Roberto Napoletano, Domenicale – Il Sole 24 Ore 4/1/2015, 4 gennaio 2015
LA DOPPIA LEZIONE DI SINGAPORE E LONDRA
«Ho aperto una galleria d’arte a Singapore, volevo cambiare il pavimento e fare alcuni lavori di ampliamento. Sono andato in Comune e ho chiesto l’autorizzazione, avevo con me la piantina e tutti i documenti necessari. Mi hanno detto: dobbiamo esaminare la pratica e le daremo una risposta». Massimiliano Mucciaccia, partito da Roma nella splendida cornice di piazza d’Ara Coeli espone ora le sue retrospettive di De Chirico, Rauschenberg e molto altro a Largo della Fontanella Borghese, ha gallerie d’arte nella Capitale e a Cortina, crede di sapere come vanno queste cose, pensa all’Italia e comincia a preoccuparsi, non riesce a non tornare alla carica: «Sì, capisco, ma quanto tempo serve per esaminare la pratica e dare una risposta? Ho un programma di sviluppo e devo fare qualche calcolo». L’impiegato di Singapore lo guarda e allarga le braccia: «Lo so, ha ragione, non siamo molto veloci, l’autorizzazione l’avrà o non l’avrà entro due o tre giorni, questi sono i nostri tempi». Mucciaccia ripercorre in un lampo il film di una vita passata a inseguire delibere e autorizzazioni per aprire una galleria, spostare una parete o l’intera esposizione da un quartiere all’altro sui suoli del Bel Paese e esplode in una fragorosa risata. Quasi senza accorgersene si ritrova a parlare da solo ad alta voce: «Non si preoccupi anche una settimana va più che bene, per carità, temevo di dover aspettare mesi o anni!». La sera dopo in galleria arriva via mail l’autorizzazione, lui fa i lavori, siamo a ottobre e le vetrine si preparano al Natale, fiocchi di neve, stelle e musica addobbano le vie dello shopping, un tripudio di colori e luci scintillanti che sprigiona vitalità. Mucciaccia fa i lavori a tempo di record ed è pronto prima di Natale con la nuova galleria. Questo racconto me lo ha fatto lui direttamente, nello spiazzo che si allunga tra il Bar del Posta e il campanile in una Cortina di nuovo affollata qualche giorno fa, e ha aggiunto un commento veloce: «Un altro mondo, un altro mondo». Lo osservo, il tratto garbato e la voce bassa, è come se il racconto in punta di piedi formulasse una domanda con una risposta rassegnata: ma perché non è possibile fare così anche in Italia, che cosa lo impedisce?
Faccio altri quattro passi e incontro Stefano Contini, toscano di nascita e veneziano d’adozione, gallerista di arte contemporanea, il cuore storico tra Venezia e Cortina e quello più nuovo in New Bond Street a Londra, e gli chiedo come va, se si è tornati a investire nell’arte, se ci sono segnali di ripresa, e lui mi risponde soddisfatto, a modo suo: «Non mi lamento, va bene, va bene. Questo Natale è meglio di quello dell’anno scorso. Intendiamoci Londra vola, si respira un’altra aria e c’è la fila di italiani, a Venezia e Cortina tirano i clienti internazionali, quel tetto di mille euro negli acquisti in contanti continua a far paura, e così molti italiani comprano e fanno i loro regali nella galleria londinese, meno male che feci la scelta di aprire lì». Prende fiato e chiude il suo ragionamento: «Ma lo capisce che cosa vuol dire lavorare in una società dove tutto è start up, dove tutto è flessibile, veloce, dove le tasse sono al 20 per cento e dove puoi dedurre tutto e pagare come meglio credi: contanti, carta di credito, assegni? L’economia italiana ha bisogno di questo shock fiscale e di regole snelle non inutilmente punitive, di null’altro, per ripartire alla grande». Guardo il campanile e le tenui fasce di luce blu che lo illuminano, osservo il via vai di questi giorni di festa, e penso che Contini ha detto la verità e, in modo diverso, anche Mucciaccia. Non avrei mai creduto che passando le giornate dietro una scultura di Mitoraj o una tela di De Chirico o di Miró, si potessero intuire così bene le ragioni amare del ritardo italiano, prima culturale poi economico. Una folata di vento taglia le persone e i pensieri, sarebbe utile che diradasse la nebbia burocratica e fiscale di casa nostra.
Roberto Napoletano, Domenicale – Il Sole 24 Ore 4/1/2015