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 2015  gennaio 08 Giovedì calendario

PALLINATO SUI VIGILI ROMANI PER IL FOGLIO DEI FOGLI DEL 5 GENNAIO 2015


A Roma la sera di San Silvestro l’83,5% dei vigili urbani in servizio è scomparso. Chi si dava malato, chi donava il sangue. Su un’iniziale disponibilità di più di 900 vigili se ne sono presentati 165 [1].

La notte di Capodanno è pagata quattro volte il turno normale [1].

Il comandante dei vigili, Raffaele Clemente, ha aperto un’indagine interna e ha portato un dossier in Procura; il Codacons prepara un esposto e il Garante per gli scioperi Roberto Alesse parla di sanzioni «fino a 50mila euro» [2].

Il sindaco di Roma Marino ha dato disposizioni al comandante e al vice capo di gabinetto Matarazzo «di aprire l’indagine sui certificati di malattia e su questo improvviso desiderio di donazione di sangue nella notte di Capodanno. Nelle prossime ore avremo i primi riscontri, così sapremo quanto c’è di vero o di falso in questa improvvisa epidemia». Marino non esclude il licenziamento per chi ha sbagliato: «Lo potremo dire dopo che sarà completato il lavoro di indagine. Io credo che vadano dati segnali esemplari» [3].

Alcuni sindacati, a livello locale, diffidano delle cifre diffuse a proposito della notte di Capodanno. Francesco Croce della Uil: «Ci sarà un crescendo di proteste che arriverà al primo sciopero di categoria della storia di Roma» [2].

Ajello: «Chiedere scusa? Macché. Arriva il sindacato e si mobilita in difesa dell’assenteismo preferito al rispetto delle regole. “Assenti perché stavano donando il sangue la notte di Capodanno”, assicura uno dei leader sindacali dei vigili, subito sbeffeggiato nei social network. E come sempre in Italia, un dramma – l’eversione del buon senso, oltre che della giustizia – si capovolge in farsa» [4].

«Il comandante lo sapeva bene, almeno da 15 giorni, che a Capodanno nessuno avrebbe aderito per protesta allo straordinario. Come sa bene che ormai a Roma solo così si coprono i servizi per strada. Perché adesso si stupisce tanto, dandoci dei disertori? Siamo in tanti ad aver rinunciato allo straordinario. [...] È un lavoro volontario, nessuno può costringere i vigili ad aderirvi. I romani devono sapere perché lo facciamo: perché siamo pesantemente sotto organico, dovremmo essere 8.350 e siamo 5.600. Perché il sindaco blocca un concorso per 300 agenti e ci sono grosse difficoltà a tappare tutti i buchi» (il vigile e sindacalista dell’Ugl Sergio Fabrizi) [5].

Da settimane lo scontro fra vigili e Campidoglio, e di riflesso anche con il comandante del Corpo Raffaele Clemente (poliziotto nominato nell’ottobre 2013), si è trasformato in una guerra senza quartiere. Il decreto anticorruzione applicato alla Municipale di Roma ha innescato la rotazione del personale fra i Gruppi territoriali e scatenato nuovi contrasti. Sergio Fabrizi: «Qui è stata stravolta la norma nazionale che prevede anche rotazione di mansioni e non solo di uffici, una discriminazione nei confronti degli agenti. Non siamo ladri, siamo puliti. Se c’è stato chi ha sbagliato è giusto che paghi, ma il Corpo è sano» [5].

Rizzo: «A Roma i vigili sono potentissimi. Se ne contano 6.077. Tuttavia ce ne sono costantemente in giro per la città che ha il più alto numero al mondo di auto (oltre 70 ogni cento abitanti) da un minimo di 105, la sera, a un massimo di 993, la mattina. Ovvero, dall’1,7 al 16,3% della forza complessiva. Il tutto fra strade disseminate di vetture in seconda fila e mai una contravvenzione sotto il tergicristallo, neppure davanti a un comando della polizia municipale. E la produttività? Spiega molte cose il confronto con Milano contenuto nello studio Sose-Ifel sui costi standard. Mentre Roma spendeva per gli stipendi dei vigili il 14,5% più del «fabbisogno standard», Milano risparmiava il 38,3%. Con 154 multe mediamente a testa fatte a Roma contro le 370 di Milano. E le 27.990 sanzioni di altro genere elevate dai seimila vigili romani contro le 79.870 dei poco più di tremila loro colleghi milanesi» [6].

