Emanuele Rossi e Umberto Serenelli, Il Messaggero 4/1/2015, 4 gennaio 2015
SOTTO SEQUESTRO L’OLEODOTTO DEL LAZIO
CIVITAVECCHIA Posti i sigilli all’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino. Dopo gli assalti dei predoni dell’oro nero andati a segno il gip del tribunale di Civitavecchia, Massimo Marasca, ha disposto il sequestro preventivo della condotta dell’oleodotto che rifornisce di carburante per aviazione l’aeroporto di Fiumicino. Sono stati i carabinieri del Noe, al termine delle indagini avviate contro ignoti lo scorso novembre dal procuratore capo di Civitavecchia, Gianfranco Amendola, a sequestrare l’impianto. I furti dei vampiri del carburante hanno provocato un «disastro ambientale» per lo sversamento di cherosene nel Rio Palidoro, nel Rio Tre Cannelle e nel fiume Arrone di Maccarese a pochissima distanza dalla Riserva naturale del litorale romano. Migliaia e migliaia i litri di jet fuel fuoriusciti dall’oleodotto «groviera» (l’Eni ha stimato le perdite in 40 tonnellate) che hanno distrutto l’ecosistema causando una moria di pesci, tra cui cefali e carpe, di uccelli, soprattutto aironi, cormorani e cinerini. A morire persino nutrie, rane e tartarughe.
PRIME SEGNALAZIONI
Le prime segnalazioni erano scattate già nella notte tra il 5 e il 6 novembre scorso. Quell’odore forte di carburante dovuto ad un primo furto, sentito anche a più di 10 chilometri di distanza, proveniva da Rio Palidoro, a Fiumicino. Poi sarebbero avvenuti gli altri fori alla condotta nella zona di Maccarese, in via della Muratella nei pressi della barriera autostradale A12 e in un altro punto non molto lontano. I campionamenti e gli accertamenti tecnici, eseguiti dalla Capitaneria di porto e dall’Arpa Lazio, hanno riscontrato sversamenti di cherosene per circa 30mila litri sulle acque di Palidoro e Maccarese ma anche su appezzamenti agricoli in un tratto di sei chilometri. «L’Eni non potrà utilizzare l’oleodotto Civitavecchia-Fiumicino - è riportato nell’ordinanza del tribunale - finchè non provvederà ad installare adeguati sistemi di controllo atti ad impedire ulteriori reati». L’azienda che gestisce l’oleodotto, in questa fase, potrà servirsi di una condotta ausiliaria: la stessa usata nel 2011 per rifornire gli aerei del principale scalo romano. Nell’eventualità ci fosse la necessità, il cherosene avio verrà trasportato tramite autocisterne. Il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino, plaude al sequestro messo in atto dalla Procura definendola una «scelta giusta e di garanzia per l’ambiente e la salute pubblica». Nel procedimento giudiziario il comune di Fiumicino si costituirà come parte civile. «Abbiamo ancora negli occhi le immagini del disastro ambientale a Maccarese, Torrimpietra, Palidoro, - ricorda Montino - la condotta oggetto dei tentativi di furto è lunga una settantina di chilometri e oltre Fiumicino attraversa altri cinque comuni: Civitavecchia, Cerveteri, Santa Marinella, Ladispoli e Roma». Il sindaco chiede all’Eni interventi risolutivi. «È impensabile controllare l’oleodotto notte e giorno per tutta la sua lunghezza se non attraverso un sistema di monitoraggio moderno ed efficiente simile a quello in uso sull’oleodotto che da Gaeta arriva a Pomezia». Parlano anche gli ambientalisti. «La notizia del sequestro dell’oleodotto da cui è fuoriuscita una quantità non ancora certificata di cherosene - critica il presidente del comitato Rifiuti Zero Fiumicino, Carla Petrianni - conferma che l’impianto non è sicuro. Il danno, incalcolabile, ormai è fatto e non sappiamo quante altre volte si siano verificati incidenti. Gli altri comuni devono essere più presenti e affiancarci in questa battaglia». Wwf e Lipu Birdlife non mollano la presa. «Rimarremo sempre vigili sugli sviluppi - ricorda il responsabile dell’Oasi Wwf di Fregene e Maccarese, Riccardo Di Giuseppe - monitorando scrupolosamente il piano di bonifica dell’area colpita dallo sversamento di cherosene».