Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2015  gennaio 02 Venerdì calendario

C’è un angolo della nostra città che ha un fascino sommesso, uno scorcio panoramico che da sempre ci commuove, un monumento dimenticato che rappresenta un pezzo di storia, un bosco i cui profumi ci evocano bei ricordi, una chiesa in cui sentiamo un’energia particolare, un percorso di montagna accidentato che amiamo sfidare

C’è un angolo della nostra città che ha un fascino sommesso, uno scorcio panoramico che da sempre ci commuove, un monumento dimenticato che rappresenta un pezzo di storia, un bosco i cui profumi ci evocano bei ricordi, una chiesa in cui sentiamo un’energia particolare, un percorso di montagna accidentato che amiamo sfidare. Raramente questi luoghi della memoria e del cuore emergono dall’intimità.
Ma c’è una community che ha deciso di condividerli attraverso un’attività adrenalinica che sta spopolando in tutto il mondo: il geocaching , dove «geo» sta per geografia e «caching» sta per nascondere in un contenitore.
Se ad esempio siete ad Asiago e volete scoprire gli angoli delle storie di Mario Rigoni Stern rivivendo le emozioni dello scrittore legate alle bellezze e alla storia dell’altopiano, attraverso un’ app potete ripercorre 25 itinerari che guidano gli escursionisti in modo nuovo, in una vera caccia al tesoro hi-tech. La stessa caccia la potete mettere in atto da soli, con gli amici o la famiglia tra i monumenti di Roma, le vie di Milano o le coste della Sardegna. Così si può partire alla riscoperta della Penisola, praticando una sorta di sport che combina tecnologia e avventura, un mix prima impensabile.
Ma come si diventa geocacher , cioè giocatore-viaggiatore? Tutto inizia registrandosi (gratuitamente) su geocaching. com , il sito ufficiale della community, e dotandosi eventualmente dell’app (costo 8,99 euro) per avventurarsi con effi-cacia. Sulla mappa possiamo consultare le geocache intorno a noi o nel luogo che desideriamo visitare in vacanza o in viaggio. Per ognuna vi è una scheda redatta dal geocacher che l’ha nascosta ( hider ) la quale specifica la tipologia di cache , il livello di difficoltà e descrive (con passione) ai trovatori ( seekers ) le bellezze e curiosità della zona spesso ignorate dalle guide turistiche tradizionali.
Ora possiamo iniziare l’esplorazione scegliendo il tipo di ricerca offerta, identificato da codici cromatici ed icone, secondo i personali interessi: da misteri celati nel tessuto urbano, all’esperienza ecologica, all’avventura speleologica. Selezionando nello smartphone o nel dispositivo gps le coordinate, giungiamo in prossimità della cache (in Italia sono quasi 15 mila quelle che ci aspettano) ed è qui che inizia la vera sfida perché lo strumento ha un’approssimazione di 3-10 metri. Toccherà al nostro intuito e ai nostri occhi individuare il contenitore di varie forme e dimensioni nei luoghi più impensati: sotto una panchina di un parco, fissato con un magnete a un cartello stradale o inserito nella fessura di un monumento o di un albero.
Trovata la scatola misteriosa, al suo interno c’è un logbook sul quale registrare il nostro passaggio, da riportare pure sul sito. Inoltre troveremo eventualmente un gadget lasciato dall’ hider o dai precedenti esploratori (bussola, portachiavi, molletta o altre piccolezze) che possiamo barattare con uno nostro.
Alcune tipologie di cache contengono quiz, indovinelli, enigmi ed equazioni dalla cui soluzione ricaveremo indizi per trovare un edificio antico piuttosto che un albero raro e secolare. Naturalmente anche noi possiamo creare delle cache diventando guide dei nostri luoghi del cuore. Così entriamo a far parte di una community di giocatori immersi in una sorta di mondo parallelo e segreto del quale siamo attori protagonisti.
Per chi inizia l’esperienza sembra che si accenda una passione inestinguibile: «Di cache in cache mi sorprendevo sempre di più per la spettacolarità dei luoghi, per l’ingegnosità dei contenitori, per l’incredibile impegno di chi aveva nascosto e continuava a mantenere in perfette condizioni le cache pensando al divertimento altrui», racconta Simona Jayelex Justich, geocacher inizialmente per caso, ora una delle anime del wiki geocaching-italia.com e fondatrice del ligure geomare &monti.
Molte le iniziative che stanno fiorendo tra le comunità locali, come il Progetto di cooperazione transnazionale Rural Emotion (Rem, come la fase del sonno) promossa dalla provincia di Padova e dal Gal Patavino per valorizzare tramite il geocaching itinerari culturali dei Colli Euganei.
Buona esplorazione (sicuramente ci sono cache persino dietro casa) cercando di guardarsi dai «babbani», come quelli di Harry Potter, che potrebbero inquinare gli indizi della nostra caccia al tesoro.
Giovanni Caprara

Elena Bauer