Francesca Paci, 2014 – La Stampa 31/12/2014, 31 dicembre 2014
DOPO QUASI QUATTRO ANNI DI GUERRA CIVILE, CHI STA VINCENDO? ASSAD CONTROLLA METÀ DEL TERRITORIO MA NON RIESCE A SCHIACCIARE GLI ISLAMISTI. GLI ALLEATI DELL’OCCIDENTE SONO IRRILEVANTI, SOLO I CURDI AVANZANO
A quasi 4 anni dalla rivolta contro Assad, quali sono le forze in campo?
I protagonisti in azione dentro al paese sono 4: il regime di Damasco che controlla il 45% del territorio (tra cui le principali città) e il 60% della popolazione e che si è indirettamente avvantaggiato dall’intervento internazionale contro lo Stato Islamico; Isis che tiene sotto il giogo della sharia il 35% del territorio e 3 milioni di persone; il fronte Al Nusra accomunato allo Stato Islamico dalla jihad contro Assad ma autonomo nei metodi meno feroci che lo rendono più accettabile dalla gente (controlla il 5% della Siria); i curdi che gestiscono un 9-10% e tengono testa in campo aperto agli uomini neri del Califfato. Resta un 5% di terra di nessuno in mano a briganti e milizie fai-da-te. Gli attivisti liberal e il Libero Esercito Siriano (l’opposizione armata e moderata) sono attualmente irrilevanti.
Quali sono invece gli attori esterni al Paese?
L’Iran (più il suo alleato libanese Hezbollah) che, sebbene stia negoziando un accordo sul nucleare con le principali potenze mondiali, mantiene il supporto ad Assad. Gli Usa, risoltisi all’intervento in coalizione con numerosi partner europei e arabi (sunniti) che bombardano le postazioni dello Stato Islamico e di Al Nusra (come fa Damasco) ma tengono il regime sotto sanzioni. Il fronte sunnita, capitanato dall’Arabia Saudita (ma ultimamente è tornato a bordo il ridimensionato Qatar), che combatte contro l’Iran anche abbassando il prezzo del petrolio. La Russia di Putin, grande sponsor di Assad, che come l’Iran ha ridotto il supporto economico a Damasco ma non (non ancora?) quello politico. La Turchia, a lungo spalla dell’opposizione siriana, che è spiazzata dall’avanzata dello Stato Islamico (in sei mesi il Califfato ha ucciso 2 mila persone) ma non ha voglia di arginarlo perché combatte contro i suoi arcinemici curdi.
Quali sono i costi umani di questa guerra infinita?
Nel 2014 tutte le forze in campo (tranne i curdi) hanno perso terreno (il regime ha ripreso Aleppo, Homs e Kalamon ma ha perso Idlib, il Golan e Daraa). I costi umani sono enormi: il 90% della popolazione vive sotto la soglia di povertà, le vittime sono già oltre 200 mila (oltre la metà civili), i profughi sono 3 milioni (rifugiati nei paesi confinanti) più quasi 5 milioni di sfollati interni.
Che prospettive ci sono?
Il regime di Damasco dice ora di voler incontrare l’opposizione in Russia. La mossa è poco credibile perché il caos riabilita Assad come campione anti-jihad e perché l’opposizione è divisa. La prospettiva oggi è una Siria divisa o uno scenario somalo.
Francesca Paci, 2014 – La Stampa 31/12/2014