Andrea Greco, Oggi 7/1/2015, 7 gennaio 2015
RIECCO RAFFA
[Intervista a Gigi Vesigna] –
«Un pezzo su Raffaella Carrà lo inizierei così: “Se fosse nata in Germania, sarebbe l’avatar della Merkel”». Gigi Vesigna, mitico direttore di Tv Sorrisi e Canzoni, l’uomo da 3 milioni di copie, è a letto con la spalla rotta, dopo essere scivolato in una buca, ma appena gli si fanno domande sulla star della tv, che sta per tornare in onda su Rai 1 col talent Forte Forte Forte, si rianima: «La Carrà è come la cancelliera tedesca: una donna fortissima, permalosa, diffidente, assolutista. E ama vincere».
Lei l’ha conosciuta bene?
«Praticamente è mia sorella».
Perché è stata la più amata dagli italiani?
«Perché è una donna qualunque, però più bella».
Una donna qualunque?
Negli anni Settanta ha convissuto con un uomo sposato, Boncompagni, poi è stata con Sergio Japino, senza mai sposarsi, e non ha mai avuto figli. Mi sembra una donna molto anticonformista...
«Diciamo che i suoi uomini, più che essere stati amanti, o fidanzati, erano soci. Ancora oggi Carrà, Boncompagni e Iapino abitano, in appartamenti diversi, nello stesso condominio e pranzano insieme a casa di Raffaella. Sono soci d’affari in una società di cui, a occhio, direi che Raffaella detiene la maggioranza. Lei lo sposerebbe un socio? Lo sposerebbe Boncompagni, o Iapino?».
Non saprei, sono un maschio...
«Sarà. Ma ha capito benissimo. La Carrà si affidò completamente a Boncompagni. Tutto quello che faceva lo discuteva con Gianni. Si ricorda Pronto Raffaella?».
Certo, i leggendari fagioli.
«Ecco, arriva la prima telefonata, la Carrà alza la cornetta e dall’altra parte si sente: “Raffaella, vaffan...”».
Una trovata di Boncompagni?
«Sì».
Reazione?
«Non fece una piega. C’è passata sopra come un panzer».
Per quale motivo Boncompagni organizzò questo scherzetto?
«Ebbe i titoli di tutti i giornali. La più amata dagli italiani mandata a quel paese fa notizia».
E la Carrà fu vittima o complice?
«Una domanda che mi sono fatto tante volte. Credo complice, ma non ho le prove. È rimasta impassibile, vero. Però è vero anche che mai abbiamo visto la Carrà stupita. È un ufficiale delle panzer divisionen, esce un attimo dalla torretta e poi tira dritto. Chi la incontrava sulla sua strada doveva scansarsi».
E se non si scansava?
«Veniva travolto: tritato dai cingoli».
Era una donna molto moderna?
«Già, ma era anche la classica donna forte romagnola. Io la conobbi da bambina, perché andavo in vacanza a Bellaria. La nonna aveva una gelateria sulla piazza, e organizzava spettacolini tipo il musichiere. Raffa li guardava dal terrazzo di casa sua».
Torniamo alla sua teoria dei “soci”. Perché si separò da Boncompagni se la loro ditta andava così bene?
«Si mise con Iapino per un rigurgito di noia, di stanchezza. Boncompagni era uno schiavista: geniale, ma duro. Però, finché le indicava la strada, Raffa non ha sbagliato un colpo. Boncompagni era l’unico a farla ragionare. Il problema era che lei voleva comandare e così si sono allontanati. Poi, quando è rimasta sola, ha fatto scelte bizzarre. Per esempio, ha fatto un varietà Rai a New York, Buonasera Raffaella. Lei abitava all’Hotel Pierre, nello stesso appartamento di Sindona. Immagini la barca di soldi che ha speso. Ma Raffaella voleva sempre il meglio per sé».
Quindi era una donna che spendeva volentieri?
«Spendeva volentieri i soldi non suoi, voleva il meglio se pagavano gli altri. Con il suo denaro è sempre stata molto oculata».
Ora torna in tv con Forte Forte Forte. Fa bene?
«La polemica con la Cuccarini non mi è piaciuta. Raffaella non ha mai amato Lorella perché era quella che l’avrebbe potuta sostituire. Averla in trasmissione sarebbe stato un colpo. E non mi sembra proprio che il livello della giuria sia siderale...».
La Carrà farà il giudice, non condurrà il programma.
«Non cambia molto. Io penso che una star come lei dovrebbe essere capace di sparire in un pulviscolo magico».
Diventare invisibile come Mina?
«Proprio così. Tra lei e Mina ufficialmente non ci fu mai rivalità. Però quando fecero insieme Milleluci, io feci una copertina di Tv Sorrisi e Canzoni con loro due, e metterle d’accordo fu una via crucis».
Perché?
«Raffaella soffriva il complesso dell’altezza, e così per avvicinarsi a Mina mise degli zatteroni con una zeppa pazzesca. Mina, che non voleva dargliela vinta, si infilò delle scarpe altissime, e si innescò una corsa al rialzo; in più il fotografo usò degli obiettivi che allungavano. Alla fine le foto erano assolutamente sproporzionate».
Come finì, chi vinse la sfida in tv?
«Vinse Raffaella. In termini di popolarità ebbe la meglio. E guardi che Mina era un osso duro, e un talento cristallino».
Qual è invece il maggior talento di Raffaella Carrà?
«La forza di volontà. Fatto 100 il suo successo, la caparbietà conta 95. Ha sempre avuto un solo obiettivo: essere la prima fra nessuno. Per questo in questa nuova trasmissione avrà difficoltà a scoprire una nuova showgirl. Anche oggi non ama le rivali».
Secondo lei non ha mai avuto figli per non trascurare la carriera?
«Lei era terrorizzata dalla famiglia. Una volta la volli in copertina con un bambino, e la trattativa non fu semplice. Penso che si sia resa conto di aver fatto un errore troppo tardi, e ora rimpiange di non aver avuto figli. La mia è psicologia da libro di scuola, ma penso che ora il suo impegno, meritorio, nelle adozioni a distanza, trovi giustificazioni nella scelta fatta tanti anni fa».
Ma la Carrà è diventata un’icona gay per via della sua storia sentimentale?
(Ride) «Sinceramente credo lo sia diventata più per i suoi costumi di scena. Ho saputo che alcuni poi, finiti gli spettacoli, li regalava ai gay che lavoravano con lei, contribuendo a incrementare la sua popolarità».
E invece, politicamente, che posizioni aveva?
«Non sono mai riuscito a capirlo. Assistetti però al suo primo incontro con Silvio Berlusconi».
Fu divertente?
«Macché, terribile. Silvio sfoderava tutte le sue qualità di seduttore, Raffaella non rimase insensibile, ma Boncompagni, che era presente, e che non vedeva di buon occhio Berlusconi, faceva il guastatore e cercava di far deragliare ogni discorso».
Quando la Carrà non fa la Carrà, cosa fa?
«Sta a casa a guardare la televisione e a giocare a carte, in pantofole. Nel suo guardaroba ci sono solo pantaloni e pullover o costumi di scena. Casa e lavoro, il resto non esiste».