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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’ASSALTO A CHARLIE HEBDO


PARIGI - Cinque minuti di terrore, 12 vittime e 8 feriti, di cui 5 gravissimi. Sono queste le cifre dell’attacco messo a segno oggi da tre uomini contro la sede del settimanale satirico Charlie Hebdo, a Parigi. Killer incappucciati e armati hanno fatto irruzione nella sede del giornale aprendo il fuoco con dei kalashnikov. Tra le persone che hanno perso la vita, 8 giornalisti, due agenti assegnati alla protezione del direttore, un ospite che era stato invitato alla riunione di redazione e il portiere dello stabile. Fra loro il direttore del settimanale, Stephan Charbonnier, detto Charb, e i tre più importanti vignettisti: Cabu, Tignous e Georges Wolinski, molto famoso anche in Italia. Nell’attentato è rimasto ucciso anche l’economista Bernard Maris, azionista della testata parigina e collaboratore di France Inter. Si tratta di un gravissimo "attacco alla libertà di stampa", il più grave della storia del periodico, più volte finito sotto tiro per i contenuti pubblicati. Sulla copertina di Charlie Hebdo oggi campeggia una foto dello scrittore Michel Houellebecq, al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi "Sottomissione", che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico e nel numero odierno è pubblicata una recensione molto positiva dell’editorialista Maris. Lo scrittore Michel Houellebecq, dopo l’attacco, è stato posto sotto protezione della polizia e i locali della casa editrice Flammarion, che hanno pubblicato il suo ultimo romanzo, sono stati evacuati per motivi di sicurezza.
Assalto a Charlie Hebdo: i quattro vignettisti uccisi
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Il bilancio dell’attentato è stato confermato dalla Prefettura di Parigi. Quindici minuti prima dell’attacco, il settimanale satirico aveva pubblicato sul profilo Twitter una vignetta su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello Stato islamico (Is). Gli assalitori, stando al racconto di alcuni testimoni, hanno aperto il fuoco gridando: "Vendicheremo il Profeta" e "Allah u Akbar" (Allah è grande).
La testimonianza. "Parlavano perfettamente francese. Hanno rivendicato di essere di al Qaeda". Questa la testimonianza della vignettista Coco, presente all’attacco: "Ero andata a cercare mia figlia al kindergarten. Giungendo davanti alla porta del palazzo del giornale, due uomini incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare, salire. Ho aperto la porta con il codice numerico. Hanno sparato su Wolinski, Cabu... È durato 5 minuti... Mi ero rifugiata sotto la scrivania... Parlavano perfettamente francese...hanno rivendicato di essere di al Qaeda".
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Hollande sul luogo dell’attentato. Il presidente francese, François Hollande, è arrivato sul luogo dell’attentato, in pieno centro di Parigi: "È terrorismo, non c’è dubbio", ha detto il presidente, che ha espresso ’’cordoglio per le vittime, sia giornalisti che poliziotti’’. Hollande ha aggiunto che "diversi attentati sono stati sventati nelle scorse settimane". Il capo dell’Eliseo ha invitato il Paese a mostrarsi unito: "Dobbiamo reagire con fermezza, ma con uno spirito di unità nazionale. Dobbiamo essere compatti, mostrare che siamo un Paese unito. Siamo in un momento difficile: molti attentati erano stati evitati, sapevamo di essere minacciati perché siamo un Paese di libertà". Il presidente francese parlerà alle 20 dall’Eliseo.
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Deciso l’immediato aumento del livello di allerta attentati terroristici in tutta l’Ile-de-France. Polizia e gendarmi sono stati schierati davanti a scuole, edifici pubblici e redazioni di giornali. Subito dopo l’attentato sono arrivate da ogni parte manifestazioni di cordoglio.
Massima allerta in Italia. Sale il livello di allerta a Roma dopo l’assalto a Parigi. Sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c’è una "particolare attenzione" verso le redazioni giornalistiche. Ma l’attenzione cresce in tutto il Paese: il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha convocato il Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo, presso il Dipartimento di Pubblica Sicurezza. Il Comitato, composto da tutti gli esperti di antiterrorismo delle Forze dell’Ordine e dell’Intelligence, deve esaminare con grande attenzione la minaccia terroristica.
Assalitori in fuga. Il ministero dell’Interno ha confermato che gli attentatori sono tre: dopo l’attacco sono fuggiti, aggredendo un automobilista e impossessandosi della sua auto. Posti di blocco sono organizzati in tutta Parigi. Durante la fuga, i killer hanno investito un pedone a porte de Pantin, nel 19esimo arrondissement nella zona nord di Parigi. L’auto è stata ritrovata poco dopo per strada, a Rue de Meaux. I tre pare abbiano continuato la fuga con un’altra auto. Al momento, è in corso la caccia all’uomo, a cui partecipano anche unità speciali delle forze di sicurezza.
