09 Venerdì calendario

CASETTA IN CANADÀ

1957
Ci siamo affacciati spesso sull’anno di nascita dell’Europa, quando a Roma in Campidoglio si firmano i Trattati del 25 marzo. È un anno di svolta, si direbbe. Ma ogni anno passato rivisto oggi è sempre di svolta, di crisi, di passaggio, di cambiamento. Ancora qualche data. 1957, 19 giugno, mercoledì. I quotidiani costano 60 lire e la crisi di governo si avvia a una soluzione: il presidente della Repubblica Giovanni Gronchi ha “conferito l’incarico” di formare il nuovo governo a un cavallo di razza della politica di quei giorni. È il soprannome equino di Amintore Fanfani, il cui potere si consolida in quegli anni, anni in cui anche radio e televisione entrano sempre di più nella sua orbita, così come erano entrate nelle case degli italiani. Parola di Donna Letizia, al secolo Colette Cacciapuoti Rosselli, dispensatrice di consigli saggi su Grazia: “Dopo pranzo, quando la famiglia assiste alla televisione, la donna di servizio non pretende assistervi anche lei. Potrà darsi, in casi eccezionali, che venga autorizzata a seguire una trasmissione: si terrà in tal caso in disparte. Se i padroni escono, potranno permetterle di assistere a qualche trasmissione particolarmente allettante, tanto più che anche senza permesso è assai probabile che essa correrebbe in salotto a girare l’interruttore del televisore. Chi ha la donna di servizio farà cosa saggia sistemando un piccolo apparecchio radio nella sua camera o guardaroba. Otterrà così che si trattenga più volentieri in casa e che abbia qualche distrazione come tutti”. Donna Letizia, educando, vede lontano. Vede una televisione oggetto di attenzioni nel salotto buono e una radio sempre più relegata al guardaroba, ascoltata dalla donna di servizio mentre fa le pulizie. Nasce così la “radio di servizio” in senso più lato. E nasce in un’Italia completamente differente da quella dei giorni nostri. Si guarda al futuro, si immagina l’Europa, ma le divisioni sociali attraversano i corridoi delle case: il salotto buono è per i padroni, la stanzetta guardaroba è il territorio confinato della donna di servizio, chiamata ancora e in qualche caso “servetta”. 1957, una domenica casalinga qualsiasi. Arrivano sulle tavole le confezioni di fettuccine all’uovo in scatola. Le nonne si arrabbiano con i nipoti: preferiscono le fettuccine industriali a quelle fatte in casa, con uova, farina e notti insonni. Per cui, di domenica, tutti a tavola a prescindere da Squarciarelli, il ristorante dei Castelli Romani, storico al punto da finire decantato da Renato Rascel in Arrivederci Roma. Ogni casa avrebbe fatto concorrenza alle fettuccine e al vino dei castelli. Anche quello arriva in tavola, con un fiasco di vetro verde, contenuto da un piccolo cesto di paglia. I bambini si divertono a strapparne qualche striscia, facendo arrabbiare padri e zii.

i fiaschi nudi Quei fiaschi si reggono in piedi grazie alle impalcature di paglia. Vederli nudi, senza paglia intorno, è quasi una profanazione. Sembrano polli spennati, stupefatti di aver perso in un colpo solo, copertura ed equilibrio. Così la casa diventa il sogno comune. Costruita o ricostruita nel dopoguerra, rappresenta il desiderio di tranquillità, l’investimento del presente nel futuro, la sicurezza del ricovero differente dai ricoveri antiaereo, salvezza comune di pochi anni prima. 1957, “Ma un giorno, per dispetto, Pinco Panco l’incendiò / e a piedi poveretto senza casa lui restò. / ‘Allora cosa fece?’ – Voi tutti chiederete. / Ma questa è la sorpresa che in segreto vi dirò”. Cantavano così Carla Boni e Gino Latilla rivelando in metrica le paure inconsapevoli di ogni Martin proprietario di una casa o casetta. Martin è il protagonista di Casetta in Canadà, presentata al festival di Sanremo del 1957 e arrivata fino a noi come filastrocca indimenticabile firmata Mario Panzeri e Vittorio Mascheroni. Cosa fece Martin quando Pinco Panco dà fuoco alla sua casetta in Canadà? “Lui fece un’altra casa piccolina in Canada / con vasche, pesciolini e tanti fiori di lillà, / e tutte le ragazze che passavano di là / dicevano: ‘Che bella la casetta in Canadà’!”. E se Pinco Panco recidiva? “Lui fece un’altra casa piccolina in Canada…” (ripetere ad libitum).