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 2015  gennaio 09 Venerdì calendario

BAYERN MONACO IL CLUB PIU’ RICCO

È il Bayern Monaco a vincere la Coppa del Mondo del «risarcimento» della Fifa per l’utilizzo dei propri giocatori. L’Eca, l’Associazione dei club europei, ha diffuso l’elenco dei 396 (la stragrande maggioranza europei: 240) club affiliati a 57 diverse Federcalcio che si spartiranno questo benefit da 70 milioni di dollari, 30 in più della torta sudafricana, messi a disposizione dalla Fifa — in seguito a un accordo del 2008 — per chi ha contribuito al successo del torneo fornendo la materia prima dello spettacolo, cioè i 736 giocatori impegnati nella competizione. Il «compenso» viene calcolato moltiplicando i giorni in cui il calciatore è stato presente al Mondiale per 2.800 dollari e trasferendo parte di questa cifra al club per cui è stato tesserato negli ultimi due anni. Tra i grandi vince, ovviamente, il Bayern Monaco che rappresenta l’ossatura della Nazionale tedesca (e non solo) e i cui giocatori sono rimasti più a lungo degli altri in Brasile: 1.734.367. Superano il milione il Real Madrid (1.297.800) il Chelsea (1.253.233) , il Barcellona (1.191.167), il Manchester United (1.160.367), il Napoli (1.100.867), l’Arsenal (1.081.267), la Juventus (1.043.933), il Manchester City (1.009.167). L’Italia, oltre a Napoli e Juventus, ha altre 21 squadre «compensate»: si va dal milione ai 7.467 dollari per la Reggina. Tra le società Cenerentola ci sono l’Ipswich Town, l’Atletico di Bilbao
e l’Al Nasr degli Emirati Arabi.
Significativo anche leggere tra le righe del numero di club che hanno ottenuto il risarcimento nazione per nazione. Si scopre che al comando ci sono l’Inghilterra con 32, poi l’Italia, la Spagna e la Germania con 23. Di questo quartetto, le prime tre Nazionali sono uscite malamente al primo turno.
L’equilibrio tra calciatori cresciuti nei vivai e stranieri,
la gestione di club e campionati fanno la differenza. Spagna e Inghilterra hanno società molto più ricche, ma come l’Italia soffrono per la perdita di una generazione, spazzata via da scelte sbagliate. La Germania. invece, dimostra di avere intrapreso un percorso capace di reggere alla globalizzazione del football.
Roberto Perrone