Parigi, strage Hebdo: ritrovata auto degli aggressori
Charlie Hebdo, terroristi in fuga sparano contro la polizia
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Attacco nel giorno della riunione. Un attacco studiato nei dettagli e messo a segno nel giorno della riunione di redazione settimanale. Gli aggressori si sono fatti accompagnare dai giornalisti del settimanale satirico poi uccisi. "Gli aggressori erano ben informati: mercoledì mattina si tiene la riunione di redazione settimanale", ha scritto su Twitter la giornalista di Liberation, Isabelle Hanne. Una fonte vicina all’inchiesta ha poi detto che gli aggressori sono entrati nella sede e si sono fatti accompagnare dai giornalisti di cui avevano chiesto notizia all’ingresso.
I precedenti. Non è la prima volta che il settimanale satirico viene attaccato. Questi i precedenti:
2006, Minacce. In copertina Charlie pubblica una caricatura di Maometto con un turbante a forma di bomba in testa e la vignetta che recita: "È dura essere amati da dei coglioni...". Varie realtà, tra cui la Gran Moschea di Parigi denunciano alla magistratura il giornale. Ma soprattutto in redazione arrivano varie, gravi minacce. La polizia inizia a proteggere la sede del giornale e alcuni giornalisti.
2011, attacco con bombe incendiarie. La notte del 2 novembre la sede di Charlie Hebdo va a fuoco dopo essere stata fatta bersaglio del lancio di bombe molotov. L’incendio finisce per devastare i locali del giornale, ma non vi sono feriti. L’attacco dopo la pubblicazione di un numero speciale del giornale dopo le elezioni degli islamisti in Tunisia. Ribattezzato per l’occasione Sharia Hebdo, il settimanale risultata firmato come direttore dal profeta Maometto.
2011, pirataggio del sito Web. Sempre nel novembre 2011 il sito del settimanale è vittima di due attacchi hacker. Al posto dell’Home Page apparivano una foto della Mecca e dei versi del Corano. L’attacco veniva rivendicato da un gruppo di pirati informatici turchi, l’Akincilar,.
Attentato più cruento dal 1961. Quello di oggi contro il settimanale satirico è l’attentato più cruento commesso in Francia dal 1961, ai tempi della guerra di Algeria. Un attentato dell’Oas anti-indipendenza provocò 28 morti il 18 giugno, quando una bomba colpì il treno Strasburgo-Parigi a Vitry-Le-François.
"Ogni volta che abbiamo affrontato l’Islam radicale abbiamo avuto problemi, indignazioni e reazioni violente. Ma quello che mi sorprende di più è la reazione delle autorità francesi, che ci hanno definiti irresponsabili e provocatori. Noi rispettiamo le leggi francesi, non le infrangiamo. Abbiamo il diritto di utilizzare la nostra libertà di espressione così come la intendiamo". Questo il credo di Stéphane Charbonnier, meglio noto come Charb, uno dei disegnatori uccisi nel corso dell’attentato alla sede del giornale satirico di cui era direttore, Charlie Hebdo, in pieno centro a Parigi. Le dichiarazioni che state ascoltando appartengono a in un’intervista rilasciata ad Al Jazeera nel 2012, in seguito alla polemiche per le vignette su Maometto pubblicate proprio sulle pagine di Charlie Hebdo
STAMPA.IT
«Una carneficina». Massacro a Parigi contro la redazione parigina del settimanale satirico Charlie Hebdo. Intorno alle undici di questa mattina, tre uomini incappucciati e vestiti di nero, sono penetrati nella sede del giornale satirico e hanno aperto il fuoco con dei kalashnikov contro il personale. Il tragico bilancio parla di dodici morti, mentre i feriti sarebbero almeno cinque, di cui alcuni in condizioni gravissime. «E’ un vero massacro», ha detto un dipendente del giornale. Nell’attacco sono rimasti uccisi, sia il direttore e vignettista Charb (Stephane Charbonnier), sia uno dei disegnatori più importanti, Cabu. La strage è avvenuta nel cuore di Parigi, sul boulevard Richard-Lenoir, il viale che parte dalla Bastiglia e luogo presente nell’immaginario dei lettori francesi e di tutto il mondo: al numero 132, infatti, lo scrittore belga Georges Simenon aveva posizionato la casa del commissario Jules Maigret.
