Corriere della Sera 2/1/2015, 2 gennaio 2015
Alcune circostanze della giovinezza l’avevano portata, negli anni liceali al Tasso di Roma, a frequentare una scuola per stranieri a Londra
Alcune circostanze della giovinezza l’avevano portata, negli anni liceali al Tasso di Roma, a frequentare una scuola per stranieri a Londra. Laura Lilli, scomparsa il 31 dicembre, era nata nel 1937 a Roma, proprio quando il padre, Virgilio, firma illustre del «Corriere», era corrispondente in Etiopia. Sua madre, Maria Carolina Antinori, sceneggiatrice per Hollywood, morta nel ‘44, aveva lasciato nella piccola Laura l’«imprinting indelebile» della lingua inglese. In effetti, dopo la laurea in Filosofia alla Sapienza, Laura Lilli è alla Yale University con una borsa di studio. Se dalla madre prende l’amore per la cultura americana e l’ideale di un’indipendenza femminile, dal padre eredita la passione per il giornalismo. Nei primi anni 70 partecipa al movimento femminista, collaborando con riviste come «Quarto mondo» e «Compagna», quando già ha cominciato a scrivere per il «Mondo» di Pannunzio. Passa poi alla «Stampa», al «Corriere» e a «Panorama»; dalla fondazione è a «Repubblica», nelle cui pagine culturali diventa una delle presenze più familiari. Compagna per oltre vent’anni di Ugo Baduel, scrittore-politico e firma storica dell’«Unità», Laura Lilli ha incontrato i maggiori scrittori italiani e stranieri (da Moravia a Saul Bellow, da Sciascia a Graham Greene), lasciando interviste (raccolte in volume) che sono esempi di discrezione, leggerezza e profondità. Personalità delicata e tenace, ha scritto poesie sabianamente «oneste», oltre a romanzi e racconti che ne riflettono l’inquietudine sperimentale.