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 2015  gennaio 07 Mercoledì calendario

Regine per Sette – Se resterà sul trono fino al 9 settembre 2015, Elisabetta II d’Inghilterra raggiungerà il record della regina Vittoria che regnò per 63 anni e 217 giorni

Regine per Sette – Se resterà sul trono fino al 9 settembre 2015, Elisabetta II d’Inghilterra raggiungerà il record della regina Vittoria che regnò per 63 anni e 217 giorni. Nel 2014 la regina Elisabetta ha preso parte a un totale di 393 impegni ufficiali, di cui 375 in patria e 18 all’estero, contro i 344 del 2013. L’etichetta della corte inglese prevede che quando si incontra la regina, l’uomo le porga la mano piegando il capo in avanti, la donna pieghi un ginocchio. Entrambi devono mormorare la parola «madam» (signora). Elisabetta, da bambina, patì di disturbo ossessivo compulsivo: la sera non si addormentava prima di aver compiuto un rituale con i suoi trenta cavalli giocattolo, alti una trentina di centimetri e con le rotelle: osservando le regole di stalla, toglieva la sella a ogni cavallo e li nutriva e abbeverava tutti. Inoltre metteva le scarpe esattamente nello stesso posto sotto la sedia formando un angolo particolare coi vestiti piegati. Se dopo pranzo riceveva in premio zollette di zucchero di canna doveva assolutamente allinearle sul tavolo. La regina Vittoria, molto appassionata di nudi (in particolare quello di Lady Godiva cavalcante per le strade di Coventry), regalava al marito Alberto un dipinto di quel genere per ogni compleanno. Vittoria faceva vestire i tavoli perché i suoi sudditi maschi vedendo le gambe di legno non facessero pensieri sconci. Gli storici raccontano che all’epoca si era soliti dire «e, con pardon parlando, i piedi del letto», per non nominare mai le gambe. Quando Vittoria incontrò l’amore della sua vita, Alberto, lo notò in particolare per «le cosce muscolose in aderenti pantaloni di cachemire, senza niente sotto». Più tardi, Alberto le confessò che i suoi attributi erano nell’occasione tenuti a posto da una catenella legata intorno ai fianchi. La regina Maria Antonietta d’Austria e Lorena aveva 15 anni quando andò in sposa al sedicenne, futuro re Luigi XVI. I due dovettero attendere sette anni prima di poter consumare il matrimonio. Quando già la notizia si era diffusa a corte, tra le malizie delle dame e la vergogna del re, si venne a sapere che Luigi era affetto da fimosi: una «strozzatura del prepuzio che ostacola e rende dolorosa l’erezione». Passarono circa duemila notti prima che i medici, con una banale operazione, risolvessero il problema. I pettegolezzi dicono che Umberto II di Savoia e Maria José non dormirono mai insieme. La sposa definì la luna di miele, alla quale parteciparono tutti gli amici di baldoria del principe, «proprio una bella scampagnata». Sempre secondo i pettegolezzi solo la primogenita, e grazie ai medici, è figlia di Umberto: Vittorio Emanuele e Maria Gabriella sarebbero figli del duca Amedeo d’Aosta, la più piccola sarebbe il frutto di un amore segreto tra Maria José e un giovane diplomatico. Maria José, detta anche regina di maggio perché regnò solo dal 9 maggio al 12 giugno 1946. Hatshepsut, figlia del faraone Thutmosis I, salì al trono alla morte del marito Thutmosis II, fra il 1498 e il 1483 avanti Cristo. Per convincere del proprio valore i sacerdoti di Amon, Hatshepsut iniziò a vestirsi da uomo con barba posticcia, frusta e doppia corona (dell’alto e del basso Egitto); anche le sue forme venivano attenuate nei bassorilievi. La sovrana lanciò ambiziosi programmi di edilizia, aprì le frontiere per favorire gli scambi commerciali e ritornò da un viaggio nella terra di Pount con preziosi carichi di ebano, incenso, zanne d’elefante e mirra. Alla sua morte, i successori ne cancellarono il ricordo, distruggendo statue e monumenti. Berenice, figlia di Magas re di Cirene, sposa di Tolomeo III. Fu messa a morte dal proprio figlio Tolomeo IV quando salì al trono nel 221 a. C. Divenne leggendaria per la splendida chioma, che costituiva il suo principale vanto. Si offrì di sacrificarla perché il marito tornasse sano e salvo dalla spedizione militare contro la Siria. Secondo la leggenda, la chioma, recisa, si trasformò in una costellazione, che prese il nome della regina. «Le regine di Spagna non hanno gambe» (un capitano spagnolo al sindaco di una città italiana che aveva offerto una scatola di calze preziose a una principessa spagnola che andava sposa a un re di Spagna). Definizione di Irene Brin: «Regina. Passo da... Memoria di... Eleganza per... E si potrebbe continuare, questa parola ha, come “rosa” o come “madre”, assunto valore di paragone costante, di