Loretta Napoleoni, il venerdi 2/1/2015, 2 gennaio 2015
II nuovo premier indiano Narendra Modi vuole ripulire l’India, un progetto ambizioso che sta trasformando la raccolta dei rifiuti in un nuovo business
II nuovo premier indiano Narendra Modi vuole ripulire l’India, un progetto ambizioso che sta trasformando la raccolta dei rifiuti in un nuovo business. Tradizionalmente gestita dalla ex casta degli intoccabili, i Dalit, o dai musulmani, ultimo gradino nella gerarchia sociale indiana, quest’attività era considerata un lavoro «sporco» e umiliante. E infatti dava da mangiare e da vivere ai più poveri, alle famiglie dei kabadi wallah, l’esercito di spazzini indipendenti che raccoglieva in strada di tutto, dalle bottiglie vuote ai televisori che non funzionano più. I kabadi wallah rivendevano la stragrande maggioranza dei rifiuti raccolti, in una sorta di riciclaggio che generava abbastanza entrate per mantenere le loro famiglie. In media riuscivano a portare a casa dai 100 ai 120 dollari al mese, ma da quando Modi ha lanciato la campagna per un’India più pulita, incitando la popolazione a riciclare, le cose sono cambiate. Sono comparse sul mercato imprese private disposte ad acquistare i rifiuti, alcune particolarmente attive in rete, basta contattarle e spiegare loro di cosa ci si vuole sbarazzare per veder comparire in strada furgoncini addetti al riciclaggio dei rifiuti. Anche eBay ha fatto la sua comparsa in India grazie alla rivoluzione verde di Modi. Il primo ministro è riuscito a trasformare la raccolta della spazzatura in un business che offre buone opportunità di guadagno, presentando il riciclaggio come un’attività il cui scopo è migliorare le condizioni di vita del Paese. Purtroppo chi ne fa le spese sono i vecchi spazzini, i kabadi wallah, per costoro infatti diventa sempre più difficile imbattersi in un divano o in una radio sui ’marciapiedi delle grandi metropoli indiane.