Notizie tratte da: Roberto Mania, Marco Panara # Nomenklatura # Laterza 2014 # 15 euro., 6 gennaio 2015
LIBRO IN GOCCE NUMERO 3 (Nomenklatura) Vedi biblioteca in scheda: 2281305 Vedi database in scheda: 2287495 LA SCRIVANIA MAI USATA DAL MINISTRO SELLA – Inglese
LIBRO IN GOCCE NUMERO 3 (Nomenklatura) Vedi biblioteca in scheda: 2281305 Vedi database in scheda: 2287495 LA SCRIVANIA MAI USATA DAL MINISTRO SELLA – Inglese. Gianni Letta non sa l’inglese. Mef. Il Palazzo del ministero dell’Economia e delle Finanze, voluto ostinatamente da Quintino Sella in via XX Settembre, lungo la strada che unisce il Quirinale a Porta Pia, 300 metri di lunghezza, 120 di larghezza, due ettari di corridoi, 1200 uffici e altre 800 stanze per servizi di varia natura. Il simbolo: una massiccia scrivania che gli ebanisti biellesi regalarono al ministro e concittadino Quintino Sella, alla quale non ebbe il tempo di sedersi. Spesa . La spesa la autorizzano ma non la decidono i burocrati del Mef. La decidono governo, Parlamento, Regioni, Province, Comuni, Asl, Comunità montane, eccetera. Le stazioni appaltanti pare siano oltre 37mila, ciascuna con più centri di spesa. Gestione. «Al Mef spetterebbe il compito di gestire questa spesa. Di gestirla da due punti di vista: quello quantitativo e quello qualitativo. Formalmente i controlli sono ferrei: Ragioneria, Ufficio centrale di bilancio, Corte dei Conti. Nella sostanza lo Stato centrale non sa esattamente quanto il resto della pubblica amministrazione spenda e per cosa, se i beni e servizi forniti erano necessari e se lo erano in quella quantità e in quella qualità». Informatica. Non esiste un sistema informatico unico che, come per le entrate, consenta di sapere quanto sia stato speso (o quanto sia stato acquistato anche se non ancora pagato), da chi e perché. Palazzo Chigi. La presidenza del Consiglio si allarga per 15 edifici, tra proprietà e affitto, nei quali lavorano 4.200 dipendenti organizzati in una girandola di uffici, dipartimenti, strutture, unità, commissioni. Non è chiara la distinzione degli uni dagli altri ma si sa che gli uffici sono 21, i dipartimenti 16, le strutture di missione 6, le unità due e le commissioni una. 21 poi tra enti, associazioni, fondazioni, spa, agenzie e organismi nei quali la presidenza del Consiglio allunga i suoi tentacoli. A guidare la macchina oltre 300 dirigenti (uno per ogni 14 dipendenti). Tutti numeri multipli rispetto a Casa Bianca, Downing Street, Eliseo, ecc. Ragioneria. Il Parlamento non può varare una legge per la quale non sia stata individuata un’adeguata copertura e che a sua volta non sia stata verificata e bollinata dalla Ragioneria generale dello Stato («che è il settore più chiuso e autoreferenziale dell’intero ministero dell’Economia e delle Finanze»). Numeri. La base del potere della Ragioneria generale e dei suoi uomini: il monopolio dei numeri. La litania che si sente in tutti i ministeri: «Solo la Ragioneria ha i suoi numeri, e non li dice a nessuno». Tremonti Giulio. Tremonti, quando era ministro dell’Economia: «Siete tutti ministri senza portafoglio». Regolamenti. Le leggi hanno bisogno di ulteriori norme per diventare operative. Si chiamano regolamenti attuativi. Il decreto Salva-Italia ne prevedeva 84, il Cresci-Italia 60, il Semplifica-Italia 51, 112 la Spending Review, 84 lo Sviluppo, 83 la legge di stabilità. Il governo Monti ha passato i primi otto mesi a emanare i regolamenti di attuazione delle leggi varate dal governo Berlusconi. Più o meno la stessa cosa per il governo Letta con quelli di Monti. Renzi ha cominciato avendo alle spalle 470 regolamenti da emanare prima ancora di aver varato una sola legge scritta dal suo governo. Pil . «Se si abolissero i Tar e il Consiglio di Stato, il Pil assumerebbe subito un cospicuo segno positivo» (Romano Prodi ricordando un dialogo con un investitore). Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24 Ore 6/1/2015