spiegazione immediata. Ricordatevi, comunque, che le regine arrivano al trono dopo un allenamento talvolta sbagliato (Giuliana di Olanda non fu abbastanza curata nel fisico e la formazione intellettuale di Soraya dell’Iran è insufficientissima), ma comunque costante. Il portamento, il tatto, l’accuratezza indispensabili alle sovrane si possono acquistare attraverso ostinazione, disciplina, vigilanza. Anche voi potete camminare regolarmente; comportarvi cortesemente e vestirvi in tailleur classico durante il giorno, in classico velluto nero durante i pranzi, i balli, le serate dell’Opera. Ricordatevi che, tranne gli errori commessi da una regina grassa e da una regina ignara, le altre regine sono fedeli ad apparenze immutabili: pettinature semplici, tre fili di perle, la voce bassa, il sorriso tranquillo... Elena, Regina di Rumenia; Vittoria, Regina di Spagna; Ingrid, Regina di Danimarca; Astrid, Regina del Belgio; Federica, Regina di Grecia, variamente spaziate negli ultimi cinquant’anni, non variarono gran che un modello unico ed esemplare. Quando un uomo rifiutava le sue avances, Messalina andava a lamentarsene col marito, l’imperatore Claudio, ben sapendo che lui non poteva tollerare l’affronto di un diniego. Così fece col mimo Mnestere il quale, severamente redarguito dal monarca, s’adattò suo malgrado a far da amante alla sovrana. Messalina, sotto il falso nome di Licisca, frequentava i postriboli dove, completamente depilata, i capezzoli dorati, gli occhi segnati da una mistura di antimonio e nerofumo, si offriva a marinai e gladiatori per qualche ora al giorno. Secondo il racconto di Plinio il Vecchio una volta sfidò in gara la più celebre prostituta dell’epoca e la vinse nell’avere 25 concubitus (rapporti) in 24 ore. Fu proclamata invicta e, a detta di Giovenale, «lassata viris, nondum satiata, recessit». Teodora, imoglie dell’imperatore Giustiniano, viziosa e scandalosa, «rimpiangeva di non avere quattro orifizi per soddisfare le sue voglie, benché sapesse usare alla perfezione i tre di cui disponeva. In una sola notte poteva far l’amore con quaranta maschi. Dava spettacolo spargendosi chicchi d’orzo sul pube e facendoli beccare da oche ammaestrate» (Procopio). Durante una rivolta, Giustiniano voleva scappare da Bisanzio. Teodora gli disse: «Scappa pure, io resto qui. La porpora imperiale sarà il mio sudario». Rimase anche lui. L’imperatore Francesco Giuseppe d’Austria, dopo essersi impratichito nel sesso con delle «donne igieniche» assunte all’uopo, consumò il matrimonio con Sissi solo il terzo giorno seguente le nozze (avvenute nel 1854, un anno dopo l’incontro). Il protocollo prescriveva che la sera del matrimonio gli sposi fossero accompagnati in camera da letto rispettivamente dalle proprie madri. Quando Sofia condusse il figlio, Sissi dormiva già, «come un uccello spaventato che si nasconde nel proprio nido». La regina Cristina di Svezia non disdegnava gli uomini, ma diceva sempre che avrebbe preferito la morte a un marito: «Sposarmi per me è impossibile. Ho spesso chiesto a Dio di darmene la voglia ma non mi è mai venuta». La formica regina della Mycocepurus smithii ha abbandonato l’accoppiamento e sviluppato una specie tutta di femmine che si moltiplica per clonazione. Quando la notizia della morte di Bonaparte arrivò a Londra, il 3 luglio del 1810, fu portata a Giorgio IV con queste parole: «È nostro dovere informare Sua Maestà che il Suo peggior nemico è morto». Al che il re rispose: «Is she, by God!» (è morta, ringraziando Dio!), pensando alla regina Carolina, sua moglie, che non godeva di ottima salute. Moira Orfei racconta che Platinette quando la incontra s’inghinocchia davanti a lei e la chiama «la mia regina». La regina Nefertiti non era così bella come appare dal busto che è giunto fino a noi. Alcuni ricercatori lo hanno osservato con una sorta di Tac: sotto il noto volto di stucco, ne esiste un altro in pietra che apparentemente funge da supporto ma che presenta una fisionomia assai diversa. L’altra faccia di Nefertiti ha zigomi meno prominenti, una leggera protuberanza sul naso, rughe ai lati della bocca e delle guance e una minore profondità agli angoli delle palpebre. Gli studiosi ipotizzano che questo sia il vero ritratto della regina. Nefertiti significa «la bella è giunta». Un papiro in greco antico scritto da Cleopatra in cui viene esonerato dal pagamento delle tasse - caso unico - Publio Canidio, il generale romano con cui tradiva Antonio. Ramses III (1182-1151 a.C.) assassinato secondo un antico testo dalle sue sei mogli, ognuna delle quali sperava di far diventare faraone il figlio. Le regine egizie si lavavano ben quattro volte al