Mark Magnier, MilanoFinanza 2/1/2015, 2 gennaio 2015
PECHINO AL BIVIO TRA CRESCITA E RIFORME. E SI PREPARA A FRENARE
La strada principale in direzione sud-ovest di questo capoluogo di provincia è sottoutilizzata: è un’arteria a quattro corsie che attraversa campi desolati e grattacieli residenziali in gran parte vuoti. I cartelloni pubblicitari mostrano progetti immobiliari con nomi come Casa Magica Pacific e Belle Epoque. Più oltre si trova una regione di aziende statali e miniere inefficienti. Questa è la fotografia della seconda più grande economia del mondo mentre sta perdendo quota dopo decenni di espansione ad alta quota. Questo sarà per la Cina un difficile anno di assestamento, mentre dovrà adattarsi a quella che i leader di Pechino definiscono la nuova normalità di una crescita più lenta. La Cina fissa obiettivi annuali che i quadri sono tenuti a rispettare. Negli anni passati l’obiettivo di crescita è stato raggiunto facilmente. Questa volta però la Cina probabilmente non centrerà il target 2014 di una crescita del pil intorno al 7,5% (il primo fallimento dal 1998) e si prevede che fisserà l’obiettivo del 2015 al 7%, riducendo la necessità di uno stimolo fiscale e monetario e di intimorire i funzionari locali al fine di raggiungere l’obiettivo. Esiste un consenso generale sui passi economici che la Cina deve adottare per migliorare ulteriormente la vita dei cittadini, mantenere una crescita sostenibile e rafforzare il suo ruolo globale. Questi includono il passaggio da un’economia basata su una massiccia spesa pubblica a una fondata sui consumi e sul settore dei servizi; bisogna poi spostarsi dalle produzioni di fascia bassa a quelle di fascia alta; e puntare sull’automazione e sull’innovazione mentre il costo del lavoro aumenta. Tutto questo rimane una sfida. Le dimensioni della Cina, i problemi sociali e il costo potenziale per la crescita a breve termine alzano la posta in gioco per una leadership ossessionato dalla stabilità e preoccupato che l’aumento della disoccupazione possa innescare disordini sociali e minacciare la sua presa sul potere. Per il 2015 bisogna aspettarsi un continuo braccio di ferro tra la crescita economica e la riforma fiscale e monetaria. La strategia di Pechino sarà probabilmente caratterizzata da un allentamento del credito e da una spesa più elevata se l’economia rallenterà più del previsto, e un atteggiamento più mirato e disciplinato se il ritmo di crescita sarà buono. La maggior parte delle indicazioni dice che quest’anno la crescita rallenterà. Anni di invenduto nel settore immobiliare, che con l’indotto rappresenta un quarto del pil, incidono pesantemente insieme a una domanda interna e globale debole. Svezzare l’economia dalla sua dipendenza dalla spesa pubblica richiede scelte difficili mentre la crescita rallenta e gli eccessi del passato (tra cui quelli della capacità produttiva, del debito e del degrado ambientale) diventano sempre più evidenti. Il presidente Xi Jinping non ha affrontato il cambiamento fondamentale che molti si aspettavano dopo che aveva presentato un ambizioso programma di riforme. Ora, nel terzo anno del suo ciclo decennale alla guida della Cina, Xi è sottoposto a una crescente pressione per mostrare progressi nei cambiamenti strutturali programmati per il 2015, prima che comincino le manovre inizio per designare la prossima generazione di leader. Nell’anno appena iniziato si dovrebbe anche capire se la campagna contro la corruzione lanciata da Xi sia il preludio alle riforme oppure un modo per purgare gli oppositori, o entrambe le cose. La crescita più lenta aumenterà la pressione su Pechino per affrontare le spese irresponsabili degli enti locali, dopo che nel 2014 il debito pubblico della Cina ha superato il 250% del pil. La nuova legge di bilancio getta le basi per consentire alle province di emettere obbligazioni e alle società di asset management di sistemare il problema dei crediti inesigibili. Non bisogna aspettarsi in Cina il processo di ristrutturazione si muova rapidamente, sia trasparente o rispetti gli standard internazionali. In ultima analisi, questo processo ha lo scopo di rafforzare il potere del Partito Comunista. Ma nel 2015 lo scheletro delle riforme potrebbe prendere forma.
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Mark Magnier, MilanoFinanza 2/1/2015