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 2015  gennaio 06 Martedì calendario

I VIGILI A BERLINO NON ESISTONO

Berlino
Com’era inevitabile, la notizia che il 31 dicembre oltre l’83% dei vigili romani ha marcato visita, è stata pubblicata con risalto dai quotidiani tedeschi. Ma la vera notizia era che a Roma nessuno ha notato la loro assenza. Anche quando sono presenti, fanno poco a nulla, a parte le multe per divieto di sosta a chi non conoscono.
Per gli amici del quartiere, sempre un occhio di riguardo. Per questo i pizzardoni della Città eterna sono in stato di agitazione perché li si vuole far ruotare almeno una volta ogni cinque anni. Un lustro mi sembra un lasso di tempo sufficiente a stabilire nuovi rapporti sociali. Ma non voglio pensare male.
Ero a Roma per fine anno, e gli amici mi hanno chiesto come funzionano i vigili di Berlino. Benissimo, ho risposto, perché non esistono. All’ordine pubblico ci pensa la normale Polizei, come nelle altre città della Germania. Per inciso, non esistono neanche prefetti e questori, ma questo l’ho già scritto. La polizia è affidata ai Länder, alle regioni. Non c’è dunque un capo della polizia nazionale, come da noi. Per la verità la Grenzpolizei, la polizia di frontiera, abolita dopo la caduta dei muri, è stata trasformata in una sorta di polizia federale, ma niente di paragonabile alla nostra. E il suo capo, equiparato a un generale dell’esercito, guadagna 8 mila euro al mese. Il nostro, se non ricordo male, oltre 500 mila euro all’anno.
Un corpo di ausiliari, a Berlino, si limita alle multe per divieto di sosta. Con qualche differenza. Nel mio quartiere romano dovrei pagare il parcheggio dalle nove di mattina alle tre di notte. Un pedaggio vessatorio: il sindaco Marino ha appena aumentato la tariffa a 1 euro e 50 all’ora, il che fa 27 euro al giorno. La multa ammonta a 35 euro. A Berlino, solo nelle zone centrali, si paga un euro dalle 9 alle 18, in qualche caso fino alle 20. Nelle vie centralissime si arriva a 2 euro fino alle 22. Il Bussgeld, la multa, è stato appena raddoppiato da 5 a 10 euro. Ancora una differenza: io a Roma, lo confesso, tra Natale e Capodanno non ho mai pagato, e nessun pizzardone mi ha stangato. A Berlino non tento di farla franca. Non avrei scampo. Naturalmente, chi viola i veri divieti di sosta paga molto di più. Tanto per fare un esempio, Marco Reus, 26 anni, centrocampista del Dortmund, per guida senza patente dovrà pagare una multa di 530 mila euro, proporzionata a quanto guadagna all’anno.
Gli ausiliari, quasi tutti signore, non sono fiscali, a parte rari casi. Tempo fa, mi sono fermato brevemente, il tempo di portare un pacco di libri a un’amica. Al ritorno, ho trovato l’ausiliaria già pronta a multarmi. «Sono arrivato da pochi minuti», mi sono scusato. Lei si è chinata per tastare il tubo di scarico della mia auto ancora caldo. «È vero», e mi ha graziato. Eppure siamo sempre convinti che i prussiani siano spietati. Lo sono sulle cose che contano. Parcheggiare in seconda fila a Berlino, come a Monaco o ad Amburgo, è un azzardo. E nessuno osa lasciare l’auto, sia pure per pochi minuti, nel parcheggio riservato a chi ha un handicap. A chiamare la polizia ci penserebbe il primo passante, o il commesso del negozio più vicino. I poliziotti arriverebbero velocissimi. Ed è meglio rispettare i limiti di velocità, in certe strade a 30 chilometri all’ora. I radar sono ovunque. Le multe sono comunque più miti che da noi, e non si perde la patente alla prima infrazione. Ma non si chiude un occhio per chi esagera. E non ci sono magistrati capziosi che pretendono che la multa venga contestata. Basta una foto, come in ogni paese d’Europa.
Una precisazione finale. Io sono un cittadino modello a Berlino e un peccatore nella mia Roma, dove evado il ticket. Ma sul Gianicolo divento un turista, e guido un’auto a noleggio. E la legge impone che accanto ai parcheggi a pagamento ci siano altrettante zone gratis. Abito in una zona dallo scarso traffico, senza negozi. Il pedaggio imposto serve solo a rimpinguare le casse di una metropoli che non spende comunque gli introiti a favore dei cittadini. La tentazione di violare norme ingiuste, a volte assurde, è troppo forte. Sull’autobus timbro regolarmente il biglietto, come a Berlino, anche se il servizio è pessimo, ma spesso sono l’unico. Evidentemente gli altri passeggeri a Roma sono tutti abbonati. Ci si comporta da probi cittadini, se lo Stato è probo ed efficiente. Il segreto del modello tedesco è tutto qui.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 6/1/2015