giorno, si facevano massaggiare da un folto numero di schiave, conoscevano l’uso della pinzetta per depilarsi, del verde malachite e dell’hennè per sottolineare lo sguardo, della biacca profumata per uniformare l’incarnato. Anche se non si lavava granché, la regina di Francia Maria Antonietta amava cospargersi di profumo ai fiori. Una delle prime a fare bagni di mare fu Ortensia di Beauharnais, regina d’Olanda, nelle onde di Dieppe, alta Normandia. In un’afosa giornata di agosto nel 1812 la consorte di Luigi Bonaparte, e madre del futuro Napoleone III, con tunica e pantaloni di lana color cioccolata, avanzò in mare assistita da servitori e medico personale pronto a soccorrerla in caso di malore. Parecchi si scandalizzarono, ma la donna decise che per la sua salute da allora in avanti avrebbe sempre usato l’«acqua cloruro salsobromoiodica ipertonica». Il magazine britannico Harper’s Bazaar nel 2009 giudicò Rania di Giordania terza donna più bella del mondo, dopo Angelina Jolie e Christy Turlington. La regina Cristina di Svezia ebbe per un certo periodo la fissazione della filosofia. Corrispondeva con Cartesio, in particolare sulla questione del libero arbitrio. Volendo approfondire meglio la questione, invitò il filosofo a Stoccolma. Cartesio non aveva alcuna voglia di partire, non era interessato a «le rocce, il ghiaccio e gli orsi», ma le ubbidì. Quando arrivò in Svezia, l’interesse della regina per la filosofia era già di molto diminuito: il solo momento in cui era disponibile per le lezioni era alle cinque di mattina. Cartesio soffriva molto il freddo e inoltre era obbligato a stare a capo scoperto in presenza della sovrana: nel giro di poche settimane s’ammalò e morì di polmonite. Rania di Giordania conquistò il re Abd Allāh II facendogli lavare i piatti. La Thatcher regalò alla regina Elisabetta due paia di guanti da cucina, orripilata dal fatto che dopo cena lavasse di persona i piatti, a mani nude. Rania ha introdotto una nuova norma nel protocollo reale: ogni volta che il re parte per più di due giorni, lei e i loro quattro figli vanno con lui. La regina Elisabetta II e Filippo a Buckingham Palace o al Castello di Windsor hanno sempre vissuto separati in casa. Probabile che non s’incontrino per giorni interi. Da quando si sono sposati (1962), l’ex re Juan Carlos di Spagna ha tradito la moglie Sofía con 1.500 donne. La prima nel 1976, quando la regina insieme ai figlioli fece una sorpresa al marito, in vacanza a Toledo per qualche battuta di caccia. Lo raggiunse e lo sorprese con un’altra: da allora dormono separati. Nel 1955 Grace Kelly era a Cannes per il Festival quando ricevette l’invito per recarsi al palazzo di Monaco. Stava per declinare: non avrebbe avuto il tempo di andare dal coiffeur e la mancanza di corrente (provocata da uno sciopero dell’azienda elettrica) non le permetteva di usare il phon per acconciarsi i capelli da sola. Improvvisato un semplice chignon, arrivò al palazzo ma aspettò un’ora prima che il Principe si presentasse. Quando questi alfine giunse, le propose il tour del palazzo ma quella, stizzita: «Già fatto, grazie». Ranieri ripiegò allora per un giro nei giardini, mettendo a dura prova Grace, che calzava tacchi alti e sottili. «È dotata di grande autocontrollo, che perde alla vista di un duepiazze» (lo stilista Oleg Cassini a proposito di Grace Kelly, con cui stava per sposarsi prima che lei conoscesse Ranieri). Ogni due anni circa, Caterina di Russia cambiava favorito, che però era rigorosamente un giovane tra 22 e 25 anni. In tal modo collezionò ventuno relazioni certe più un numero imprecisato di anonimi amanti, il che le fece guadagnare il soprannome di ”Messalina del nord”. Il prescelto di turno, dopo essere stato affidato a una contessa che lo ammaestrava nell’arte amatoria, otteneva centomila rubli dall’imperatrice e un appartamento privato dotato di ogni lusso. Il giovane aveva l’onore di comparire al fianco di Caterina come suo aiutante. Di sera aveva l’obbligo di presentarsi nell’alcova imperiale. Vietata l’infedeltà. Quando Caterina era stanca di lui, lo licenziava, spesso con un bigliettino: «Addio, mio cagnolino», «Addio, mio fagiano d’oro». Caterina di Russia morì d’infarto il 5 novembre 1796, pare nel bel mezzo di una risata dopo aver visto entrare in camera sua il favorito Leone Narishkin, che si era travestito da venditore di giocattoli per divertirla. Nelle carte francesi la regina di picche simboleggia Atena, dea della sapienza; la regina di cuori Rachele, moglie di Giacobbe; la regina di quadri Argine, forse storpiatura di Argeia, principessa di Argo; la regina di fiori Giuditta, personaggio biblico, eroina del popolo ebraico.