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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

CON UN ACUTO SARDO HO STREGATO NEW YORK

[Intervista a Francesco Demuro] –
New York (Stati Uniti), gennaio
Dai bar e dalle piazze di Porto Torres, provincia di Sassari, al Metropolitan di New York che lo saluta con scroscianti applausi. Per il tenore sardo Francesco Demuro, 37 anni, il clamore del successo pare interminabile. Tanto che il critico musicale del New York Times, Anthony Tommasini, nella recensione dell’opera verdiana La Traviata, ha inneggiato alla nascita di un nuovo eroe per aver salvato la messa in scena dello spettacolo. «Con la sua voce calda e suadente Demuro ha rivelato una grande forza espressiva, veemente e molto toccante», ha scritto il critico.
«Ero a New York perché dovevo debuttare sul palco del Met (abbreviazione di Metropolitan Opera House, ndr) nei panni di Alfredo, nell’opera La Traviata con sei recite a partire dal 30 dicembre», ricorda il tenore. «Poi l’11 dicembre arriva la chiamata d’emergenza, per salvare l’opera che era già in ritardo di dieci minuti sull’orario fissato». Demuro ha sostituito all’ultimo mo mento Stephen Costello, impossibilitato a salire sul palco perché malato, e il suo gesto coraggioso, così come l’interpretazione, sono stati ripagati con applausi a scena aperta e unanimi consensi di critica.
«Si è avverato il sogno della mia vita. Non potrò mai dimenticare il calore del pubblico e i lunghi applausi che mi hanno commosso. Quei momenti resteranno impressi per sempre nella mia memoria. Qualcuno dall’alto mi sta guidando», dice Demuro.
Ma il tenore, a New York, non ha trionfato solo nella Traviata. Ha avuto successo, sempre con una chiamata all’ultimo momento, anche qualche mese prima di portare in scena l’opera di Verdi. «A novembre ero stato scritturato in extremis per il ruolo del poeta sognatore Rodolfo nell’opera di Puccini La Bohème con la regia di Franco Zeffirelli», racconta felice il cantante. Francesco Demuro ha conquistato New York con il talento e la grinta di un guerriero. «Mi è stata offerta una grande chance e non me la sono fatta sfuggire. Poi la fortuna e un angelo da lassù hanno fatto il resto», dice.
«Ho tre splendide ragazze, le mie Figlie»
A dargli un’ulteriore carica l’incoraggiamento dei direttori Riccardo Frizza per La Bohème e Marco Armiliato per La Traviata, anche loro italiani. «Forza Francesco», gli hanno detto in coro. Di strada ne ha fatta tanta quel bambino che a sei anni cantava nel bar di famiglia, Demuro, su un improvvisato palco di cassette di birra, a Porto Torres. «I miei mi hanno iscritto al gruppo dei Mini Cantadores. A 10 anni avevo già un contratto e giravo le piazze sarde a proporre il canto logudorese a chitarra», ricorda.
Era l’idolo delle piazze. «Per la canzone popolare sarda avevo un amore smisurato. Poi, a un certo punto, ho sentito forte il richiamo della lirica e mi ci sono buttato anima e cuore», dice. Nel 2007 il debutto al Regio di Parma, nel ruolo di Rodolfo nella Luisa Miller di Verdi. Poi è stato un crescendo di soddisfazioni in tanti teatri importanti: il Covent Garden di Londra, La Scala, L’Arena di Verona, e poi esibizioni a Berlino, Vienna, Tokyo, Pechino. «C’è una regia fondamentale nella mia vita, quella di mia moglie, Vittoria», confida il tenore. «Stiamo insieme da 20 anni, abbiamo tre splendide figlie, Alessia, Ilaria e Ilenia. Vittoria mi ha sempre spronato a non abbandonare mai il mio sogno, anche nei momenti difficili».
Il segreto del suo successo è il singolare timbro della voce. «La canzone popolare sarda è stata un’ottima palestra. Mi ha lasciato una bella eredità, i fiati lunghi, la predisposizione agli acuti e la resistenza vocale», spiega Francesco.
Demuro sarà sul palco del Met nel ruolo di Alfredo fino al 24 gennaio. E pensa al futuro: «Il mio sogno americano è appena nato. Voglio continuare a portare sul palcoscenico l’immagine di un’Italia bella e onesta e il calore che anima la mia terra, la Sardegna».