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 2015  gennaio 02 Venerdì calendario

PRIMO VIDEO DI GRETA E VANESSA ECCO COME LE HA RIDOTTE AL QAEDA

«Non ci sono parole», dice Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa, una delle due volontarie rapite in Siria il 31 luglio scorso. Difficile dargli torto. Il filmato che mostra il volto impaurito della figlia 21enne e quello ancor più provato di Greta Ramelli, 20 anni, l’altra volontaria tenuta in ostaggio, non lascia margini al dubbio. La situazione non è seria ma drammatica. Anzi, «angosciante». Eppure la presidente della Camera, Laura Boldrini, che dovrebbe avere ben chiaro il quadro della situazione avendo collaborato con l’Onu, si ostina a non voler vedere in faccia la realtà. «Le ragazze mandano un grido di soccorso, un sos, chiedono aiuto», dice la Boldrini, «certo, non sappiamo quanto questo video sia attendibile ma la situazione di queste ragazze è angosciante». Già, angosciante. Perché questo è l’islam, quello che combatte l’Occidente. Con tutti i mezzi, approfittando del buonismo e della bontà dei volontari. Il video, al di là dei dubbi sulla presunta attendibilità (giusta per gli 007, ininfluente per noi), vale per quello che è: un atto di brutale disumanità. Le due cooperanti lombarde sono le «protagoniste» di un filmato video diffuso su Youtube prima di Natale, ma diventato pubblico solo ieri. «Siamo Greta Ramelli e Vanessa Marzullo», dice in inglese e tenendo gli occhi bassi, la prima delle ragazze. «Supplichiamo il nostro governo e i suoi mediatori di riportarci a casa prima di Natale. Siamo in estremo pericolo e potremmo essere uccise. Il governo e i suoi mediatori sono responsabili delle nostre vite». Attendibile o no questo è il video del dramma, che diventa spot per l’Islam combattente. A parlare è solo una di loro, mentre l’altra tiene in mano un cartello dove si legge la data di mercoledì 17 dicembre 2014. Le immagini le mostrano con indosso una tunica nera lunga che copre il corpo e i capelli, ma non il volto impaurito. Le due ragazze, andate in Siria nell’ambito di un’operazione umanitaria, sarebbero in mano ai qaedisti di al Nusra. Il video sembrerebbe autentico, e il dubbio delle autorità è più che comprensibile. «La Farnesina», spiega il papà di Vanessa, «sta lavorando, loro stanno continuando il loro lavoro». Alla famiglia di Greta e Vanessa non resta che aspettare. Nel frattempo, visto il continuo rimpallo di voci sull’attendibilità del documento, il Fronte al Nusra ha rivendicato il fatto di avere in ostaggio le due cooperanti. Un portavoce del gruppo legato ad Al Qaeda ha detto all’agenzia tedesca che le due ragazze sono tenute in ostaggio perché l’Italia appoggia i raid contro i militanti in Siria. Poche ore dopo la pubblicazione del video è arrivato da parte dei servizi di intelligence italiani l’invito al silenzio: «La trattativa è in una fase delicatissima, consentiteci di lavorare in silenzio». Non è chiaro perché il video sia uscito solo adesso. I depistaggi e le intromissioni, in questi casi, sono sempre possibili. Vanessa, 21 anni, e Greta, 20 anni, si erano recate in Siria per una missione umanitaria in favore della popolazione di Aleppo. La loro azione nell’ambito del progetto “La mia libertà” è stata troncata bruscamente dal sequestro da parte di un commando. Le ragazze sarebbero finite in una trappola tesa da un gruppo di ribelli-predoni. Si è anche ipotizzato che fossero state cedute ad un’altra fazione, pratica piuttosto comune nell’inferno siriano. Particolari tutti da verificare in una situazione dove serve la massima cautela. «Non ci sono parole per il video, sostiene il papà di Vanessa. «Abbiamo visto quelle immagini, le prime immagini di Vanessa e Greta da mesi, sembra stiano. «Con i terroristi non si tratta, sia chiaro», afferma l’europarlamentare di Forza Italia Lara Comi, «ma non possiamo rimanere inermi di fronte alla violenza di chi tiene in ostaggio due giovani ragazze». Mario Arpino, consigliere dell’Istituto Affari internazionali ed ex generale dell’Aeronautica, è meno pessimista. «Il caso di Greta e Vanessa è molto complicato», afferma l’esperto, «questo messaggio ha in sè un aspetto positivo perché così sappiamo che chi le ha rapite sono bande di rapitori svincolati da gruppi con coinvolgimenti religiosi ed ideologici. L’invito alla riservatezza, come ha ripetuto anche il ministero degli Esteri, quando ci sono trattative diventa uno strumento di lavoro. Sia Greta che Vanessa appartengono alla parte buona della società, quella parte che ha degli ideali. Qui non è chiaro il contesto però della loro missione, sappiamo che chi le ha spinte ha fare del bene, un coinvolgimento ideologico ce l’ha».