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 2015  gennaio 09 Venerdì calendario

SBOTTARE

«Se è vero che quando decido di cambiare aria comincio a sbottare? Beh, in effetti è vero. Significa che non sento più il rispetto per la mia persona dell’ambiente. E mi passa la voglia di stare lì» (Pablo Daniel Osvaldo).

ALTI E BASSI «Ho capito che avrei fatto carriera quando ho incontrato Zeman, mi ha dato tanto anche come uomo. L’esonero? Chi lo prende deve essere consapevole che la sua squadra ha alti e bassi» (Lorenzo Insigne).

FENOMENO «Non sono nato fenomeno; se sono diventato un buon giocatore è perché ho cercato di migliorarmi. La svolta è arrivata alla Lodigiani con Guido Attardi, che purtroppo non c’è più. È stato il primo allenatore a darmi un po’ di importanza» (Luca Toni).

AVVENTURA «Ho sempre detto che avrei voluto chiudere la mia carriera a Empoli, la città dove vivrò. La squadra rischiava di retrocedere dalla B ma sono tornato senza pensarci un attimo. Quando poi ho trovato Sarri ho capito che l’avventura sarebbe stata bellissima. Finalmente così ho coronato un sogno: giocare in A con l’Empoli. Io nel 2002 avevo conquistato la promozione, ma poi ero partito» (Massimo Maccarone).

FINITO «Per me il calcio è finito, io a questo sport non credo più. Dopo 19 anni di calcio fatto per passione sono riusciti a tenermi lontano dagli stadi. Sono partito da Carpenedolo-Visanese (spettatori 2, io e il presidente della Visanese), sono arrivato alla C2. Poi otto anni di successi a Parma. E ora non guardo neanche una partita» (Tommaso Ghirardi).

CANTIERE «Lavoravo dieci ore al giorno in cantiere, solo di sera mettevo la tavola ai piedi. Un bel giorno ho deciso di fare sul serio e sono diventato atleta a tempo pieno...» (lo snowboarder Roland Fischnaller).

STESSO «Io sono sempre lo stesso. Certi atleti durante la carriera cambiano manager, amici, confidenti. Io invece mi circondo sempre delle stesse persone, che mi conoscono, sanno cosa mi piace e cosa no. E resto legato alla mia Sicilia anche se vivo in Svizzera» (Vincenzo Nibali).

TRUCCHI «Non basta alzare la palla e ritirarla giù, non è solo forza, si scelgono gli angoli, si varia, ci sono tanti trucchi, tante schermaglie, anche con l’avversario, ricordi del servizio precedente, dei servizi precedenti, delle situazioni precedenti. Occorre tanta concentrazione» (il servizio perfetto secondo Ivo Karlovic).