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 2015  gennaio 04 Domenica calendario

I TRATTAMENTI DI BELLEZZA CHE INIZIANO A 4 ANNI

DALLA NOSTRA INVIATA NEW YORK Faith ha 3 anni, porta ancora il pannolino ma fa già la manicure da «Sweet and Sassy», una catena di «spa» per bambine presente in molte città americane, da New York a Dallas. È un fenomeno in crescita: sono almeno 5.000 i centri di bellezza e benessere creati per minorenni o che prevedono un listino «baby» accanto a quello per adulti, secondo il New York Times , che cita i dati della International Spa Association. Offrono pulizia del viso, trucco, massaggi e altri trattamenti a clienti al di sotto dei 13 anni.
Perché le bambine vogliono andare alla spa? Perché è un lusso da principessa. Non c’è dubbio che il marketing delle Baby Spa punti sulla fantasia della favola. Il sito Internet di «Sweet and Sassy», per esempio, propone al costo di 35 dollari un pacchetto «Ice princess» che include: le trecce come Anna o Elsa (le principesse di Frozen, che quest’anno sono più desiderate di Barbie), e poi coroncina, collana, trucco e foto. Spendendo qualcosa in più, è anche possibile fare un giro su una limousine rosa (Faith è troppo piccola, perciò i selfie glieli scatta la mamma). Un affarone rispetto ai costi di Beverly Wilshire, con sede a Beverly Hills, dove la pulizia del viso «da principessa» (si specifica nel listino) costa 50 dollari per 15 minuti.
Molte di queste ditte incassano soprattutto con i compleanni: un pomeriggio in spa (con pizza) sta diventando un’alternativa alla festicciola da McDonald’s o da Chucky Cheese. E spesso sono i papà single alle prese con l’enigma di crescere delle ragazzine a fare queste scelte, dicono al Times le proprietarie di «Seriously Spoiled Salon» a Long Island, dove i prezzi per un party vanno dai 500 ai 3.000 dollari.
In quest’epoca di genitori competitivi e orgogliosi della precocità dei figli ma anche timorosi dell’ipersessualizzazione dell’infanzia questa nuova moda fa discutere. Mentre la presidente dell’Associazione Internazionale delle Spa, Lynne McNees pone l’accento sull’educazione al benessere e sul valore dei trattamenti per ridurre lo stress (“È come portarle dal dentista: farlo presto aiuta a instillare le buone abitudini»), c’è chi solleva perplessità sul culto della bellezza sin dalla più tenera età. La sociologa Christine Carter ritiene che non sia una buona idea mandare le figlie in posti dove ti promettono «Ti tratteremo come una Kardashian». La psicologa infantile Madeline Levine la definisce «la peggiore idea che abbia sentito». Molti commenti all’articolo sono critici con i genitori «con i soldi ma poco senso comune». Ma una delle clienti mamme, che lavora come meccanico allo zoo di Denver, dice al quotidiano che vuole insegnare alla figlia che può essere «femminile e allo stesso tempo forte».
Anche in Inghilterra, qualche anno fa, quando aprì il primo centro di bellezza per bambine, «Trendy Monkeys» nell’Essex, le associazioni dei diritti dell’infanzia insorsero per via non solo della ipersessualizzazione, ma anche della commercializzazione dell’infanzia. La proprietaria, una mamma single ed ex modella dei cataloghi di lingerie, rispose così: «C’è un mercato per queste cose là fuori. Di questi tempi diamo ai nostri figli tutto quello che vogliono. Personalmente non credo che l’abbronzatura spray sia adatta ai bambini, ma se una madre me lo chiede chi sono io per dire di no?».