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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

«SONO INCINTA DI DUE GEMELLI»

[Intervista a Beatrice Lorenzin] –
«È Roma, gennaio vero, sono incinta. Sono due gemelli, nasceranno a giugno». Beatrice Lorenzin, carezzando le prime rotondità della gravidanza, conferma lo scoop di Oggi. La incontriamo dopo la conferenza stampa di Fabrizio Pulvirenti, il medico di Emergency guarito da Ebola e dimesso dallo Spallanzani di Roma: «La sua storia è un esempio di cosa siamo capaci di fare. Attorno a lui hanno lavorato centinaia di persone, con una macchina in cui tutto ha funzionato. Sono andata lì, incinta, proprio per dimostrare che dobbiamo avere fiducia nelle istituzioni scientifiche».
Torniamo ai bimbi. Preoccupata?
«Ho gestito epidemie, posso cavarmela... Le ultime parole famose (ride). E la felicità è talmente tanta che i problemi li affronto uno per volta, mettendo in fila le priorità. Nei primi tre mesi sono stata veramente male, ma ora mi sento come dopata».
Di che colore saranno i fiocchi?
«Uno è maschio e sarà Francesco, come il papà del mio compagno (Alessandro Picardi, manager Rai, ndr). Il secondo dovrebbe essere una bambina, Lavinia come la mia bisnonna. Per ora li chiamo Bonnie&Clyde». (ride)
Come l’hanno presa i colleghi?
«Renzi mi ha scritto un sms: “il bonus bebè ha funzionato”; alla Madia ho chiesto consigli su come conciliare maternità e ministero. E Maurizio Sacconi mi ha regalato un libro Gemelli, adesso che faccio?: in copertina ci sono due genitori esauriti».
Lei e Alessandro vi sposerete?
«Certo, ma una cosa per volta. Ora ci sono i bimbi, stiamo cercando una casa più grande... mi ci manca solo di organizzare il matrimonio. Lo faremo con i gemelli come paggetti».
Come si organizzerà?
«Ho sempre tenuto molto alla mia autonomia, tendo ad accentrare gli impegni, ma adesso è ora di farsi aiutare dalla famiglia, dal mio compagno e dai miei collaboratori. Ho capito che tante cose che vedevo come improrogabili sono delegabili. I bambini già mi stanno insegnando qualcosa».
Qualche mese fa, in un’intervista, si commosse quando le chiesero perché non fosse madre... «Stavo iniziando a fare i conti con l’eventualità di non avere figli e quando succede irrazionalmente ci sentiamo un po’ in colpa. Ho 43 anni e questa gravidanza, cercata, voluta, è arrivata quasi fuori tempo massimo. Ho sempre aspettato questo benedetto principe azzurro, che non incontravo mai. Poi è arrivato Alessandro. Ci conosciamo da tanti anni, eravamo amici. Lui dice di avermi corteggiata ma credo che me ne sarei un po’ accorta... Poi, un paio di anni fa, una sera abbiamo iniziato a parlare, il tempo è volato, è successo qualcosa. Come mi diceva mia madre, “aspetta che il tuo non te lo leva nessuno”. A fare un figlio abbiamo pensato da subito, ma senza l’ansia del risultato. Lo stress è pessimo alleato in queste cose. Ci siamo affidati al destino, abbiamo fatto bene».
L’ha presa sul serio la campagna sulla fertilità del suo ministero...
«Una testimonial perfetta, no? In Italia non si fanno figli e, se non invertiamo il trend, tra 30 anni non avremo più alcun nato, nessun ricambio, nessuno che paghi sanitaria, pensioni. È un’emergenza economica, sociale e culturale. Un Paese che non fa bambini muore. Col piano nazionale per la fertilità (di cui presenteremo a breve i risultati) e il bonus bebè abbiamo messo un primo tassello ma ci vorranno anni, un cambio di mentalità e misure concrete: asili, congedi parentali maschili e tutto quel che serve per consentire alle donne di conciliare lavoro e maternità».
Vaccinerà i suoi figli?
«Ovviamente sì. Chi non vaccina i bambini oltre che mettere a rischio la loro salute facilita contagio e mutazione dei virus. In un momento in cui malattie come meningite, poliomelite, tubercolosi resistente, difterite, sono riemergenti e diffuse nei Paesi in cui viaggiamo. Anche per mettere punti fermi su temi importanti come questo ho deciso aprire un blog (Leamichedibeatrice) su cui dialogare con altre future mamme, mettendo loro a disposizione esperti del ministero».
La sua celiachia le sta creando problemi in gravidanza?
«Specie in questi tre mesi di nausee e impegni istituzionali fitti non è stato facile. Il cibo senza glutine non si trova ovunque, bisognerebbe organizzarsi e portarsi le cose da casa. E ho dovuto anche ridurre il mio amato mais, che secondo alcuni potrebbe rallentare l’assorbimento dell’acido folico».
I celiaci sono milioni. A loro Oggi dedicherà un mensile, Free. Come si spiega il boom?
«È un boom solo in parte. Ora ci sono tanti celiaci perché la malattia viene diagnosticata. A me, da piccola giustificavano i sintomi con l’emotività e da grande con disturbi gastrici. E, come me, tanti altri vedevano spiegare ulcere, cancro allo stomaco, reazioni metaboliche con altre diagnosi. Poi c’è chi sostiene che l’aumento di persone con celiachia o sensibilità al glutine sia causato dal fatto che ne ingeriamo più che in passato. Adesso, oltre che in pane e pasta, lo troviamo come addensante in molti alimenti. L’altro giorno avevo voglia di una bevanda gassata ma il glutine è anche lì».
Chiudiamo con la politica. Dove va il centrodestra?
«Dove lo vogliamo portare noi. Abbiamo grandissimi spazi politici. Salvini, che ha conquistato i media, gioca una partita da leader dell’opposizione, cavalca paure e crisi, ma non può avere ambizioni di governo. Serve un partito popolare forte, alternativo alla sinistra e dobbiamo costruirlo, come forza di governo. Non attorno a un nome ma a un progetto e a una squadra».
In che modo?
«La parte peggiore della crisi è passata, se attuiamo le riforme riusciremo a lasciarcela alle spalle e ricostruire il Paese, a partire dalla riduzione della pressione fiscale, non più differibile. Farla comporta dai 6 ai 18 miliardi di euro di costi prima di riuscire a recuperare i 120 miliardi di evasione. E per sostenere quei costi bisogna agire sugli sprechi. Solo con la Sanità possiamo recuperare 10 miliardi in 5 anni senza incidere sui servizi».