Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 26/11/2014, 26 novembre 2014
GLI OGGETTI-ICONA CHE HANNO SEGNATO LA STORIA DEL DESIGN
Una mattina del 1968 tre giovani progettisti torinesi, Piero Gatti, Cesare Paolini e Franco Teodoro, si presentarono all’imprenditore Aurelio Zanotta portando in spalla un sacco di plastica colmo di palline di polistirolo. Quel sacco diventerà la Sacco, la poltrona più popolare del dopoguerra, che rivoluzionò il concetto di seduta. L’oggetto anticonformista e informale che si ribella al ragionier Fracchia, il piccolo borghese impersonato da Paolo Villaggio. La poltrona-fagiolo, come la chiameranno negli States, che conquista le nuove generazioni, i fan della musica Pop e i Peanuts di Schulz. Oggi è esposta nei più importanti musei del mondo. E non poteva mancare tra gli ottanta oggetti-icona che hanno segnato la storia del design dal 1945 ad oggi, selezionati per la mostra «100% Original Design», aperta fino al 4 gennaio presso la spazio D del Maxxi (via Guido Reni 4. Ingresso e catalogo gratuiti). Nata in difesa del design d’autore e curata da Elle Decor Italia, la rassegna vuole promuovere la lotta alla contraffazione e al mercato del falso che ogni anno genera solo in Italia un fatturato di oltre sei miliardi e mezzo. Ma racconta anche il processo creativo di questi oggetti e perché siano spesso assimilabili a vere e proprie opere d’arte. Prendiamo il tavolo e la sedia Tulip, disegnati nel 1957 da Eero Saarinen con una base filiforme e slanciata in sostituzione delle gambe. Talmente essenziali e perfetti da essere ancora oggi in produzione. Ma l’architetto finlandese considerò per anni fallimentare il suo progetto. Partito dall’idea che «la parte inferiore dei tavoli e delle sedie tradizionali crea confusione» e che bisognava «ripulire i bassifondi della gambe», Saarinen inventò l’aereo piedistallo. Ma a causa dei limiti tecnici dell’epoca non fu possibile realizzare subito la serie con un singolo stampo e con un unico materiale stampato. Si incontrano oggetti familiari, come il cavatappi antropomorfo disegnato da Alessandro Mendini e chiamato Anna G. La leggenda vuole che Anna G. sia una donna reale, la designer Anna Gili, e che Mendini abbia riprodotto il suo volto e la sua silhouette, facendola danzare mentre assolve la funzione di aprire le bottiglie. Prodotta da Alessi, come le caffettiere di Richard Sapper, i bollitori di Michael Graves, il servizio per l’olio e l’aceto che Ettore Sottsass creò come una piccola architettura da tavola, pensando all’emozione oltre che alla funzione. Ci sono oggetti che fanno sognare, come la doccia Chiocciola, che gli architetti Benedini hanno disegnato ispirandosi a una conchiglia, ma in materiale acrilico trasparente.