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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

NEGLI USA LE CHIESE SNOBBANO LE VETRATE COLORATE E GLI ARTISTI VANNO ALLA CACCIA DI CLIENTI LAICI

Negli Stati Uniti la crisi è arrivata anche fra gli artisti che realizzano vetrate colorate. Le commesse sono sempre meno numerose perché le chiese, da un lato, sono più attente a spendere e, dall’altro, preferiscono decorazioni più moderne. Così i creatori di queste opere si rivolgono a clienti laici: alberghi, negozi, istituzioni che vogliono abbellire gli ambienti con elementi originali.
Quello che sta interessando gli edifici di culto è un fenomeno nuovo e preoccupante, almeno per gli artisti del vetro.
Dopo secoli di popolarità, questo tipo di decorazione è considerato superato. Le vetrate hanno avuto un compito preciso e importante soprattutto in passato, quando la gente non sapeva leggere né scrivere e poteva essere istruita sulle storie della Bibbia attraverso le immagini artistiche. Adesso, però, non è più così e si sfrutta sempre più la tecnologia. All’interno delle chiese si trovano sistemi di video e foto che hanno il vantaggio di essere dinamici e più completi di informazioni. Anche se il fascino dell’arte rischia di andare perduto.
Poi c’è il capitolo dedicato ai costi. Come spiega Steve Fridsma, architetto all’Elevate Studio, nel Michigan, molte comunità si domandano se siano in grado, o se valga la pena, di spendere 100 mila dollari (84 mila euro) per una finestra. Il lavoro è profondamente mutato: se fino a non molto tempo fa quasi tutti i progetti comprendevano vetrate colorate, adesso non si arriva oltre il 15%. C’è chi ha provato col marketing: invece di parlare di vetrate colorate, ecco spuntare i termini più accattivanti (almeno in apparenza) di arte vetraria o vetro d’architettura. Così la pensa David Judson, proprietario di uno studio specializzato a Los Angeles, che appartiene alla quinta generazione di una famiglia di artisti che avviò questa attività nel 1897. Ma questo non basta a invertire la tendenza. Proprio Judson ha cominciato a esplorare terreni nuovi, non legati alla religione: i suoi lavori recenti includono negozi in un parco di divertimenti di Shanghai e l’atrio di un hotel a Hollywood.
Che si dovesse cambiare direzione l’aveva intuito Kenneth F. von Roenn già una quarantina d’anni fa. Allora, durante un congresso nel Nevada, egli esortò i colleghi a diversificare la loro attività. Ma i suoi consigli furono accolti con freddezza. Invece Roenn, che oggi ha 66 anni e lavora poco, aveva l’occhio molto lungo. Infatti si diede da fare per trovare vie alternative all’arte religiosa, e ci riuscì. Tra le sue realizzazioni figurano una scultura di vetro di 226 tonnellate nella sede dell’ex Wachovia Bank, installazioni in casinò e su ponti. Ora, con notevole ritardo, quasi tutti stanno percorrendo questa strada. Che è probabilmente l’unica per evitare il tracollo.
C’è anche chi si domanda perché negli enormi grattacieli contemporanei non vi sia posto per le vetrate artistiche. Per ora le richieste maggiori arrivano per le facciate dei negozi, i paralume e i soffitti dei ristoranti. Del resto, i numeri sono impietosi: l’associazione americana che raggruppa le aziende del vetro colorato contava 900 iscritti negli anni 70, mentre adesso sono dimezzati.
Massimo Galli, ItaliaOggi 7/1/2015