Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 04 Domenica calendario

LE NUOVE ROTTE DEGLI SCAFISTI: DALLA TURCHIA CON IL PILOTA AUTOMATICO

Mersin si trova all’estremo lembo della Turchia, nell’Anatolia meridionale. È qui che arrivano carovane di profughi siriani che hanno intrapreso il loro viaggio per l’Europa. Arrivano e aspettano di potersi imbarcare consultando la «bacheca» di una pagina di Facebook, dopo comprano un biglietto di sola andata pagando tra i 5000 e i 7000 dollari.
Mersin è il nuovo crocevia dei trafficanti di merce umana, dove le mafie etniche fanno cartello, organizzano i viaggi, si trasformano in armatori comprando mercantili che dovevano finire la loro carriera come ferro vecchio buono per le fonderie.Li pagano 200.000 euro l’uno, guadagnando intorno ai due milioni e mezzo di euro per ogni viaggio
Tutti i cargo fantasma che hanno raggiunto le nostre coste in questi ultimi giorni sono salpati da Mersin, che rischia di rubare la scena a Zwarah (Libia) o di far dimenticare quello che ha rappresentato Valona (Albania) negli anni Novanta. Ma anche da Didim, Dalaman, Izmir sono salpati pescherecci, gommoni, velieri, yacht.
Il fronte a sud est
I numeri degli sbarchi del (nuovo) fronte sud-est non sono ancora imponenti: nel 2013, 30 sbarchi e 2100 immigrati circa; 60 sbarchi e 10.000 arrivi nel 2014 (su un totale di 170.000 migranti che hanno raggiunto l’Italia). Però con l’arrivo il 29 settembre scorso dello «Storm», il primo mercantile con 364 «passeggeri», è come se si fosse aperta una diga, come se il flusso di questo fiume carsico avesse trovato una nuova via per riemergere in superficie.
Da quando gli egiziani hanno stretto i controlli, hanno costretto i siriani a raggiungere la Turchia per imbarcarsi per l’Europa. È un flusso che ogni giorno si gonfia. Gli esperti raccontano che probabilmente il doppio di profughi siriani o iracheni che si imbarcano, raggiungono la Germania, l’Europa del Nord via terra, seguono la rotta balcanica.
Le cronache raccontano che dal 21 settembre scorso, da quando si è riaperta la rotta turca, ben quattordici mercantili sono stati stipati di immigrati e trasformati in «bombe umane» (e le autorità greche non hanno visto, non sono intervenute).
Gli ultimi tre mercantili, infatti, sono stati abbandonati al largo delle coste siciliane o pugliesi dagli equipaggi che hanno inserito il pilota automatico. Velocità 6 nodi, navi alla deriva. Solo il «Carolyn Assense» è stato «affiancato», il 20 dicembre scorso, da un mezzo della Capitaneria di porto per consentire al «team rescue» di riprendere il controllo della nave e condurla in porto (Augusta, 700 immigrati salvati). Per le condizioni meteo marine, sia il 30 dicembre che l’altro giorno, gli uomini delle Capitanerie di porto hanno raggiunto le plance di comando dei mercantili lasciati alla deriva - il «Blu Sky» attraccato poi a Gallipoli e l’«Ezadeen» che ha finito la sua corsa a Corigliano Calabro - calandosi dagli elicotteri.
I greci chiudono un occhio
Quattordici cargo hanno costeggiato le isole greche. Gli uomini dell’Immigrazione non apprezzano l’«assenteismo» delle autorità greche e probabilmente nei prossimi giorni potrebbe esserci un chiarimento tra Roma e Atene). In diversi casi, gli equipaggi (in gran parte misti, provenienti soprattutto dalle ex repubbliche dell’Urss) sono stati arrestati.