Un vigile urbano guadagna in media 1400 euro al mese, straordinari esclusi. Il capo dei vigili, Raffaele Clemente, guadagna 170 mila euro l’anno [7].

Il rapporto degli ispettori inviati dal Tesoro a verificare i conti di Roma sostiene che dal 2010 al 2013 siano state erogate ai vigili indennità di responsabilità per quasi 23 milioni in eccesso rispetto ai livelli considerati legittimi. Segnala anche una serie di anomalie, come la maggiorazione notturna concessa per le fasce orarie 16-23 e 17-24, nonostante i contratti nazionali la prevedano solo dalle 22 alle 6 del mattino [6].

Martini: «Dietro la vicenda della “fuga” di massa dei vigili urbani e di analoghi fenomeni tra gli autoferrotranvieri c’è una storia poco nota, che da nove mesi divide il sindaco Marino e i sindacati confederali. [...] Da quasi un anno, nella capitale d’Italia, i sindacati stanno rifiutando di ricontrattare le “regalie” a suo tempo concesse da compiacenti amministrazioni comunali a tutti i dipendenti del Campidoglio e considerate illegittime dal ministero dell’Economia. Nel corso dei mesi i sindacati hanno indetto contro il sindaco anche uno sciopero con modalità “sudamericane”, pur di difendere gli aumenti concessi senza l’obbligo di un corrispettivo lavorativo. Il cosiddetto “salario accessorio” (mediamente 300 euro al mese) era stato concesso indiscriminatamente a tutti i dipendenti capitolini a fronte di “prestazioni” trattate dai sindacati che parlano da sole: “indennità di effettiva presenza”, “turno serale (per i vigili) a partire dalle ore 16” e in passato anche “indennità per manutenzione divisa”, o “indennità per servizio esterno”. Il sindaco da mesi propone: non tocchiamo le busta-paga ma allunghiamo l’orario di apertura degli uffici, miglioriamo i servizi, mentre per i vigili la prospettiva imposta dal piano anti-corruzione sarebbe quella di un cambio di abitudini, lasciare gli uffici, lavorare in sedi un po’ più lontane da casa. I sindacati, attesi dalle elezioni per le nuove Rsu, non firmano e incoraggiano forme di proteste come quella del 31 dicembre. Sembra l’isola dove si siano dati appuntamento gli “ultimi giapponesi” nati in un’altra era. Sembra e invece è Roma. La capitale di un Paese con milioni e milioni di disoccupati, licenziati, cassaintegrati» [8].

Il cinguettio di Renzi alle otto del mattino: «83 vigili ogni 100 a Roma non lavorano per malattia il 31 dicembre. Ecco perché nel 2015 cambiamo regole pubblico impiego. Buon 2015» [2].

I vigili urbani di Roma già a fine 2013 facevano segnare picchi significativi di malattia (7,4% il gruppo di Montemario), di permessi legge 104 (3,01% al Tuscolano) e di permessi «vari» (5,95% al Prenestino) [9].

Rizzo: «Talvolta, dobbiamo riconoscerlo, le condizioni non sono facili. Come capita a chi deve misurarsi con un infernale caos di lamiere: ricorrendo a gesti e movenze tanto eleganti da affascinare perfino Woody Allen. Che nel suo film To Rome with love ha immortalato la scena del bravissimo vigile Pierluigi Marchionne sulla pedana di piazza Venezia mentre dirige il traffico, nemmeno fosse un direttore d’orchestra. Proprio lì, dove una volta il giorno della Befana si portavano regali ai pizzardoni in segno di riconoscenza. Altri tempi...» [6].

(a cura di Roberta Mercuri)

Note: [1] Tutti i giornali del 2/1; [2] Al. Cap., Corriere della Sera 3/1; [3] Tommaso Ciriaco, la Repubblica 3/1; [4] Mario Ajello, Il Messaggero 3/1; [5] Rinaldo Frignani, Corriere della Sera 3/5; [6] Sergio Rizzo, Corriere della Sera 3/1; [7] Flaminia Savelli, la Repubblica 26/2/2014; [8] Fabio Martini, La Stampa 3/1; [9] Paolo Baroni, La Stampa 3/1.