L’ASSALTO
Gli agenti sono arrivati molto rapidamente sul luogo dell’attentato: l’auto della polizia e quella dei killer si sono confrontate in una strada adiacente e gli aggressori hanno aperto il fuoco contro la volante, crivellandola di colpi. Poi i killer sono fuggiti: hanno successivamente lasciato l’auto e con un’altra, a nord-est di Parigi, a Porte de Pantin hanno anche investito un pedone.
I QUATTRO VIGNETTISTI UCCISI
VIDEO - L’URLO: “ALLAH È GRANDE, POI GLI SPARI”
CACCIA AI KILLER
Dopo la carneficina, i killer hanno preso la fuga a bordo di un’auto nera. Intorno alla sede di Charlie Hebdo è stato eretto un impressionante perimetro di sicurezza. Il Raid, l’unità d’assalto della polizia francese, è stato dispiegato nel dipartimento di Seine-Saint-Denis, banlieue nord-orientale di Parigi, dove si concentrano le ricerche delle forze dell’ordine a caccia dei killer. La loro auto è stata rintracciata in rue de Meaux, nel 9° arrondissement della città.
LA SATIRA NEL MIRINO
Noto per il suo stile ironico e provocatorio, Charlie Hebdo è regolarmente oggetto di minacce per le sue vignette ironiche sull’Islam e su Maometto. La sede del settimanale fu distrutta da un incendio provocato dal lancio di una molotov il 2 novembre 2011. L’attentato, che non provocò vittime, avvenne nel giorno in cui era stata annunciata l’uscita di un numero speciale dedicato alla vittoria elettorale degli islamisti in Tunisia.
LA TESTIMONE: “ERANO DI AL QAEDA”
«Due uomini incappucciati e armati ci hanno brutalmente minacciato. Volevano entrare. Hanno sparato contro Wolinski, Cabu… è durata cinque minuti. Mi ero rifugiata sotto una scrivania... I killer parlavano perfettamente francese e dicevano di essere di al-Qaeda», questa la testimonianza della disegnatrice Corinne Rey, detta Coco.
VIDEO - Il poliziotto freddato dai killer
HOLLANDE: “ATTENTATO ALLA NOSTRA LIBERTA’”
Il presidente Hollande si è recato subito sul luogo dell’attentato, chiarendo fin da subito che «si tratta di un attacco terroristico di eccezionale barbarie, non c’è alcun dubbio» e ha promesso «troveremo i colpevoli». «È stato un atto di eccezionale barbarie contro un giornale che è espressione di libertà e contro la polizia che la protegge - ha aggiunto il capo dell’Eliseo -. I killer sono solo degli assassini e dei codardi».
STATO DI ALLERTA A PARIGI
Tutta l’Ile de France è un stato d’allerta: è stato attivato il “plan Vigipirate”, il piano di sicurezza, al suo allerta massimo. «Abbiamo sventato altri attentati nelle ultime settimane», ha precisato il presidente francese. Sale il livello di allerta anche a Roma. Secondo quanto si è appreso da fonti delle forze dell’ordine, sono stati potenziati i servizi di vigilanza agli obiettivi sensibili nella capitale e c’è una «particolare attenzione» verso le redazioni giornalistiche.
LA CONDANNA DI OBAMA
Dure le reazioni di condanna in tutto il mondo. Obama lo ha definito: «un terribile atto di violenza». «L’islam è una religione pacifica ed è una sfortuna vedere questi estremisti radicali. Vi aiuteremo a catturare i terroristi», ha aggiunto. Anche Vladimir Putin ha espresso le sue «condoglianze» alla Francia, condannando «con forze il terrorismo in ogni forma». Napolitano ha inviato un messaggio a Hollande: «Desidero esprimere la mia più ferma condanna nei confronti di un gesto vile ed esecrabile, che non colpisce semplicemente un giornale, ma uno dei pilastri sui quali si basa la nostra civiltà, la libertà di stampa», si legge.
LA CONDANNA DEL PAPA
Papa Francesco esprime «la più ferma condanna» per «l’orribile attentato» che «ha funestato stamane la città di Parigi con un alto numero di vittime, seminando la morte, gettando nella costernazione l’intera società francese, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace, ben oltre i confini della Francia».

JES SUIS CHARLIE

”Ancora niente attentati in Francia”. Profetica, ma anche un po’ di cattivo auspicio l’ultima vignetta realizzata dal direttore del giornale satirico Charlie Hebdo, Stephan Charbonnier che si firmava Charb e che ora risulta tra le 12 vittime dell’attentato. “Abbiamo ancora fino alla fine di gennaio per farvi i nostri auguri”, risponde nello stesso disegno un personaggio con tipico abbigliamento da terrorista islamico.